Sicuramente è passato tanto tempo, ma “meglio tardi che mai” o “más vale tarde que nunca”, detto in spagnolo, dato che in Bolivia, Paese di lingua spagnola, è finita la lunga fuga dalla Giustizia italiana dell´ ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac), Cesare Battisti.

Da poche settimane, questi si era rifugiato in Bolivia; occhiali scuri, pizzetto, jeans e maglietta nera se ne andava tranquillamente in giro tra i negozi di Santa Cruz de la Sierra, sicuro e contando sui favori del Governo locale. Ha fatto, però, i conti senza l’oste; la Bolivia lo aveva già “scaricato”!

Altra ipotesi è che sia stato preso per una “soffiata” e che il processo di estradizione sarà lungo e tortuoso; noi propendiamo per la prima versione e, se non ci saranno vizi “ideologici" da denunciare nel rapido processo di estradizione, nel giro di pochissimi giorni o anche prima, fumata bianca: “Habemus” Battisti.

Gli agenti dell’Interpol e dell´Aise, per quello che ci consta, hanno fatto un ottimo lavoro di ricerca e pedinamento, fino ad arrivare all’arresto del fuggitivo, contando, naturalmente, sulla preziosa collaborazione dell’intelligence brasiliana e boliviana.

Il rientro in Italia per l’accomodamento nelle patrie galere è oramai solo questione di tempo: "Stiamo lavorando da ieri notte per fare in modo che arrivi il prima possibile in Italia per scontare la sua pena", comunica il ministro dell'Interno Matteo Salvini. E più che mai, in questo caso, vale il detto dello stesso: “La pacchia è finita”.

Infatti, con la protezione dei precedenti governi di sinistra, Battisti, in Brasile, gradito ospite, praticava l’hobby della scrittura, godendo della dolce brezza marina e del clima tropicale e, perché no, alla faccia di chi gli voleva male.

Ritornando alla “missione cattura”, in effetti, gli investigatori italiani non avevano mai perso di vista Battisti, lo seguivano in tutti i suoi passi, solo che aspettavano il momento buono per poterlo ammanettare. Il presidente Bolsonaro è stato determinante nella cattura dell’oramai famoso latitante; lo ha praticamente costretto alla fuga, facilitandone l´arresto in Bolivia.

Un ordine di arresto era stato emesso il 13 dicembre scorso da Luiz Fux, giudice del Supremo Tribunale brasiliano, e il relativo decreto di estradizione veniva firmato, un giorno dopo, dal presidente uscente Michel Temer. Bolsonaro, in campagna elettorale, aveva comunicato a Salvini che, una volta eletto, gli avrebbe fatto un piccolo regalo, Battisti.

“Promissio boni viri est obligatio”, ovvero: “Le promesse delle persone perbene diventano un’obbligazione” e, è proprio il caso di dirlo, il presidente brasiliano manterrà la promessa; il regalo è in arrivo.

Soddisfazione e brindisi da parte di tutti, tranne naturalmente che per Battisti, per l’eclatante cattura. Congratulazioni ai nostri 007 e ai loro collaboratori stranieri vengono formulate da parte di tutte le nostre autorità per l’arresto, dopo 40 anni di latitanza, dell’ex terrorista, condannato in Italia a due ergastoli a causa di quattro omicidi.

Hanno manifestato vivo compiacimento per il buon esito della “missione” poliziesca, naturalmente, anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il nostro ambasciatore a Brasilia, Antonio Bernardini, apprezzabile, come sempre, in tutte le fasi di questa lunga vicenda.

Ora la faccenda passa nelle mani dei ministeri competenti al fine di consentire una rapida estradizione. Un aereo attende l’ ”illustre” passeggero in Bolivia; forse dovrà fare uno scalo “burocratico” a Brasilia o forse no; lo sapremo nelle prossime ore, sicuri, stavolta, che né intellettuali sinistrorsi, né cantanti di turno intralceranno il suo ritorno a casa, anche se, nell’aria, già echeggia una dolce melodia, quella di Mario Merola, le cui parole invocano:” Torna, sta' casa aspetta a te! Torna che smanie 'e te vede'! Torna! Torna! Torna, ca si' ce tuorne tu nun ce lassamme cchiu'”, sono le patrie galere a cantarla!

ULTIME NOTIZIE: Battisti è già nella casa circondariale "Salvatore Soro" di Oristano.

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