di Bruno Fulco

La Pasqua, il segno delle resurrezione che a Roma non si vede

Il solstizio di primavera è già passato, ma il bel tempo si è fatto attendere ancora qualche giorno. Ora gradualmente le temperature si alzano e mentre a Trento si porta ancora il piumino, in Sicilia si organizzano già per il mare. Tanto che stanno pensando per pasqua, di organizzare il barbecue direttamente in spiaggia. A Roma siamo una via di mezzo tra i due estremi, ma come in questi ultimi giorni più tendenti verso il sud.

Anche qui si pensa al barbecue, ma il luogo deputato a farlo è sempre un bel prato verde. Che sia ai Castelli, ai laghi di Bracciano, Bolsena, Nemi o Castel Gandolfo poco importa, l’importante è che ci sia il sole. Da questo punto di vista la pasquetta è stata sempre propensa ad essere bagnata, però per quest’anno i siti meteo sembrano pronunciarsi apertamente sul sole pieno.

Cosa non da poco, perché è una notizia che ha il potere di strappare da casa anche quelli più restii. La pioggia infatti per chi vive la pasquetta come un incubo, è la scusa ideale per evitare la gita fuori porta. Chi cerca invano di sottrarsi, sono in genere quelli a cui tocca guidare e, la loro ricerca estrema di una scusa per rimanere a casa a dire il vero è anche motivata.

Capita infatti che dopo gli entusiasmi di una bella giornata all’aria aperta, tra partite di pallone, esuberanze alcoliche e pantagrueliche grigliate, tutto finisca con una bella coda in macchina che il povero autista gonfio come un otre per i bagordi della giornata, dovrà sorbirsi spesso fino a sera combattendo con la digestione. Le cronache del rientro fanno infatti registrare file interminabili, che spesso si dissolvono soltanto in serata.

Quelli che rimangono a casa possono replicare il pic nic a Villa Borghese, Villa Ada o nelle altre aree verdi dell’urbe oppure in alternativa, godersi una città dai ritmi più rilassati ed in preda solo ad estasiati turisti già in bermuda. A questi Roma si mostra nella sua bellezza eterna, anche se deve fare uno sforzo sopra la norma per mascherare le sue magagne.

Tralasciando la lotteria della caduta alberi, che si sussegue ormai a ritmo settimanale, è la questione delle buche a tenere sempre banco. Il manto stradale è ormai ridotto ad un colabrodo, soltanto la proverbiale ironia dei romani riesce a far apparire meno drammatica la situazione. Tra le battute più in voga c’è quella che dice: “ Aho ieri so’ entrato co la macchina dentro ‘na buca sulla (Via Cristoforo) Colombo e so’ uscito a Montesacro”, quartiere dall’altra parte di Roma.

Oppure sul web impazza il fotomontaggio di una serie di buche con vicino personaggi dell’informazione scientifica, che si chiedono se per caso non si tratti di orme di brontosauro appena rinvenute. L’amministrazione cerca di fare qualcosa ma non riesce a risolvere il problema, anzi a volte i rimedi scelti sono peggio del danno. Riempiono le buche con una sorta di asfalto pronto e compattato, che però dura solo qualche settimana per poi dissolversi in un tappeto di brecciolino che ormai invade gran parte delle strade più trafficate. Così per quei temerari che ancora oggi si ostinano ad utilizzare le due ruote, il pericolo è forse più grande delle buche stesse.

Del resto cosa aspettarsi da chi con una situazione del trasporto pubblico deficitaria, ha appena annunciato che sta portando avanti il progetto della Funivia tra Via Casalotti e Via Battistini. In aiuto alla Sindaca Raggi è comunque intervenuto il grande interesse per le elezioni nazionali, in grado di sottrarre attenzione per le sorti della capitale. Come in tutto il paese infatti, la partecipazione stavolta è stata più alta del solito.

Per la prima volta il M5s tentava il colpaccio di andare al governo da solo e per poco non ce la faceva. Come in tutti i paesi che non attraversano un momento florido, le nuove forze che si presentano promettendo lavoro e soldi per tutti fanno il pieno alle urne. Così è stato anche per i M5s che come partito hanno ottenuto un risultato strepitoso, seppur non sufficiente per formare un governo.

L’antagonista era la destra che presentatasi in una coalizione di Lega, FI e F.lli d’Italia, ha anch’essa ottenuto una grande affermazione. Risultato finale hanno vinto tutti come sempre, ma non si è in grado di fare un governo. Anzi un perdente a dire il vero c’è stato ed è il PD, dissoltosi come neve al sole insieme a tutte le chiacchiere senza senso del suo, ormai rottamato leader Renzi, capace di proporre l’antifascismo come unico tema per la campagna elettorale.

In questa situazione di stallo c’è da aspettarsi clamorose alleanze e scaricabarile, da parte di personaggi che fino a qualche giorno fa le avevano escluse categoricamente. Staremo a vedere e come diceva Lucio Battisti, “lo scopriremo solo vivendo”. Quello che possiamo fare intanto, è goderci le occasioni culturali della primavera romana. Per gli amanti del cinema al Teatro dei Dioscuri al Viminale c’è la mostra “La Dolce Vitti” che celebra vita, stile e film dell'attrice romana Monica Vitti, forse l’ultima grandissima diva del nostro schermo, amata da spettatori di età, sesso, gusti cinematografici diversi“.

Gli appassionati di fotografia, avranno invece la gioia di poter visitare la mostra della più grande Agenzia del mondo, che ha avuto tra i suoi fotografi i più grandi di sempre. “Magnum Manifesto: che celebra il settantesimo anniversario della Magnum Photos“. Creata da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger e David Seymour nell’aprile del 1947. Fotografi che sono stati per tutti uno sguardo sul mondo e la cui visione e attuale ancora oggi come ieri.