Lungo tutta la penisola è un susseguirsi di anticicloni che hanno assicurato un’Ottobrata Romana senza fine. Con il cambio dell’ora legale infatti si annuncia addirittura la Novembrata, in una lunga festa a maniche corte che vede il sud Italia ritagliarsi ancora uno spazietto per un bagno a mare nel we.

Con i piumoni ancora stipati negli armadi soltanto chi esce presto la mattina riesce a sperimentare un po' di frescolino. Una situazione che non è niente male, sia per le opportunità di godere del tempo libero all’aperto, ma soprattutto alla luce della situazione energetica che grava sulle tasche degli Italiani.

La guerra dopo alcuni mesi ha portato anche da noi i suoi effetti, per ora solamente sull’economia ma già in maniera pesante. Per tante famiglie la voce di spesa più importante è diventata quella energetica, con bollette triplicate che impongono la riduzione dei consumi e un ripensamento generale delle abitudini, mentre tra le piccole attività commerciali c’è già chi è costretto ad abbassare la serranda.

Improvvisamente cucinarsi un arrosto la domenica è diventato un grande lusso per via del forno, elettrodomestico ad altissimo consumo che insieme a microonde, Phon per capelli e bollitore dell’acqua, sono diventati i nostri nemici tra le quattro mura.

Per le Aziende addirittura la situazione è drammatica ed impone chiusure inevitabili innescando un effetto domino che investe lavoratori posti in cassa integrazione, così come fornitori di materie prime non più lavorabili in tanti impianti produttivi energivori.

Questo sarà obbligatoriamente il primo tema con cui il governo Meloni sarà chiamato a misurarsi. Già un governo di centro destra, novità assoluta e quasi sorprendente per via del lavaggio del cervello che per anni ha tenuto lontano gli elettori da questa possibilità, grazie allo spauracchio dei pericoli del fascismo alimentato dai media di ogni genere per troppi anni.

Un elastico tirato molto oltre la sua capacità dalla sinistra, ma soprattutto ormai accompagnato dalla più totale assenza di una proposta politica. La campagna elettorale ha evitato infatti qualsiasi tematica relativa ai problemi del paese, mirando solo a scaricare più odio possibile su un centro destra che era palesemente in crescita di consensi, se non altro perché ha parlato di vita reale.

La sinistra infatti vivendo nella sua isola felice che non si trova nella realtà del quotidiano nazionale in cui vive la gente, ha continuato a trattare esclusivamente i temi del mondo lgbt, dello jus soli, jus scholae, aspetti importanti ma che stavolta non sono riusciti a toccare la popolazione impegnata ogni giorno in un altro tipo di priorità.

Una sinistra in profonda crisi di identità che oggi non si sa più cosa rappresenti, lontana anni luce dal suo target elettorale di riferimento. Per Letta e compagni è stato inconcepibile solo pensare che non potessero essere loro a vincere.

Non è bastato nemmeno quel vile sostegno da parte di pseudo artisti e intellettualoidi che hanno minacciato di lasciare l’Italia in caso di vittoria del centro destra, urlando alle masse attraverso social giornali e tv il pericolo del ritorno imminente al fascismo, inneggiando persino all’inizio di una nuova resistenza. Pseudo artisti e intellettualoidi che tra l’altro sono ancora tutti qua, ben lungi dal pensare veramente ad abbandonare la bambagia in cui vivono.

Una sinistra che è venuta a noia a se stessa, tirandosi addosso la pietra tombale con gli interventi durante le sedute di camera e senato per la fiducia al governo. Estenuanti polemiche su come Giorgia Meloni dovesse farsi chiamare, se “la” o “il” presidente del consiglio, come ha poi scelto.

Peana interminabili della Boldrini su questa gravosa questione, così come sul fatto che il partito si chiami Fratelli d’Italia omettendo “ignominosamente” la parola sorelle. Oppure l’intervento risibile della Serracchiani, che ha accusato di mettersi dietro alle figure maschili proprio la Meloni, una che è appena diventata il primo, no dico, il primo presidente del Consiglio Donna della Repubblica Italiana consegnandosi così per sempre alla storia di questo paese.

Una persona che ha dato rappresentazione pratica del valore delle donne, senza ricorrere agli inutili fronzoli usati dalla sinistra per anni a mero scopo elettorale in un partito, il Pd, erede dello schema dell’apparato che per garantire la presenza femminile ha bisogno delle quote rosa e non del merito e che poi, in ultima analisi, si batte per la autodeterminazione del “genere” e poi innesca una polemica sull’articolo al maschile o al femminile con chi uno sceglie di farsi chiamare.

Incoerenza allo stato puro ed enorme occasione persa di dare un senso ad un valore che hanno sempre detto di avere a cuore, ma che evidentemente serviva solo da acchiappavoti per fomentare un femminismo vecchia maniera.

Ma torniamo al merito, anche questo temine che non può mai avere un’accezione negativa, è stato contestato dalla sinistra per averlo utilizzato aggiungendolo al Ministero dell’Istruzione e appunto del Merito.

Insomma una sinistra allo sbando più completo che schiumando rabbia livorosa tra stucchevoli discussioni grammaticali su il, lo, la, i, gli, le, ha dato il suo massimo con il discorso di Letta al Senato. Quando in due giorni era ormai palese all’universo mondo il motivo dei fallimenti della sinistra il Segretario dei dem ha pensato bene di centrare il suo intervento nientepopodimeno ché udite udite, sulla marcia su Roma, nel più pieno Tafazzismo possibile.

Atteggiamento che ha scatenato l’ilarità di Renzi che non aspettava altro per ridicolizzare pubblicamente il PD consumando la più gustosa delle vendette che aspettava da tempo. Non molto diversi i contenuti portati dal M5s guidato dal suo nuovo vate Conte, che dopo i fasti di un governo pandemico aiutato da dirette Nazionali a reti unificate, quelle si degne di antichi imperi, ha mostrato tutta la sua cifra politica insieme a quella dei suoi. Interventi di puro livore, rabbia e odio, gli ingredienti su cui vive il suo elettorato a cui interessa a prescindere solamente del reddito di cittadinanza.

Non si può chiudere non facendo richiamo alla follia dei nostri tempi, in cui un uomo di 46 anni probabilmente affetto da problemi psichici entra in un centro commerciale di Assago alle porte di Milano, prende un coltello dagli scaffali di un supermercato e aggredisce sei persone uccidendone una. Un fatto di una freddezza chirugica che ti sbatte in faccia la fragilità della vita e di quanto a volte può essere legata solamente ad una questione di casualità.

Astrarsi da tutto allora aiuta a ritrovare una propria dimensione di equilibrio. Niente come l’arte aiuta a svolgere questa funzione e quella contemporanea potrebbe essere l’ideale. Dal 17 al 20 novembre 2022 presso la suggestiva cornice della Nuvola di Fuksas è in programma “Roma Arte in Nuvola”, seconda edizione della fiera d'arte moderna e contemporanea che nella scorsa edizione ha fatto registrare più di 30000 presenze.

 

Tafazzi-autolesionismo

 

 

Foto originale raffigurante Enrico Letta di Niccolò Caranti dotata di Licenze Creative Commons - modificata dall´editore dell´articolo - Free copyright .                                                                                 

Foto Tafazzi: Disponibile gratuitamente per modifica, condivisione e uso (https://it.images.search.yahoo.com/search/images;_ylt=AwrFDTT7e15j65Es_j4dDQx.?p=tafazzi&fr=yfp-t&imgl=fmsu&fr2=p%3As%2Cv%3Ai#id=0&iurl=http%3A%2F%2Fwww.cittafutura.al.it%2Fsito%2Fwp-content%2Fuploads%2F2020%2F08%2FTafazzi_2_.jpg&action=click)