L’Ottobrata romana abbandona la capitale così, senza preavviso, costringendo tutti quanti a trovare il necessario tempo per un immediato cambio di stagione. Le grandi manovre tra armadi e cantine riesumano l’armamentario necessario ad affrontare l’inverno. Piumini e maglioni riprendono definitivamente il loro posto spedendo nell’oblio bermuda e t-shirt. Come se non bastasse è arrivata l’ora legale, con il ciclo solare che si avvia spedito a perdere preziose ore di luce. Per una moltitudine di persone questo equivale a terminare l’orario di lavoro al buio, in una sensazione di tristezza che inizialmente avvolge ogni cosa. Un momento catartico in cui si affacciano ragionamenti, analisi e anche sensi di colpa, su quello che poteva essere, quello che è stato e che sarà. Un ciclo vitale che finisce e ricomincia dalle tenebre. Basta però superare lo sconforto iniziale per riscoprire che anche la stagione oscura regala qualche gioia. Davanti alle caldarroste e a un bicchiere di vino rosso, c’è già chi timidamente comincia ad accennare ipotesi sui regali di natale e tra qualche giorno inizierà a portarsi avanti con il lavoro. Panettoni e pandori timidamente inizieranno a sbocciare sugli scaffali di tutti i supermercati, promettendo una felicità a buon mercato.

Si alza il vento e appresso a quello meteorologico soffia forte anche quello dell’ambizione separatista. Sull’onda lunga della questione Spagnola, che vede la Catalogna rivendicare una propria indipendenza nazionale, anche in Italia si scuotono animi e coscienze. Veneto e Lombardia chiedono anche loro una propria indipendenza, anche se qui la questione è un po’ diversa. In terra Iberica la Catalogna rivendica un propria autonomia culturale, basta pensare che si esprimono con una loro lingua propria, anche se poi la questione scivola nell’aspetto economico. Figurando tra le regioni più produttive la Catalogna si sente penalizzata e vorrebbe staccarsi dal governo centrale che invece non lo permette, anche perché le percentuali della consultazione referendaria non sono ritenute rappresentative dell’intera popolazione interessata.

In Italia è diverso e si punta dritto al sodo, non si invocano identità culturali ma si va subito sull’aspetto economico. In Veneto la Lega ha tempo abbandonato gli atteggiamenti folcloristici dell’era Bossi e gli inni a Roma ladrona. Anche perché lui e i suoi accoliti si sono dimostrati paladini del malaffare e proprio nel parlamento di Roma hanno operato per frodare lo stato, sottraendo con rendiconti falsi circa 56 milioni di euro tra il 2008 e il 2010 utilizzati per spese personali. Reato per cui sono stati condannati a due anni e sei mesi l’ex leader della Lega e 4 anni e dieci mesi l’ex tesoriere del partito. Il nuovo corso leghista vede ai vertici tra gli altri Luca Zaia, presidente della regione Veneto e tra le voci più decise nell’invocare l’autonomia. Qui pero la richiesta si fonda su presupposti diversi e si riferisce alla possibilità di agire in maniera più autonoma sulle questioni regionali, bypassando almeno in parte il governo centrale per gestire al meglio le risorse riducendo gli sprechi. Se letta al di fuori di barriere ideologiche e populismi potrebbe addirittura essere uno stimolo innovativo per il Parlamento, costringendolo ad una gestione meno allegra in grado di utilizzare meglio le tasse dei cittadini che oggi evaporano come la rugiada del mattino.

Intanto a Roma sembra che lentamente l’aria stia cambiando e il mondo dei media ha sostanzialmente mollato la presa sulla Sindaca Raggi ed il M5s. Il tavolo per Roma dopo l’inizio spigoloso tra le parti sembra essersi avviato, si ipotizzano presto interventi in grado di riportare la città allo splendore che merita. E’ chiaro che i Romani finchè saranno costretti a fare lo slalom tra le buche con lo scooter, difficilmente crederanno alle favole del miglioramento. Nel frattempo è iniziata la 12 edizione della Festa del Cinema di Roma. Sotto i riflettori che illuminano il red carpet sfilano le star internazionali acclamate dai fans. In verità nei corridoi dell’auditorium sfila l’intera fauna mondana che fa da contorno alla manifestazione, attrici e personaggi di varia natura in cerca di visibilità. Anche tanti politici, che visti da vicino sembrano addirittura persone normali, tanto che si fa fatica ad immaginarli nella veste di privilegiato consumatore di denaro pubblico.

Fino al 5 novembre La Festa del Cinema catalizzerà le attenzioni della scena Romana, uscendo dalle sale dell’auditorium per raggiunge anche sedi diverse come il Maxxi e il Teatro Palladium. Quando sul festival calerà il sipario Roma continuerà a dare spettacolo in altri modi. Uno di questi è “The spirit of Caravaggio Intensive experience” nelle Sale del Bramante fino al 15/11. Anche visitare il Cantiere della Domun Aurea è una bellissima visita soprattutto perché arricchita dalla possibilità di utilizzare la realtà virtuale. Una maniera straordinaria per calarsi nei Fasti della Roma che fu.