REPORTAGE - PRINCIPAUTÉ DE MONACO/PRINCIPATO DI MONACO

 

LA CITTÀ-STATO DOVE PIÙ DEL 32% DEI RESIDENTI È MILIONARIO

 

Una monarchia costituzionale ereditaria che risparmia ai monegaschi imposte dirette e costi

d’un esercito nazionale –L’espansione territoriale verso il mare realizzando efficaci ed innovative

progettualità – Storia, mondanità e finanza a braccetto sotto l’ombrello della dinastia Grimaldi

 

Servizio e foto di Claudio Beccalossi

 

 

 

Monaco (Principauté de Monaco/Principato di Monaco) – Un ritorno. Dopo ben 39 anni. Ricordavo la particolare realtà snob della città-Stato indipendente, le tante lussuose Rolls-Royce (non solo quelle) che si pavoneggiavano all’esterno del Casinò e del Grand Théâtre de Monte-Carlo, l’élite col naso all’insù, gli spacconi esibizionisti dell’ultima mezz’ora (macché ora), i visitatori dal palato fino ad ammirare magnificenze storiche ed i turisti sempliciotti a bocca aperta per tanto sfoggio di lusso e mondanità. Elementi che ho parzialmente ritrovato girovagando per Monaco meglio d’allora, quando m’intestardii a far fotografie soprattutto (se non solo) a panoramiche dall’alto della tortuosa strada a levante che proviene da Menton/Mentone, davanti ed al Casinò, al Port Hércule/Porto d’Ercole e sotto la sede dell’ascoltatissima Radio Monte-Carlo (RMC).

Un errore comune è definire Monte-Carlo (o Montecarlo) come denominazione unica od alternativa a Monaco od a Principato di Monaco. Invece, Monte-Carlo è uno dei quattro quartiers/quartieri “classici” che formano l’agglomerato urbano. Gli altri sono Monaco-Ville/Monaco Vecchia (nucleo abitato originario, noto anche quale Le Rocher/La Rocca), La Condamine/La Condamina (la zona di Port Hércule/Porto d’Ercole), Fontvieille/Fontevecchia (edificata dagli Anni Settanta del secolo scorso quasi del tutto su un terrapieno strappato al mare, su progetto dell’architetto italiano Manfredi Nicoletti). Un ennesimo quartiere sarebbe quello di Le Portier, il cui completamento è slittato dal 2015 al 2026 (per l’interruzione decretata dal principe Alberto II nel 2009 per carenza di risorse economiche ma poi ripreso per nuovi capitali reperiti), con una superficie pari a 27,5 ettari su spazio tolto al mare. Con quest’operazione, l’estensione del Principato di Monaco aumenterebbe dai presenti 2,02 km² ai pianificati 2,29 km², con la popolazione del neoquartiere pari a circa 3.400 soggetti.

Con i suoi menzionati 2,02 km² attuali, il Principato risulta come il secondo Stato sovrano più circoscritto al mondo dopo la Città del Vaticano. Il territorio monegasco è un magro lembo della Côte d’Azur/Costa Azzurra sormontato dalle Alpi Marittime. Il confine con l’Italia a Ventimiglia/Vintimille dista 18 chilometri. La patrona è Santa Devota, martire romana con devozione risalente al 300 d. C. e celebrata il 27 gennaio d’ogni anno.

Col senno di poi, quindi, ho rimesso piede in una Monaco diversa dal 1981, quando ancora aleggiava la favola bella del matrimonio senza nubi apparenti, celebrato il 18 aprile 1956, tra Ranieri III di Monaco (Rainier Louis Henri Maxence Bertrand Grimaldi, Monaco, 31 maggio 1923 – Monaco, 6 aprile 2005, principe sovrano di Monaco dal 1949 al 30 aprile 2005) e l’ex attrice americana (bellissima!) Grace Kelly (Grace Patricia Kelly, Philadelphia, Pennsylvania, Usa, 12 novembre 1929 – Monaco, 14 settembre 1982). Favola destinata ad interrompersi tragicamente con la morte della principessa Grace a causa d’un incidente stradale a bordo d’una Rover 3500 V8 S da lei stessa guidata avendo al fianco la figlia Stéphanie, rimasta ferita.

Stéphanie Marie Elizabette Grimaldi (Monaco, 1° febbraio 1965) è la terzogenita della principessa Grace e del principe Ranieri III. La primogenita è Caroline Louise Marguerite (nata Grimaldi e per matrimonio Hannover, Monaco, 23 gennaio 1957) mentre il secondogenito è l’attuale principe sovrano di Monaco dal 6 aprile 2005 (e già reggente dal 31 marzo dello stesso anno per le critiche condizioni del padre Ranieri III), Albert Alexandre Louis Pierre Grimaldi (Monaco, 14 marzo 1958), cioè Albert (Alberto) II di Monaco, sposatosi il 1° luglio 2011 con l’ex nuotatrice Charlène Wittstock (Bulawayo, ex Rhodesia ed attuale Zimbabwe, 25 gennaio 1978) che il 10 dicembre 2014, a Monaco, le ha dato i gemelli Gabriella Thérèse Marie Grimaldi e Jacques Honoré Rainier Grimaldi, quest’ultimo erede al trono del Principato di Monaco.

Quello, appunto, di Monaco è un possedimento che si divincolò dalla Repubblica di Genova nella data (convenzionale) dell’8 gennaio 1297, retto storicamente dai Grimaldi che, nel 1612, ottennero il titolo di principi e Monaco divenne a tutti gli effetti di legge un Principato. Attorniato per decenni dai conflitti territoriali tra Regno di Francia, Regno di Spagna e Ducato di Savoia, la superficie propriamente monegasca, all’epoca, era più vasta dell’odierna. Dal 1911, assunse lo status di monarchia costituzionale ereditaria, con sistema di governo d’impostazione monocamerale e che, stando alla sua Costituzione del 17 dicembre 1962, ha posto il potere legislativo nelle mani del sovrano regnante in quanto Capo di Stato. Sempre stando alla Costituzione, l’ambita cittadinanza monegasca s’acquisisce per naturalizzazione, matrimonio, adozione o filiazione.

Nel 1993 il Principato entrò a far parte delle Nazioni unite e, restando fuori dall’Unione europea (non potrà entrarvi fino a quanto non si deciderà ad imporre imposte dirette ai cittadini), ha voluto comunque uniformarsi alle politiche economica e doganale europee adottando come valuta ufficiale l’euro. I monegaschi sono fortunati: grazie agli introiti dati dalle fiorenti attività di casinò (ai cittadini di Monaco il gioco d’azzardo è vietato per legge), immobiliari, finanziarie, turistiche, dell’industria leggera (negli ambiti chimico, poligrafico, abbigliamento, cosmetico), possono godere della citata assenza di imposte dirette e d’un serratissimo segreto bancario che rendono il Principato una sorta di “paradiso fiscale”. Il PIL pro capite (secondo dati del 2014) ammonta a 109.662 $ (€ 148.265, stando ad informazioni più recenti). La lingua ufficiale a Monaco è il francese ma sono diffusi anche gli usi del dialetto monegasco e dell’italiano.

Gli abitanti (secondo www.imsee.mc, sito dell’Institut Monégasque de la Statistique et des Études Économiques/Istituto Monegasco di Statistica e di Studi economici), al 31 dicembre 2019, sono 38.100 (selon les termes de l’Arrêté Ministériel n° 2020-317 du 16 avril 2020/secondo i termini del Decreto Ministeriale n° 2020-317 del 16 aprile 2020) mentre la popolazione di nazionalità monegasca conta 9.486 unità. I cittadini restanti provengono, per la maggior parte, dalla Francia, dall’Italia, dal Regno Unito e, come confermato dal censimento del 2008, da altre 135 diverse nazionalità. Un dato di stupore (e d’invidia) è che si contano ben 12.261 milionari residenti nel Principato, cifra aumentata del 12% dal 2013 al 2018. Ergo, quasi un residente su tre, cioè oltre il 32% della popolazione, è milionario!

Monaco diventa un circuito cittadino di formula 1 in occasione del Grand Prix/Gran Premio omonimo, lanciato con la prima edizione del 14 aprile 1929 per spinta di Antony Noghes (fondatore dell’Automobile Club de , A.C.M.). La prima competizione valida per il Campionato mondiale, invece, venne disputata il 21 maggio 1950. L’evento si snoda su un percorso di 3,337 km da ripetere per 78 volte, fino al raggiungimento di 260,286 km. Un circuito breve ma tortuoso e stretto che mette a dura prova l’abilità dei piloti. Nel 2020 è stato annullato per le restrizioni connesse alla pandemia Covid-19.

 

 

Meriti principali del sovrano Ranieri III furono quelli d’ampliare il territorio del Principato di circa il 40% “rubando” terra al mare (come nei comprensori di Larvotto e Fontvieille), di dare un’impennata alla crescita immobiliare, di promulgare leggi finanziarie favorevoli e d’amplificare il dominio come entità turistica internazionale d’alto livello.

Il mio nuovo percorso, improvvisato, ha incluso l’Esplanade Rainier III (1949 - 1999 “A l’occasion du jubilé du Règne de S.A.S. le Prince Rainier III en hommage au souverain qui, dans une audacieuse vision d’avenir, a voulu, par emprise sur la mer, accroitre le territoire de la Principauté”, “In occasione del giubileo del regno di Sua Altezza Reale il Principe Ranieri III in omaggio al sovrano che, in un’audace visione del futuro, volle, da presa sul mare, aumentare il territorio del Principato”), ancora Port Hércule (scalo marittimo principale che, negli ultimi anni, è stato ampliato permettendo, così, l’attracco anche a mega-navi da crociera, utilizzando una banchina semimobile tra acqua e terra) ed i suoi sontuosi yachts molti dei quali battenti bandiere di colleghi… “paradisi fiscali”, di nuovo il Casinò ed il Grand Théâtre de Monte-Carlo (opera della seconda metà del XIX secolo dell’architetto Charles Garnier, costruttore anche dell’Opéra di Parigi) di proprietà della Société de Bain de Mer de Monaco/Compagnia di Bagni di Mare di Monaco), il Palais Princier (Palazzo dei Principi di Monaco o Palazzo Grimaldi, residenza ufficiale del principe sovrano sottoposta a diverse ristrutturazioni dal 1191) dominante dalla sommità de Le Rocher/La Rocca, nel quartiere Monaco-Ville. La facciata principale del complesso è paragonabile ad una terrazza rinascimentale e, come tale, sfruttata come ottimale location per interventi pubblici ufficiali del principe sovrano. La realizzazione delle parti interne del palais avvenne nel XVI secolo, con ristrutturazione generale durante il XVIII secolo seguendo il “modello Versailles” che ha incluso un’uguale Galerie des Glaces/Galleria degli Specchi che porta alla Salle du Trône/Sala del Trono ed agli appartamenti di Stato.

La sicurezza del Palais Princier viene garantita dalla Compagnie des Carabinier du Prince/Compagnia dei Carabinieri del Principe, speciale unità militare cerimoniale in servizio a tutela, appunto, del Palazzo stesso, del Principe e dei suoi familiari, soprattutto in circostanze civili, religiose e militari. Costituita dal principe Onorato IV nel 1817 che la nominò Compagnie de Gardes/Compagnia delle Guardie, il corpo ha mutato designazione il 26 gennaio 1904 per il riassetto deciso dal principe Alberto I. Il Principato figura tra i pochi Stati al mondo a non avere un esercito nazionale.

Poco lontano s’alza la Cathédrale Notre-Dame-Immaculée/Cattedrale dell’Immacolata Concezione, chiesa madre dell’arcidiocesi di Monaco, edificata tra il 6 gennaio 1875 ed il 12 novembre 1903 su progetto dell’architetto Charles Lenormand, costruita in pietra bianca della Turbie, in stile neoromanico. La cattedrale poggia sul terreno d’un preesistente edificio religioso, nominato a San Nicola di Myra, sorto nel 1252 e raso al suolo nel 1874. Sotto lastre di marmo sono sepolti principi e principesse di Monaco, ultimi dei quali Grace Kelly e Ranieri III.

Da Le Rocher si può spaziare sul sottostante porto minore di Fontvieille, dotato d’un eliporto sul lungomare che, tramite due compagnie, offre veloci collegamenti con l’aeroporto di Nice/Nizza, “Nice Côte d’Azur”, ad una ventina di chilometri di distanza.

Col suo ampio verde pubblico curato con pignoleria, con le passeggiate sui lungomare completamente prive di venditori ambulanti e/o questuanti e/o sfaccendati (stranieri o meno, “migranti”/clandestini o meno), con l’assenza assoluta di sgorbi “progressisti-graffitari” dalle velleità artistiche zero, con la circolazione pedestre e stradale ordinata e sotto discreto controllo (un agente di polizia ogni cento residenti) della Police de Monaco, unica forza di polizia del Principato (costituita nel 1902 su direttiva del principe Alberto I e che, dal 1962, è agli ordini del Ministre d’État/Ministro di Stato), con gentilezza, disponibilità e rispetto delle regole diffuse, il Principato appare come un mondo alieno, soprattutto per chi vi arriva dall’Italia “progressista” del caos stoltamente permissivo. Questione non solo di scelte oculate e certo interessate, ma pure di rispetto del passato, del presente e del futuro delle autorità nei confronti dei cittadini monegaschi, con occhio di riguardo al bene comune perché vera ricchezza sociale.

La consapevolezza d’essere un delicato cammeo sopravvissuto egregiamente ed in costante monitoraggio preventivo, costringe il Principato di Monaco a cure continue perché non venga incrostato da strategie esterne (Unione europea in primis, Francia in secundis) che stanno lì, come avvoltoi, in attesa di qualche passo falso per farne una ghiotta preda da sfruttare alla loro maniera centralista e/o neocolonialista. Un modesto consiglio: «Non mollare, Monaco!»…