A Taormina i lavori del G7 si rivelano una delusione e, sinceramente, non c´era da sperare granché con interlocutori dello stampo di Donald Trump e Angela Merkel, notoriamente non propensi al benchè minimo sincretismo.

Promesse, promesse e ancora le solite promesse sulla lotta al terrorismo, ma si continua con lo stesso tran tran. Il ritmo non cambia, e cioè non ci sarà un´azione decisiva e collegiale dei potenti del G7 atta a frenare, se non proprio sconfiggere, il terrorismo che se, da una parte, viene ufficialmente demonizzato, dall´altra, serve agli scopi delle forze negative che oggi detengono il potere materiale nel mondo.

Per quanto riguarda clima e migranti, nulla di fatto. Per quest´ultimi: "Non mi aspettavo dal G7 soluzioni al problema dei migranti", ammette, infatti, il premier Gentiloni, continuando: "Lo dobbiamo affrontare  con le nostre forze e con l'aiuto dell'Ue". Per il clima, Donald Trump darà una risposta in settimana, ma ha già sentenziato: "Noi non cambieremo di un millimetro le nostre posizioni sul cambiamento climatico", ciò significa, a chiare lettere, che non intende rispettare l´accordo di Parigi. Tutto sommato, la “gita” del G7 a Taormina non ci offre nulla di nuovo; delusioni molte, fatti pochi o niente, belle foto, quelle sì, tante!

In sostanza, i governi continueranno ad agire a seconda delle strategie politiche del momento, non dettate delle principali variabili macroeconomiche, quali: tassi di crescita accettabili, riduzione dell’instabilità economica, controllo della disoccupazione, tagli alla spesa pubblica, controllo dell’inflazione etc. etc., ma a seconda delle direttive imposte dai personaggi che in realtà comandano il mondo da un ufficio collocato in un qualsiasi angolo recondito del pianeta. Questi signori che alcuni definiscono “Decision Makers”, sono in effetti coloro che stabiliscono le regole che Presidenti e Governi dovranno rispettare. Essi sono invisibili agli occhi del grande pubblico, ma presenti nei posti di comando delle grandi Banche internazionali, nelle attività economiche e industriali più lucrative e, quel che più preoccupa, essi influenzano i grandi Organismi internazionali e, di conseguenza, i vari governi che degli stessi fanno parte. Non va trascurata, infine, l´influenza che i “Decision Makers”esercitano su certa stampa, atraverso la quale possono manipolare le masse con la disinformazione.

Per concludere: Taormina, un vero fallimento! Sintomatico il fatto che non si sia concluso nessun accordo concreto, tra i tanti in agenda, e che i principali personaggi, Trump e Merkel, se ne siano andati via, disertando la conferenza finale, senza neppur rilasciare interviste alla stampa presente. E poi, rimanendo in serie negativa, persino il precedente incontro di Trump col Papa non è servito a nulla.

G & G Arnò