La disparità tra uomo e donna costituiscono un ostacolo allo sviluppo sostenibile di carattere mondiale.

La condizione della donna rispetto a quello dell’uomo è passata attraverso cambiamenti a seconda dell’evoluzione sociale, culturale, storica e religiosa di un popolo, ma è pur vero che su un piano generalizzato in tutti i paesi e in tutti i tempi la donna è sempre stata sottoposta a una considerazione inferiore rispetto all’uomo. Sin dall’antichità la donna è stata considerata come il sesso debole, ridotta al ruolo marginale di moglie o madre, sottomessa al marito.

Rispetto al passato soprattutto negli ultimi due secoli la considerazione femminile ha avuto notevoli mutamenti e nel mondo Occidentale grazie alle lotte femministe ci sono stati riconoscimenti pari a quelli degli uomini.

A livello globale il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e della emancipazione de tutte le donne rappresenta uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che gli Stati si sono impegnati a raggiungere entro il 2030.

In Italia, l’azione legislativa si è focalizzata sul mondo del lavoro, mediante interventi normativi atti a riconoscere ed equiparare dei diritti e maggiori tutele alle donne lavoratrici. La parità è garantita dalla Costituzione della Repubblica   Italiana nel vasto quadro dei diritti dell’essere umano riconosciuti dall’articolo 2 come inviolabili e dall’articolo 3 della pari dignità sociale e dell’uguaglianza di tutti i cittadini. Pertanto l’atteggiamento verso l’uguaglianza non è solo un diritto umano, ma una condizione indispensabile per costruire un mondo prospero e in pace.

Nonostante l’evolversi della società nemmeno la generazione più giovane è immune da determinati stereotipi e dalla disparità.

Attualmente tali disparità   rappresentano uno dei maggiori ostacoli per lo sviluppo, crescita economica e lotta contro la povertà e la strada per raggiungere una concreta uguaglianza di genere è ancor lunga, pertanto è necessaria un’azione congiunta su tutti i livelli così come nei paesi in via di sviluppo che nelle realtà più avanzate.

Si traduce nell’accesso paritario ad ogni diritto umano, salute, benessere, istruzione, e lavoro dignitoso senza divari di genere, inoltre è necessario eliminare pregiudizi   estirpando atteggiamenti discriminatori e violenza sulle donne che tuttora limitano la libertà di molte di loro.

L’uguaglianza non è completa e non si può ritenere tale fino a quando in tutti i paesi del mondo le donne non potranno godere degli stessi diritti degli uomini e non potranno scegliere liberamente come vivere la propria vita, per cui e inaccettabile che ci sia un principio di superiorità di un essere rispetto all’altro.

 Per contrastare questo divario, è importante aumentare vivamente la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e l’indipendenza economica, occorre porre in essere delle misure e strategie che aiutino le donne ad accedere e a rimanere sul mercato del lavoro in caso di madre lavoratrice valorizzando equamente il proprio lavoro.

La parità di genere non è un obiettivo numerico, ma un traguardo indispensabile che consente un equilibrio tra i sessi, per un futuro migliore di tutto il genere umano.