Era prevedibile.

Giorni addietro, conversando con l’amico comandante Raffaele, gli avevo pronosticato: la lega supererà il 30% e il M5s scenderà sotto il 20%. No! Mi aveva risposto, incredulo.

Ho azzeccato!

"La maggioranza degli Italiani è di centrodestra perché l'anima di questo Paese è di centrodestra". È un’affermazione post elettorale di Berlusconi, che si riferirebbe all’animismo magico contenuto nel pensiero scientifico di F. Bacone e G. Keplero?

Può darsi, ma non credo che sia solo questione d’anima e di DNA.

Migranti, sicurezza e crescita economica sono i problemi reali, che oggi stanno più a cuore agli italiani o almeno alla maggioranza di essi, e la Lega ha fatto una vera crociata per affrontarli politicamente come mai nessuno fino ad ora.

E Salvini "stravince contro tutti” asfaltando buonisti, radical chic e certi vescovi nonostante: minacce, striscioni di protesta, critiche nelle scuole, all’Università (La Sapienza), speronate dei propri alleati di governo, talk show incalzanti dei progressisti, acidità dei post su internet, anatemi della Cei, dell’Avvenire e di Famiglia cristiana e chi più ne ha più ne metta. Ah, dimenticavo, il tutto con la "benevolenza" del Vaticano!

Infatti, senza mai nominare “Satana” (Salvini), Papa Francesco ha messo in evidenza, in ripetute occasioni, i rischi di una deriva a destra, che potrebbe sfociare in un ritorno del razzismo, un pericolo molto sottovalutato.

Anche se, bisogna ricordarlo, c’è una buona parte della Chiesa cattolica cui l’accoglienza a tutti i costi, la fine della sovranità nazionale e la necessità di politicizzare la religione proprio non vanno giù. L’europeismo e l’antinazionalismo, obiettivamente, non sono di casa in ogni parrocchia!

Non a caso il  cardinale Gerhard Müller, in intervista al Corriere delle sera, il 28 maggio, ebbe a dichiarare:  "Dire, come hanno fatto il direttore di Civiltà cattolica, padre Antonio Spadaro, e il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, che Salvini non è cristiano perché è contro l’immigrazione, è stato un errore. In questa fase la Chiesa fa troppa politica e si occupa troppo poco di fede".

Ma se la Lega ha vinto, ed era nelle previsioni di un crescendo di favori irreversibile, chi ha perso?

Non il M5s che era dato per scontato, in disfatta, ma qualcuno che non avrebbe mai dovuto immischiarsi, anche se indirettamente, nella disputa elettorale: S.S. Bergoglio.

L’azione da “commando” dell’Elemosiniere con licenza di violare leggi e trattati ha fatto traboccare il vaso già stracolmo! La reazione popolare è stata inesorabile dappertutto: basta leggere i numeri elettorali nei noti centri "pro accoglienza" di Riace, Lampedusa e Capalbio!

Si potrebbe dire che certe situazioni locali non facciano testo per cause contingenti o per altro, ma - piaccia o meno - i numeri rivelano ufficialmente, per dirla con il titolo del recente romanzo di Antonio Monda, "L'evidenza delle cose non viste".

Eppoi, è reale, il popolo si ritrova dopo tanto tempo un vero leader e il clero conservatore a simpatizzare per lo stesso: il nuovo Salvini, da molti definito “un comandante Patria e Chiesa”.

Col rosario e con la croce in mano, invocando "coram populo" l’aiuto celeste, agli sgoccioli della campagna elettorale, il vice premier leghista si è autoproclamato custode dei valori nazionali e della Chiesa, quasi sfidando manifestamente il Papa come fosse un avversario politico.

Bersaglio centrato? I risultati elettorali lo confermano!

G.&G. Arnò