Un giardino tra i palazzoni dedicato al “babbo” di Tex Willer

 

 

   Milano – Vecchi e nuovi appassionati delle avventure western a fumetti di Tex Willer (dal nome indiano Aquila della notte) e dei suoi fidati pards (Kit Carson, il figlio Kit Willer, il navajo Tiger Jack) dal 10 giugno 2021 hanno un luogo in più dove ricordare l’inventore di questi personaggi e delle loro sceneggiature, cioè Gianluigi Bonelli (all’anagrafe Giovanni Luigi Bonelli, Milano, 22 dicembre 1908 - Alessandria, 12 gennaio 2001, fumettista, scrittore ed editore, sepolto per sua espressa volontà nell’unico cimitero del Principato di Monaco).

   In quel giorno, infatti, tra palazzoni incombenti in via Mac Mahon, avvenne l’inaugurazione d’un giardino a lui dedicato vicino a dove lo stesso Bonelli abitava, su proposta dell’Associazione VMMD  (“Vivi la Mac Mahon e Dintorni”) appoggiata dal Comune di Milano, dal Municipio 8 e dalla famiglia Bonelli che, tramite il nipote di Gianluigi, Davide, prosegue la gigantesca opera fumettistica della Sergio Bonelli Editore.

   Al taglio del nastro seguì un breve concerto della Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado - Fondazione Milano” con brani attinenti alle vicende di Tex Willer. Oltre alle targhe d’intitolazione all’ingresso ed all’interno (“Giardino Gianluigi Bonelli fumettista, ideatore di Tex Willer 1908 - 2001”), in un angolo fu posizionata una scultura in bronzo su piedistallo misto (marmo e bronzo, con incisioni in bassorilievo a tema), dono dei Bonelli al Comune di Milano ed opera di Jana Bartosova su disegno di Giovanni Ticci. Raffigura il mitico Tex assieme al fido cavallo Dinamite. Si tratterebbe della terza copia dell’opera: altre due statue uguali trovarono collocazione nel quartiere romano di Torrino Mezzocammino ed a Montecarlo, dove il fumettista visse alcuni anni.

   La statua, purtroppo, venne vandalizzata ai primi di maggio 2022. L’ipotesi più seguita è che i responsabili fossero stati dei ragazzini saliti incautamente in groppa alla statua del cavallo causando la caduta della figura di Tex Willer accanto, raffigurato con un ginocchio a terra e col cappello non in testa ma tenuto in basso dalla mano sinistra. L’“incidente”, comunque, si risolse col veloce ripristino del manufatto.   

   Gianluigi Bonelli, figlio di Nestore e Maria Emilia Collaga, fu “il romanziere prestato al fumetto e mai più restituito”. Infatti, dopo varie esperienze iniziali con racconti e romanzi d’avventura, s’avvicinò all’affascinante mondo del fumetto al punto da decidere, nel 1940, d’acquisire i diritti della testata “L’Audace”, primo tassello delle Edizioni Audace destinate a diventare nel tempo (tramite dapprima la moglie Tea Bertasi - Aristea, Milano, 6 marzo 1911 - Bologna, 6 agosto 1999, editrice e disegnatrice, da cui s’è poi separato - e poi il figlio Sergio) la Sergio Bonelli Editore.

   Sergio (alias Guido Nolitta, nomignolo adottato da sceneggiatore di fumetti a sua volta, Milano, 2 dicembre 1932 - Monza, 26 settembre 2011) fu il “genitore” di Zagor e Mister No, ulteriori cult dell’editoria a racconti e disegni.

   Anche Giorgio (Milano, 29 settembre 1953), secondo figlio avuto con un’altra compagna, seguì per un certo tempo l’azienda di famiglia per poi dedicarsi alla produzione e regia di programmi televisivi e radiofonici ed al mercato immobiliare internazionale di pregio.

   Dopo essersi inventato vari altri protagonisti a fumetti dalle alterne fortune, nel 1948, avvalendosi dell’abilità del disegnatore Aurelio Galleppini (famoso anche come Galep, Casale di Pari, Grosseto, 28 agosto 1917 - Chiavari, Genova, 10 marzo 1994), Gianluigi Bonelli creò il ranger del Texas Tex Willer che ebbe subito un certo successo scalando poi sempre più la classifica delle tirature e delle vendite (raggiungendo addirittura il top di 700mila copie mensili e lo stabilizzarsi, in anni recenti, tra 120mila e 160mila).

   Per plasmare Tex sia in sceneggiatura che in grafica, Bonelli e Galleppini s’ispirarono al filone cinematografico western americano, soprattutto ai films del regista John Ford (John Martin Feeney, Cape Elizabeth, 1° febbraio 1894 - Palm Desert, 31 agosto 1973). Le trame di Bonelli ricordano i romanzi avventurosi d’appendice di autori come Alexandre Dumas, Jack London, Emilio Salgari ed altri.

   Galep fu per oltre quarant’anni uno dei principali disegnatori delle imprese di Tex Willer e dei suoi pards, nonché l’autore delle copertine dei primi 400 numeri della serie regolare. Sommando questa cifra ad altri albi di serie (anche a strisce) e fuori serie, realizzò circa duemila rappresentazioni grafiche da copertina. Per la prima fisionomia di Tex, sembra che Galleppini avesse preso spunto dall’aspetto dell’attore classico western Gary Cooper (pseudonimo di Frank James Cooper, Helena, 7 maggio 1901 - Beverly Hills, 13 maggio 1961) per poi rifarsi su… se stesso. Certi tratti dei lineamenti, però, rammentano un giovane/maturo Gianluigi Bonelli.

   Nell’obiettivo di “far vivere” Tex, Galep s’avvalse della collaborazione di disegnatori tra cui Ferdinando Fusco, Guglielmo Letteri, Giovanni Ticci, Vincenzo Monti, Fabio Civitelli, Francesco Gamba, Erio Nicolò. Dopo la sua scomparsa, copertine ed episodi di Tex vennero affidati al fumettista ed illustratore Claudio Villa (Lomazzo, Como, 31 ottobre 1959).

   L’epopea dell’agente governativo Aquila della Notte rimbalzò in varie edizioni tradotte all’estero. Il regista Duccio Tessari (vero nome Amedeo, Genova, 11 ottobre 1926 - Roma, 6 settembre 1994), nel 1985, diresse un deludente e criticato film western “Tex e il signore degli abissi” con l’attore Giuliano Gemma interprete principale. All’inizio ed alla fine recitò pure Gianluigi Bonelli, nel ruolo d’un anziano narratore indiano.

   L’attività di sceneggiatore preminentemente di Tex e del suo mondo (ma non solo, visto che la sua fantasia ideò molti altri soggetti) terminò nel 1991, quando ebbe già affidato da alcuni anni il timone a Claudio Nizzi (Sétif, Algeria, 9 settembre 1938, fumettista e scrittore). Il “babbo” di Tex Willer continuò a seguire la supervisione delle storie fino all’ultimo mentre dal 2012 il curatore editoriale dell’ormai storica testata fu Mauro Boselli (Milano, 30 agosto 1953).

   Nei momenti successivi alla sua scomparsa, venne commemorato così in Consiglio comunale a Milano: «Come i grandi romanzieri dell’Ottocento e del Novecento, Bonelli non aveva bisogno di calpestare le praterie per descriverle. Per lui l’avventura era in ogni luogo, in ogni città. È stato un romanziere prestato al fumetto. Disse una volta: “Tex sono io. Nel mio Tex c’è il mio senso di reazione a ogni ingiustizia”. A noi piace ricordarlo così».

 

Servizio e foto di

Claudio Beccalossi