La realtà della repubblica moldava della Pridnestrovie (PMR), conosciuta impropriamente nel mondo occidentale come Transnistria, è un nodo geopolitico irrisolto che si trascina da più di 30 anni. Una piccola realtà dell’Europa orientale, continuamente sottoposta ad una violenta aggressione  mediatica che si avvale delle  motivazioni valide per ogni occasione: diritti umani, corruzione, violazione delle regole della comunità internazionale, mancanza di “democrazia”, traffici illeciti, non disponibilità alla NATO... una narrativa  abusata nei precedenti conflitti in Serbia, Iraq, Bielorussia, Afghanistan, Libano, Siria, Libia, Yemen, Cuba, Venezuela, Nicaragua, ecc. ecc. con la partecipazione dei soliti noti.  Quando si parla di PMR, si parla di un lembo di terra di poco piu' di 4000 chilometri quadrati soffocato tra Moldova e Ucraina, con una popolazione di poco più di 400mila abitanti (la metà di quella del 1992 al tempo della secessione dalla Moldova) abitata da moldavi (34%), russi (28%), ucraini (26%), e bulgari (8%).

La questione Transnistria rappresenta una situazione incomprensibile per un occidentale e al tempo stesso dolorosa, trattandosi di popoli fratelli. Qui il nazionalismo, pur sentito, non è così traboccante come in Ucraina dove il patriottismo rasenta storicamente l'autolesionismo fin dai tempi dei cosacchi zaporoghi di Ivan Mazeppa che combattè contro la Russia di Pietro il Grande per l'autonomia dell'Ucraina. Putin ha di recente revocato il Decreto 7 maggio 2012 n. 605 che sanciva l'impegno della Russia a "trovare una soluzione al conflitto transnistriano che rispetti l'integrità territoriale e la neutralità della Repubblica di Moldova istituendo uno status speciale per la Transnistria". Una mossa in parte attesa dopo l'ulteriore avvicinamento di Maia Sandu, l'attuale presidente della Moldova, alla US-Nato che di fatto dopo i recenti fatti sembra aver rinunciato alla neutralità. Con il 'memorandum Kozak' la Russia ha sempre sostenuto una visione federativa tra le 2 repubbliche - Moldova e la secessionista Transnistria dal 1992, e questo si evince dal fatto che non ha mai voluto riconoscere l’indipendenza della piccola entità sulla riva sinistra del Dniester (Nistro).

Dove può andare la PMR?

Nelle elezioni legislative del 2015 il partito nazionalista repubblicano Rinnovamento (Obnovlenie),  promuove il liberismo economico ”per una dignitosa vita e prosperità della gente!" (questo è lo slogan del partito), e ha rafforzato la propria maggioranza al Consiglio Supremo con 29 su 33 seggi nelle elezioni del 2020 che hanno riconfermato  Vadim Krasnosel´skij, alla presidenza del Paese. A fine febbraio il presidente ha dichiarato alla TV locale che pur riconoscendo il momento di grande tensione nel Paese, non mancherà di informare tempestivamente la popolazione in caso di aggressione dall’esterno, rassicurando nel contempo che le autorità si troveranno pronte a fronteggiare ogni sorta di pericolo.

Il governo della PMR non ha mai né condannato nè appoggiato l’invasione dell’Ucraina, paventando che la Russia possa chiedere l’intervento militare dei dnistriani. È come se tutto il territorio vivesse un momento di sospensione e in questo clima va dato atto a Krasnosel´skij  di aver sempre mantenuto toni bassi e concilianti in special modo con la presidente della Moldova, Maria Sandu. Il presidente moldavo ha peraltro ammesso pubblicamente che la situazione è sotto controllo non dando credito alle insinuazioni di infiltrazioni di soldati ucraini in divisa russa con l'intento di destabilizzare ancor più un clima già preoccupante.

Basta pensare alla strategia di disinformazione operata dai media russi nei confronti della popolazione che fa il paio con quella di tipo filo-occidentale.  I transnistriani solidarizzano in gran parte con gli ucraini perché a loro volta scapparono dalle proprie case durante la guerra civile del 1992 di cui è ancora vivo il ricordo, e che l’obbligo «morale» di aiutare persone in difficoltà rimane una questione 'a parte' in quanto il partito Obnovlenie che governa sul Paese è allineato alla causa indipendentista e filorussa. Il presidente Krasnoselsky, che fra l’altro ha origini ucraine, ha definito «spiacevole» e «tragica» la guerra in Ucraina, ma non ha mai indicato la Russia come responsabile dell’invasione.

L'opinione personale è che considerare il nuovo zar come l'unico colpevole della nefasta guerra russo-ucraina, è riduttivo con il doveroso distinguo in termini di responsabilità tra l'invasore e l'invaso. Allo zar Putin non interessa più di tanto la piccolissima Moldova (circa 1/20 del territorio ucraino) potendo agire con vari mezzi dall'interno per influenzarne la politica e l'economia, dove peraltro continua a godere di un notevole consenso popolare anche a seguito dell’impoverimento della popolazione per i costi astronomici dell'energia. Il suo interesse è rivolto alla PMR soprattutto per il megadeposito di Colbasna ai confini dell'Ucraina, un deposito già esistente dal tempo del Patto di Varsavia dove sono stivate ancor oggi più di 20mila tonnellate di materiale bellico (scadute ma in parte utilizzabili con il sospetto della presenza di una quantità non catalogata di nitrato di ammonio del tipo di quello che ha fatto 'saltare' il porto di Beirut nel 2020). È facile intuire che un missile in caduta sopra questo deposito avrebbe un effetto devastante. Ecco perché oggi questo deposito è sorvegliato a vista da un numero crescente di miliziani russi che in pratica lo fanno dal 1992 e non sono disposti a lasciare in mano agli ucraini che come i russi necessitano, mai come ora, di ogni tipo di materiale bellico.

La PMR non si tocca come ci tiene a far sapere il Cremlino.  Una soluzione graduale e pacifica della questione PMR che appare oggi più lontana con l’arrivo del nuovo governo atlantista e liberista della Maia Sandu, può essere d’altro canto trovata in vista dell’agognata ammissione della Moldova come Paese candidato all'UE che non ammette divisioni in famiglia.

Quello che lascia perplessi e scettici è verificare sempre più che la politica è sinonimo di ribaltone e incoerenza. 'Prendere posizione per poi cambiarla in continuazione, è accettato solo a letto. Altrimenti si chiama incoerenza' è un aforisma preso in prestito e un tentativo di spiegazione per questo diffuso comportamento sta nel fatto che Nessuno è odiato più di colui che dice la verità.” (Platone)

 

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