Mai più come prima!

 

L’emergenza epidemiologica da COVID-19 ci ha rivelato almeno tre punti cruciali del sistema sociale in cui siamo incastrati.

1º - Il Paese non è attrezzato per le emergenze e se anche lo fosse, con l’attuale governo eterogeneo e incoerente per com’è, non sarebbe capace di gestirle;

2º - L’UE non è quella che sognavamo: essa ha tradito gli ideali dei Padri Fondatori;

3º - Dalle rovine della pandemia sorgerà un nuovo ordine mondiale.

 

Sul primo punto - È la realtà e non un’opinione il fatto che il Paese non abbia le strutture adatte a sopportare uno stato d’emergenza sanitaria.

La colpa se non atavica è quantomeno antica. È di chi ha governato nel passato remoto una nazione, la nostra, nata 159 anni fa quasi per un gioco di pesi e contrappesi dello scacchiere politico dell’epoca (e qui ci sarebbe molto da discutere...) e senza un chicco di sentimento di adesivo comunitario, tant’è che non si capiva allora e non si capisce ancora oggi che cosa accomuni veramente le differenti genti che abitano lo Stivale.

Dal passato prossimo e fino ai nostri giorni, peggio ancora. I vari governi hanno sudditamente obbedito ai diktat di Bruxelles: più tasse e meno spese (tra le altre e non ultime quelle per la sanità). Ed eccoci, adesso ci ritroviamo con una sanità da Terzo Mondo e per di più con un grosso problema da risolvere: la dignità delle persone viene o no prima della salvaguardia della vita? Ovvero per il bene della salute si ha il diritto di tenere le persone segregate a tempo indeterminato o comunque ad ogni ripetersi di crisi virali o di altri morbi?

Da più parti si ritiene che risulterebbe problematico affidare il futuro del prossimo alle decisioni ispirate a un criterio meramente scientifico o pseudoscientifico e alla conseguente discrezione di un capo di governo e che per il ritorno alla normalità sia necessario valutare una serie di fattori socio-economici, psicologici e infine politici.

Ne discende che nella “fase due” sarà necessario che il governo strutturi nella forma più appropriata la riapertura alla mobilità, all’attività economica (al fine di evitare la desertificazione del sistema produttivo del Paese), alla socialità e alla convivenza, adottando obiettivamente i principi cardine che reggono le attività amministrative, ovvero la prevenzione, la precauzione, la proporzionalità e l’adeguatezza.

Ce la farà il nostro governo a far convivere questi sani principi nei provvedimenti di emergenza emanandi o creerà soltanto inutili polemiche e pericolose confusioni?

Da quello che si legge sulle ultime disposizioni del decreto del Presidente del Consiglio, la fase due è partita col piede sbagliato.

Da più parti, infatti, indipendentemente dalla fede politica, si criticano le nuove misure che, tra l’altro, infieriscono un colpo mortale alle imprese che non potranno riprendere le loro attività fino al prossimo giugno: si spendono 13 milioni al mese di cassa integrazione per tenere imprese chiuse, che probabilmente, da qui a due mesi, in parte non riapriranno più.

"Siamo diventati sudditi del sovrano Conte”; “Colpetto di Stato”; ”Fase 2 - Pasticcio nel decreto Conte”; "Viminale smentito da Conte"; “Rebus congiunti: incontri per affetti stabili, amici esclusi”. No alla mobilità verso seconde case”; “Conte si genuflette ai Vescovi e si dimentica degli italiani”; “E adesso è caos sul decreto”. Questa è solo una campionatura di alcuni titoli dei principali giornali.

A nome di Italia Viva il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, riportano organi di stampa, protesta per il divieto di celebrare le messe a porte aperte e Conte, accusando la pressione dei potenti (Santa Romana Ecclesia e relativi Vescovi), fa marcia indietro (come è giusto d’altronde che sia) anticipando l’apertura delle Chiese al 10 maggio. La stessa cosa però  non avviene per altri esercizi commerciali , ad esempio, per i parrucchieri. Quasi fossero i paria della società!

Protesta ancora la Bonetti per i limiti all'attività ludica e scolastica dei bambini (il 4 maggio gli adulti torneranno a lavorare mentre i bambini non andranno a scuola), per il poco sostegno alle famiglie e per i limiti alle visitazioni dei parenti. E nelle ore in cui il suo partito (Italia Viva) smonta nei fatti il decreto illustrato l’altra sera da Giuseppe Conte, chiede giustamente al governo "responsabilità politica per mettere al centro le persone e i loro diritti " durante l’emergenza Coronavirus.

Colpito nel segno: il diritto di non essere privati della propria libertà! La popolazione non può essere privata della libertà perché essa è quel bene che ti fa godere di ogni altro bene, ci ricorda Montesquieu, ma da come vanno le cose la storia si ripete: da una parte gli uomini combattono per la libertà, dall’altra cominciano ad accumulare leggi per portarla via a se stessi. E si badi bene, la corda si tira finché non si spezza: quando a un uomo è negato il diritto di vivere la vita in cui crede, secondo un antico detto, questi non ha altra scelta che diventare un fuorilegge. E guai ad arrivare a questi estremi!

Sul secondo punto - Che l’Europa sia “germanizzata” non lo diciamo solo noi, ma lo confermano i fatti. Oramai l’UE è stata egemonizzata dalla Germania, di gran lunga il paese che ha tratto il maggior beneficio dall’adozione dell’euro e dall’unificazione dei mercati. Con la sua marcia al passo dell’oca ha conquistato tutte le posizioni di potere e di comando, cosa che non era riuscita a realizzare sotto altre insegne.

Non a caso, l’Inghilterra, vecchia volpe, capita l’antifona, ha tagliato la corda al primo odore di bruciato.

La Francia, al contrario, col Trattato di Aquisgrana si è letteralmente calata le braghe davanti allo strapotere teutonico.

Assicurando a Berlino il supporto diplomatico per l’assegnazione di un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu e concordando di mettere a disposizione di un futuro esercito unico europeo (un progetto di cui si è parlato per la prima volta nel 1950, ma poi rimasto in cassetto durante la guerra fredda e rispolverato all'indomani degli attentati a Parigi, contro Charlie Hebdo) il proprio arsenale nucleare, la Francia si è lasciata esautorare in cambio di “ossigeno” per mettere a posto i propri conti (OAT), sostenuti in buona parte dai capitali tedeschi e sofferenti per una serie di circostanze al punto da far saltare il banco.

Noi, invece, non abbiamo contropartite da intrallazzare e non siamo disposti a trasformarci in coloni della Pangermania, né trattiamo con Bruxelles (leggasi Frau Merkel) per ricevere elemosine in questo momento di crisi pandemica e non solo, ma per ottenere ciò che ci spetta perché diamo all’Europa molto più di quel che chiediamo… si chiami come si voglia, recovery fund, recovery plan o con qualsiasi altro strano anglicismo.

È qui ci sia consentita un’osservazione: di colonialismo abbiamo le tasche piene! Basta e avanza quello linguistico cui ci sottopongono molti giornalisti e politici, che usando appunto determinate terminologie straniere credono di poter dimostrare la loro eccentricità, ostentando un processo di acculturazione, spesso, dagli esiti come minimo esilaranti. 

Riprendendo l´argomento Europa, diciamocelo pure: siamo blindati! L’UE senza l’Italia crolla. È questo il nostro punto di forza, a patto che il governo lo sappia mettere sulla bilancia dei negoziati senza inchinarsi all’arroganza degli eurocrati.

All’uopo, ci piace ricordare un detto di Martin Luther King che recita: “Nessuno monterà sopra di noi se prima non avremo piegato la schiena”.

Sul terzo punto – L’ordine internazionale lasciatoci in eredità dal XX secolo”, per il cui mantenimento - tra focolai di guerre infinite - le superpotenze hanno tentano finora di marcare il territorio di loro influenza, è stato definitivamente sconvolto dal Covid-19.

In sostanza, le forzate quarantene hanno determinato le seguenti situazioni: Gli USA, già sulle linee dell’America first, del non interventismo militare e del protezionismo (nazionalismo economico) dettate dal governo Trump, hanno suggellato detti processi sia in politica estera sia in politica commerciale globale. Il risultato evidente e recente è stato, tra l’altro, il disinteresse americano per quanto stava accadendo durante la pandemia nel Vecchio Continente.

La Cina, dal canto suo, approfittando della provvidenziale pandemia, ha accelerato sull’incipiente penetrazione in Occidente con tutti i vantaggi anessi e connessi, infine, il Sistema Europa programmato con una mano corta (nel dare) e con una mano lunga (nel ricevere), una volta messo alla prova, ha collassato.

A tal proposito gli Stati europei spudoratamente hanno dimostrato il vero volto, il loro egoismo: in primis abbandonando l’Italia al proprio destino nell’infuriare della crisi virale, successivamente non riuscendo o meglio non volendo trovare - per salvare un sistema in collasso - una soluzione solidale di intervento economico che non fosse in odore di strozzinaggio.

I nuovi signori dell’Ordine Mondiale, ritornando al punto in questione, si stanno di già delineando: le potenze fino a poco tempo fa ritenute regionali (Cina e Russia) unitamente ai Signori occulti della Finanza internazionale stanno occupando le prime poltrone della piramide del potere capital-liberista mondiale in un contesto in cui la popolazione del pianeta ha supinamente accettato straordinarie violazioni delle libertà personali e questo, badate, potrebbe essere solo l’inizio di una tragica sequenza.

I nuovi padroni del mondo, anche definiti la Nobiltà Nera, ovvero un gruppo di potere oligarchico e segreto che agisce attraverso i Paesi forti summenzionati, si accingono a prendere il controllo del pianeta, al fine di ottenere il dominio assoluto.

È una teoria del complotto o una verità? Difficile dare una risposta esaustiva!

Ma partendo da questi presupposti e nell’insicurezza del dubbio ci si domanda: come sarà il nostro futuro?

Beh, certamente non incoraggiante! Se per caso fossimo artatamente “infettati” e strappati da ogni sussulto reazionario potremmo essere costretti a vivere come moderni schiavi e comunque, nella migliore delle ipotesi, senza voler essere araldi di ferali previsioni, potremmo mestamente concludere: Mai più come prima!

G.&G. Arnò