SINDROME CINESE: CORONAVIRUS CREATO IN LABORATORIO?

 

Di Giordano Cevolani

 

 

 

La città di Wuhan, dove si è sviluppato il batterio coronavirus e in cui è presente un laboratorio nazionale per esperimenti, è stata messa interamente in quarantena. La città è blindata. Richieste di aiuto sono postate sui social perché molti cittadini hanno difficoltà a recarsi presso gli ospedali; mancanza di mezzi, medici insufficienti a fronteggiare la situazione.

Sindrome cinese (The China Syndrome) è un film del 1979 di denuncia, in questo caso rispetto sia alla questione nucleare – da sempre al centro di proteste e contestazioni – sia riguardo al ruolo che i mass media giocano, in maniera determinante, nella formazione dell'opinione pubblica, specie quando sono sottoposti a censura o autocensura o pubblicano notizie menzognere. Il film uscì nelle sale americane il 16 marzo 1979, 12 giorni prima dell´incidente di Tree Mile Island, e questa eccezionale coincidenza fu una delle ragioni del grande successo del film.

 

Sindrome cinese (The China Syndrome) un film del 1979

 

Agli albori di questo millennio, Martin Rees, astrofisico di fama internazionale, ha pubblicato un libro dal titolo Il secolo finale, in cui apertamente denuncia che l’umanità rischia di autodistruggersi nei prossimi cento anni, provocando la sesta estinzione di massa degli esseri viventi dopo le cinque che si sono succedute nelle varie ere geologiche (l’ultima, quella che ha posto fine ai dinosauri circa 65 milioni di anni fa). Secondo Rees, le probabilità per il genere umano di sopravvivere al secolo appena cominciato sarebbero non superiori al 50% e tra le possibili cause di una sua estinzione figurerebbe oltre il clima, reso vulnerabile dall’effetto serra e dalle fonti di inquinamento, quello più sensazionale, del progresso nella ricerca scientifica e soprattutto della tecnologia ‘il cui lato oscuro potrebbe nel ventunesimo secolo rivelarsi più pericoloso e meno controllabile della minaccia di catastrofe nucleare con cui ci siamo confrontati per decenni’. Gli attacchi alla biosfera condotti dalle attività umane molte delle quali esperite in laboratori segretati di tipo militare potrebbero quindi generare danni ben peggiori delle più disastrose calamità naturali rappresentate da terremoti, eruzioni vulcaniche, uragani, tsunami, impatti di asteroidi e, addirittura, disastri nucleari come quelli narrati nel film Sindrome cinese. Affermazioni che possono non essere condivisibili ma che destano sconcerto e non vanno minimizzate considerata la levatura e il credito di chi le sostiene.

 

La Cina minacciata dal coronavirus in una rappresentazione catastrofista

 

Che i cinesi non siano dei particolarmente attenti nel riferire i fatti loro sembra oggi del tutto scontato. Questa è una riflessione che proviene dalla statistica dei casi esaminati in settori apparentemente disaggregati tra loro. Che è come dire: si informa il mondo esterno se proprio non se ne può fare a meno. Questo trova riscontro fuori dal pianeta come al suo interno. Come nel marzo 2016 quando l’Agenzia spaziale cinese (CNSA) annunciava con ritardi proibitivi che la sonda spaziale Tiangong-1 era fuori controllo e stava precipitando verso la Terra, prevedendo la possibile collisione "in un qualche momento della seconda metà del 2017'. O come quando nel pomeriggio dell’11 gennaio 2007, la Repubblica Popolare Cinese annunciò la distruzione avvenuta con successo del defunto satellite meteorologico cinese Fengyun 1-C. L’esplosione intenzionale del satellite con un missile anti-satellite, produsse la nube di detriti più massiccia della storia, una vera e propria pioggia di micidiali proiettili per le costellazioni di satelliti situati tra 200 e 800 km. L’incremento di tanti frammenti non solo è andato ad accrescere il rischio d’impatto con la popolazione dei detriti residenti, ma anche l’instabilità di tale popolazione con effetti di collisione a cascata.

Per non parlare poi dell'”emergenza clima” all'interno del pianeta, un'emergenza a cui la Cina non sembra dar credito. La Cina si vanta di aver ridotto l’intensità delle emissioni di gas serra del 45% fra il 2005 e il 2018, ma le emissioni della Cina, in assoluto, sono le maggiori del mondo e continuano ad aumentare, secondo un rapporto delle Nazioni Unite uscito alla vigilia della Cop25. Non solo: secondo uno studio del Global Energy Monitor, la Cina sta costruendo  tuttora più centrali a carbone ( la maggior fonte di CO2) di tutto il resto del mondo messo assieme.

 

Tipica manifestazione del 'predica bene ma razzola male' anche nel settore della sanità pubblica, giusto per arrivare al problema del coranavirus. Sin da quando l’epidemia causata dal nuovo coronavirus è stata accertata, Pechino ha chiarito che non ci trovavamo davanti a un nuovo caso Sars ((acronimo di Severe acute respiratory syndrome o sindrome respiratoria acuta grave (o "severa"), una forma atipica di polmonite apparsa per la prima volta nel novembre 2002 nella provincia del Guangdong (Canton) in Cina. E' bene rammentare che questa malattia fu causata da un coronavirus, così chiamato per la sua forma a corona. I dati sulla letalità variano da paese a paese e in base alla fascia di età ma con una mortalità media complessiva del circa 15% A fronte del nuovo coraonavirus le autorità cinesi assicurano di non lascaire nulla di intentato per evitare i contraccolpi seguiti alla mancanza di trasparenza durante la pandemia del 2002. Anche qui vogliamo ricordare che nel mese di aprile di quell'anno furono diramate rivelazioni, che seguirono l'ammissione da parte del governo cinese di non aver riferito tutti i casi (numerosi) di SARS a causa dei problemi del sistema sanitario. Il dott. Jiang Tantong spiegò la copertura che stava avvenendo in Cina, a suo grande rischio. Riferì che erano presenti un maggior numero di persone affette da SARS nel suo solo ospedale di quelle che ufficialmente erano affette in tutta la Cina. Diversi responsabili governativi vennero licenziati, tra cui il ministro della Salute e il sindaco di Pechino, e i sistemi vennero migliorati per aumentare il controllo dell'epidemia. Da allora, il governo cinese procedette più attivamente e in modo maggiormente trasparente nel combattere la malattia. Tuttavia, la conta delle vittime era ingente. L'occultamento iniziale del governo cinese fu considerato irresponsabile, e tale da porre tutto il pianeta a rischio. Quanti furono effettivamente i decessi a seguito dell'epidemia? Silenzio tombale in Cina.

 

 

Coronavirus, il misterioso virus che si propaga dalla Cina che a fine gennaio registra già quasi 200 vittime e 9 mila contagiati

 

Dopo l’allarme di questi giorni, che è cresciuto insieme alla notizia arrivata un po' dovunque, l’ultima mossa è venuta dalla Russia. “in alcuni siti internet è venuta fuori la conferma che i russi hanno il sospetto che questo virus venga da un laboratorio di Wuhan'- ha spiegato il direttore di Tgcom24 – 'Sappiamo che nella zona in una settimana hanno montato un nuovo ospedale che può contenere mille pazienti perché l’allarme è enorme, sappiamo che per ora le città bloccate sono quelle, ma sappiamo anche che la gente vola, e quindi tutto si può trasferire. I russi sono preoccupati perché in Russia ci sono molti cinesi che commerciano, che vivono lì e questo desta molte preoccupazioni”.

 

“Da alcuni anni questo laboratorio ha iniziato degli esperimenti militari, quindi coperti dalla più grande riservatezza. Così come l’America e la Russia, anche la Cina sta lavorando a dei batteri pericolosi da utilizzare in una eventuale guerra batteriologica“, spiega il direttore di Tgcom24. “All’inizio di dicembre sembra che un tecnico sia entrato in contatto con il virus, non se ne siano accorti in tempo e quindi si è rapidamente propagato. Ora la situazione è drammatica: c’è l’isolamento per 56milioni di persone, ma mi parlano anche di migliaia di morti che naturalmente la Cina sta tenendo molto riservati, e di decine di migliaia di contagiati”.

La Cina ha attraversato anni di scandali pubblici legati alla sanità, dalla Sars non gestita accuratamente alle migliaia di vaccini contraffatti somministrati ai bambini; è proprio quella della Sars, per la quale inizialmente le informazioni vennero nascoste risultando in una maggiore diffusione del virus con 744 morti confermate (la maggior parte delle quali nella Cina stessa e Hong Kong), l’esperienza che il governo cinese non vuole ripetere: “Il Coronavirus è un problema per il partito comunista cinese”, ha detto Maura Cunningham, esperta della storia moderna cinese, “storicamente non è stato mai in grado di gestire bene le epidemie e i disastri su larga scala”.

Vorremmo non dar credito a queste affermazioni, ma i trascorsi storici della Repubblica Popolare della Cina ci smentiscono categoricamente