La sicurezza di Israele non è minacciata e saremo sempre al vostro fianco in caso di attacco”. Queste le parole rivolte dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, direttamente al popolo israeliano (e al Congresso Usa che doveva avallare l'intesa), dopo le dure critiche del premier Benyamin Netanyahu sull'accordo sul nucleare iraniano.

"L'accordo minaccia noi e i nostri vicini. Non sto cercando di distruggere l'intesa, sto cercando di distruggere una cattiva intesa". Era la critica di Benyamin Netanyahu al Congresso USA.

In effetti, il premier israeliano avvisava gli americani che con quell´accordo si sarebbe lasciata una via d´uscita e una vasta struttura nucleare a Teheran, per realizzare la bomba nucleare.

"L´accordo raggiunto è un sogno per Teheran e un incubo per il resto del mondo", ribadiva, in seguito, Netanyahu alla NBC, precisando che le conseguenze del cattivo accordo avrebbero fatto, tra l´altro, scattare una corsa agli armamenti e alle armi nucleari nel Medio Oriente.

L'Iran ridurrà le sue capacità di arricchimento dell'uranio, garantendo di non poter arrivare a dotarsi della bomba atomica. In cambio, la comunità internazionale revocherà le sanzioni imposte a Teheran, che, però, saranno riattivate, qualora quest´ultima non rispettasse l'accordo. L'attività nucleare dell'Iran sarà monitorata per 10 anni, ma l'accordo prevede anche fasi di 15-20-25 anni , che andranno via via verificate”.

Questi, in succinto, i termini dell'accordo sul programma nucleare iraniano raggiunto a Losanna.

A questo punto, però, è bene tener d´occhio il Paese dello zoroastrismo pre-islamico, perchè capire l’Iran è eccitante e complicato al tempo stesso. È necessario interpretare il pensiero degli iraniani e la loro cultura; il modello persiano rifugge da quello occidentale e da quello dei loro “cugini” arabi, per cui non è cosa da poco capire quella società, i cui i membri da noi vengono chiamati "cittadini", mentre da loro "credenti". Il “cittadino” si caratterizza come portatore di “diritti civili”, il “credente” di “doveri religiosi”. La nostra società mira al bene terreno, quella islamica all´Aldilà. Non a caso l´ascendenza che il clero sciita esercita sulle masse (trasformare le passioni popolari in atteggiamenti di fede) è qualcosa di straordinario, che confonde gli osservatori ed i politologi occidentali. La religione ha il potere di salvare o distruggere un determinato sistema sociale. Il cristianesimo, infatti, viene considerato da alcuni storici e filosofi la causa principale della caduta dell'Impero romano d'Occidente. (Voltaire sosteneva che l'Impero aveva ormai più monaci che soldati). L'islamismo, al contrario, rappresentando un fenomeno complesso e difficile sia da descrivere sia da interpretare, poiché il termine racchiude una gran varietà di pensieri e di modalità di azione, si rivela fondamentale per la coesione dei popoli arabi, tant´è che per gli ayatollah il problema della fede è una questione di potere e di ordine sociale.

Da quanto sopra esposto, nel dubbio, “è meglio stare attenti”, così come ha affermato Trump in risposta all´avvertenza di Rouhani:” ... nessuno parla agli iraniani con il linguaggio delle minacce e, se accadrà, se ne pentirà”.

Sorge, però, a questo punto, una domanda: come potrebbe, in pratica, Rouhani far pentire coloro che minacciano il suo Paese, una volta bloccatagli la possibilità di realizzare armi nucleari?

Orbene, la produzione missilistica non è stata inclusa nel divieto dell´accordo sul nucleare e questa potrebbe essere la vera “Vergeltungswaffen” (arma di rappresaglia, in italiano) vincente dell´Iran. Il termine Vergeltungswaffen fu coniato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, per rappresentare alcune armi super-avanzate che la Germania stava sviluppando, quali la bomba volante V1, il razzo V2 e il cannone V3.

Il missile balistico iraniano lanciato il 29 gennaio scorso ha, non a caso, provocato la reazione di Tramp, che il 3 febbraio successivo annunciava sanzioni contro le imprese iraniane.

Gli USA sono dell´avviso che il programma missilistico iraniano sia contrario all´accordo sul nucleare e a quanto stabilito dalla risoluzione n. 1929 del Consiglio di Sicurezza dell´ONU, che fa divieto all´Iran di svolgere qualsiasi attività legata alla produzione di missili balistici con capacità di trasportare armi nucleari.

Proprio ciò aggrava la già scarsa considerazione in cui è tenuta la diplomazia americana. Un normalissimo avvocato, non esperto di questioni diplomatiche, ma in quella materia civilistica che riguarda i contratti, chiamata a scuola, più genericamente, “negozio giuridico”, conoscendo la risoluzione sopraccennata, avrebbe preteso l’introduzione di una clausola espressa che facesse divieto all’Iran di costruire missili, in rispetto della risoluzione n. 1929. Ciò avrebbe evitato, in caso di violazione, di dare adito ad interpretazioni o addirittura a disattendere il divieto.

Certamente le sanzioni saranno riattivate, qualora Teheran non rispetterà l'accordo, ma, poiché quest´ultimo non contempla il divieto di costruire i missili balistici, sarà difficile per gli Stati Uniti sostenere che l’Iran non ha rispettato i patti, sicché qualsiasi azione punitiva verrebbe considerata pretestuosa e ingiusta, tanto da provocare una reazione non di certo auspicabile, se è vero che si calcola che l’Iran stia costruendo più di 50 missili balistici di medio raggio all´anno e tra circa un decennio questa situazione potrebbe minacciare seriamente il sistema di difesa antimissile dei Paesi del Golfo. Inoltre, si è appreso che la corsa missilistica iraniana non si è fermata al medio raggio, ma si è sviluppata nelle lunghe distanze (10.000 km), necessarie per attingere la Costa Est degli USA. Si è ulteriormente appreso, attraverso l´Agenzia Internazionale di Energia Nucleare, che l´Iran ha effettuato test con tecnologie di implosione, proprio quelle necessarie per produrre un´arma nucleare avanzata.

Ecco perchè bisogna stare attenti (riprendendo le parole di Trump) all´Iran e non sottovalutare la sua potenzialità atomica, nonostante l´accordo di Losanna sul nucleare.

E, infine, fatto non trascurabile, Rouhani, avendo un santo protettore alle sue spalle, la cui fama, ironia della sorte, è legata alla sua conversione al cristianesimo, San Vladimir (Putin), sa bene di poter fare la voce grossa, quando occorre, con l´Occidente ma, soprattutto, con gli americani!

Sarebbe il caso di avvisare: “Attenti a quei due (The Persuaders!), Hassan e Vladimir!

G.&G. Arnò

Ha collaborato: Rosalba Ieraci Bio