Amazzonia in fiamme!

È facile essere ambientalisti quando le rinunce non toccano a noi!

#NONSOLOINCENDI

È il mondo che sta implodendo, ma a chi interessa?

Strano come la stampa si occupi solo della “prime news”, ci sia consentito l’anglismo, che fa la moda del giorno, ignorandone molte altre non meno forti e impattanti.

Notiamo che i titoli sensazionali, che fanno notizia, si riferiscono sempre a fatti tragici, che provocano emozioni, commozioni, reazioni sociali, ma - spesso - scritti a beneficio di una ristretta cerchia di potere.

Chiaro, è più facile scrivere qualcosa che faccia piangere piuttosto che far ridere, tant’è che i grandi umoristi sono ben poca cosa paragonati ai banditori di disgrazie ma, se è pur vero che il mondo attuale è pieno di disgrazie, ci sarà un perché se si insiste a discutere su di una in particolare, obliterando volutamente tutte le altre.

Uffa, ora basta! Da diverse settimane, infatti, non si blatera d’altro che dell’Amazzonia in fiamme!

Tutto il mondo in allarme, tutti i social network a condannare il presidente brasiliano Bolsonaro, come se fosse stato lui il piromane responsabile d’aver attizzato il fuoco non solo alla foresta amazzonica, ma al mondo intero.

Tutti si sentono i padroni dell’Amazzonia, tutti si atteggiano a vestali del “polmone del mondo” - così come viene ecologicamente definita la foresta brasiliana - senza averne, però, titolo o diritto alcuno.

Ma dove sono finite, il pio popolo si domanda, le notizie sulle atrocità di Bibbiano, sull´inferno dei bambini dello Yemen (85.000 sotto i cinque anni, morti per fame o malattie gravi dall´inizio dell´escalation del conflitto in quel Pese), sulla strage dei bambini in Siria (secondo il Syrian network for human rights, in data 18 marzo 2017 il bilancio delle morti civili sale a 206.923, di cui 24.799 bambini) e sui Rohingya massacrati in Myanmar (sono morti almeno 6.700 in un mese, dal 25 agosto al 24 settembre scorso, tra le vittime 730 bambini al di sotto dei 5 anni e praticamente altrettanti arsi vivi (Medici Senza Frontiere - MSF)?

E il disastro nucleare di Severodvinsk?

Qui ci fermiamo, perché la lista è troppo lunga e altrettanto triste!

Figuriamoci! Monsieur Macron, Il paladino dell’ecosistema - così vorrebbe apparire il gallico superglobalista - ha persino minacciato, a causa degli incendi in Amazzonia, lo stop al libero scambio Ue - Mercosur, cosa che naturalmente non è stata presa sul serio da vari partner europei.

”Robà ra pazzì” direbbero i miei amici napoletani! Ma lui, il prode paladino, ci prova sempre a fare il kryptoniano Nembo Kid e ogni occasione è buona per atteggiarsi a supremo leader europeo (incontrollabile folie des grandeurs).

Forse ci sarebbe pure riuscito, se non fosse che oramai è ben conosciuto dentro e fuori casa e, sapendo da che parte viene la predica,  nessuno ci casca, ad eccezione dei poveri Paesi africani che sono caduti, nel lontano 1945, nelle grinfie del colonialismo francese di rapina e non riescono a rialzarsi dal sottosviluppo a causa del CFA (Franco delle Colonie Francesi d'Africa, oggi diventato acronimo di Comunità Finanziaria Africana), che il Tesoro francese furbescamente stampa e controlla.

In Amazzonia, è notorio, si sono sviluppati forti incendi dalle proporzioni preoccupanti, ma non è la prima volta durante i periodi di siccità e di forte calore, come non lo è negli altri Paesi europei e non solo.

Ecco alcuni titoli di giornali relativi ai recenti disastri da incendi:

In California, bruciati più di cento chilometri quadrati di territorio; in Portogallo, schierati 1700 vigili del fuoco; in Sardegna, canadair in azione; in Siberia gli incendi sono inarrestabili; tra giugno e luglio in Groenlandia, Siberia, Canada e Alaska si sono sviluppati più di 100 grossi incendi osservati dai satelliti: è un fenomeno “senza precedenti”; l'angoscia in Grecia, i roghi devastano l’Attica; Sudafrica, 10.000 evacuati dopo incendio; negli ultimi giorni si sono registrati 6.902 incendi in Angola e 3.395 nella Repubblica Democratica del Congo, mentre altri focolai si accendono in Zambia. Dati allarmanti che si sommano agli oltre 5 milioni di ettari di foreste andati a fuoco in Siberia all’inizio di agosto e al gravissimo incendio divampato recentemente nella regione montuosa di Cruz de Tejeda, nelle Isole Canarie. etc., etc.

E la notizia sull’incendio che ha devastato la Cattedrale di Parigi? Beh, quella non fa più moda, ha raggiunto… lo scopo!

Adesso va di moda, invece, dar corda agli ambientalisti di comodo o a coloro che si vogliono atteggiare a paladini dell’ecosistema: bambine prodigio e novelli Napoleoni tentano di cavalcare il Ronzinante del successo, apportando nuova legna al camino della Stampa sensazionalistica.

Naturalmente non poteva mancare, all’occasione, (petrusina ogni mmenesta) l’intervento del clero.

Forte, infatti, l´allarme della rete ecclesiale Pan Amazzonica (Repam) sul pericolo del cambiamento climatico e dell’aumento dell’intervento umano sull’ecosistema. Eppoi, col dovuto rispetto verso tutte le razze umane, ci sono da difendere gli indios dell’Amazzonia, tanto cari a Papa Francesco…

Ci piacerebbe, però, a questo punto, che “l’amato clero” nutrisse le stesse preoccupazioni per i cristiani trucidati giornalmente in varie parti del mondo, per non dover sentire che al tanto questionato slogan nazionalista “Prima gli italiani” faccia da controcanto un liturgico ” Indi in primis”…!

Incredibile, ma vero: secondo i dati forniti dall´antropentropia (grandezza che misura il degrado ambientale causato dall’uomo) risulta che la maggioranza di chi si definisce ambientalista aderisce ad un ambientalismo di comodo, completamente ininfluente ai fini di una concreta difesa della natura. In altre parole, è come se si dichiarasse: sono ambientalista solo se le rinunce non toccano a me.

Vien da dire: questo strano mondo così com’è non mi appartiene e non desidero condividerlo!

Epperciò, su, sveglia! e non siate volutamente distratti signori della carta stampata, signori pseudoambientalisti, pupi e prodi paladini (sostantivo, quest’ultimo, che ci ricorda i paladini di Francia del cantautore dialettale calabrese Otello Profazio), oltre agli incendi delle foreste, di cui ci avete riempito le tasche, ci sono ben altri gravi problemi che affliggono l´umanità in questo pazzo mondo e che meritano la dovuta attenzione.

Viene in mente, all’uopo, un vecchio adagio che recita:” L’attenzione genera tutte le virtù, la distrazione tutti i vizi”.

E di vizi, ahimè, ne abbiamo già tanti!

G.& G. Arnò