Il caldo tropicale è esploso tutto insieme dopo un mese di giugno mai così adombrato dalle nuvole pomeridiane. In tutto il paese ci si attrezza su come passare il tempo libero all’aperto per riprendersi quella fetta di normalità scippata negli ultimi anni dalla pandemia, ma sempre tenendola a bada ed osservando comportamenti che garantiscano la sicurezza.

Approfittando del ponte di San Pietro e Paolo patroni di Roma, quelli che hanno potuto si sono allontanati dalla capitale fosse anche solo per far visita a parenti fuori porta, magari al mare. La coincidenza con la caduta dell’obbligo di mascherine all’aperto aveva fatto pensare ad una fuga di massa invece così non è stato.

Timidamente c’è chi è andato al mare, chi per prati e campagne ma senza nessuna ressa, tanto e vero che alla fine del ponte il ritorno sulle autostrade in corrispondenza del GRA non ha fatto registrare nessuna criticità.

Al netto della solita percentuale di imbecilli che hanno organizzato Party e feste private esagerando in disinvoltura in barba ad ogni attenzione e cautela, è stata una mancata esplosione di gioia figlia di questi tempi dove gli entusiasmi sembrano essere morti. Bastava vedere gli stabilimenti balneari di tutto il litorale tirrenico, dove si sono registrate buone affluenze ma non certo il pienone che i gestori del comparto turismo – enogastronomia si aspettavano.

E’ stata però l’occasione per testare lo stato di questa imprenditoria, che sebbene composta da una moltitudine di onesti lavoratori registra comunque ancora una fetta troppo grossa di operatori mancanti di gentilezza e professionalità, specie nelle location più gettonate. Molti di questi nella ristorazione, che magari in nome della location occupata, tra l’altro spesso appartenente al demanio pubblico e quindi alla comunità, pensano di potersi permettere proposte inaccettabili per prezzo e qualità, ed anche davanti a palesi disservizi si girano dall’altra parte negando le evidenze e accampando scuse

In questi, che preme ribadire non essere la maggioranza, non traspare nessuna attenzione per una clientela che considerano one-shot e occasionale, ma solamente l’arroganza delle proprie ragioni basata sul fatto che tanto non sono clienti abituali.

La miopia di non capire che questo atteggiamento danneggia comunque tutto il comparto ed anche loro stessi, rimane il limite più grande di una categoria dalla grandissima potenzialità ma capace di autolimitarsi. E non può certo essere una giustificazione quella della crisi che li ha tenuti chiusi o che devono rifarsi. Ognuno è stato “chiuso” e ognuno ha bisogno di “ripartire”, ma affogare gli altri per tenersi a galla non è certo ne il modo migliore ne il più elegante per farlo.

La mancanza di entusiasmo si è abbattuta anche sugli Azzurri che seppur seguitissimi non riescono a scatenare i picchi di calore registrato nelle passate competizioni del Campionato Europeo di calcio. Non è certo colpa dei ragazzi di Mancini che fino a qui si stanno comportando benissimo. Più che altro è la mancanza di tutte le attività a corollario che hanno sempre accompagnato questi eventi sportivi.

Le partite della Nazionale sono sempre state l’occasione di stare insieme nella calura estiva gustandosi la compagnia degli amici davanti ad un paio di birre, ma purtroppo di questi tempi è abbastanza difficile poterlo solo pensare. Niente condivisione, ne baci e abbracci, ne maxi schermi nelle piazze a raccogliere le persone in nome di quella parola “assembramento” che fa paura ed è ancora una minaccia per la nostra incolumità.

C’è però da scommettere che in caso di vittoria con il Belgio venerdì, compagine tra le più accreditate per il titolo di Campione di Euro 2020 e che consentirebbe l’accesso in semifinale, gli animi si riaccenderanno regalando ancora qualche notte magica di cui avremmo tutti un gran bisogno.

Chi la maschera la tiene ancora ben tirata sulla faccia anche a costo di ritrovarsi con una bella abbronzatura bitonale, sono i nostri rappresentanti istituzionali. L’attività politica di questo periodo si snoda tra le diatribe Conte – Grillo a contorno di un M5s ormai finito e le solite panzane elettorali dei candidati a Sindaco di Roma, che promettono in quattro e quattr’otto di riportare la Capitale ai fasti imperiali dei Cesari così, come se niente fosse.

Nessun dibattito sul quello che comporterà la prossima fine del blocco dei licenziamenti, oppure sul prossimo autunno in cui la spesa pubblica sarà impegnativa per tutti gli Italiani. Meglio distrarre le coscienze alimentando la paura di infinite varianti covid e nuove ondate di pandemia post estiva.

Mostre, eventi culturali, concerti, per ora sembrano interessare quasi nessuno. Non resta che approfittare di questo tempo, nella modalità concessa e in sicurezza, per respirare liberi da pezze in faccia, stoppando la propagazione dei radicali liberi che hanno messo a dura prova le nostre cellule per troppo tempo.