Chiesa San Tomaso

 

 

Incisione iniziali di Mozart

Organo San Tomaso Becket

 

Chiesa di San Tomaso Cantuariense, dove Mozart suonò l’organo

lasciandovi incise le sue iniziali

 

Servizio e foto di

 

   Verona - Affacciata sulla piazza e sullo stradone omonimo, sorge la chiesa di San Tomaso (o Tommaso) Becket, nota di più come di San Tomaso Cantuariense, nei pressi del ponte Nuovo e del corso dell’Adige.

   L’edificio sacro è intitolato, appunto, a Thomas Becket (Londra, 21 dicembre 1118 - Canterbury, 29 dicembre 1170), dapprima lord cancelliere del Regno d’Inghilterra dal 1154 e, poi, eletto arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra nel 1162. In contrasto col regnante Enrico II (Il Plantageneto, primo re della dinastia plantageneta od angioina, Le Mans, 5 marzo 1133 - Chinon, 6 luglio 1189) venne ucciso, infine, a colpi di spada nella cattedrale di Canterbury durante gli uffici divini. Papa Alessandro III lo canonizzò il 21 febbraio 1173 ed il suo ricordo liturgico ricorre il 29 dicembre, giorno e mese del suo martirio.

   La struttura è il risultato d’un ampliamento (iniziato, stando ad un’iscrizione sulla facciata, attorno al 1449) d’una preesistente chiesa dedicata alla Vergine Annunciata posta accanto ad una cappella più vetusta in venerazione di San Tomaso Becket. Quest’ultima venne demolita e la nuova costruzione, consacrata il 22 settembre 1504, adottò la designazione dell’arcivescovo inglese. Con l’avvento delle truppe napoleoniche, nel 1796, trovò utilizzo come ospedale ed infermeria militare mentre l’annesso convento fu soppresso nel 1805. Durante la successiva dominazione austriaca chiesa e parti dell’ex monastero vennero adibiti a magazzino e carcere di guarnigione. Solo dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, nel 1866, riprese la funzione religiosa (nel 1867).

   Eseguita all’esterno in stile gotico ed all’interno in rinascimentale, la chiesa conserva, nei muri laterali della navata, otto altari barocchi (quattro a destra ed altrettanti a sinistra) innestati in archi.

   Oltre a dipinti di Antonio Balestra, Felice Brusasorzi, Giovanni Caliari, Girolamo dai Libri, Paolo Farinati, Giovanni Maria Pomedello, Alessandro Turchi e di altri artisti, spiccano due monumenti sepolcrali neoclassici dello scultore Ugo Zannoni (Verona, 21 luglio 1836 - Verona, 3 giugno 1919): quello della tomba di Michele Sanmicheli (architetto ed urbanista, Verona, 1484 - Verona, 1559) e l’altro alla memoria di don Nicola Mazza (presbitero ed educatore, Verona, 10 marzo 1790 - Verona, 2 agosto 1865), le cui spoglie riposano nella chiesa di San Carlo Borromeo (che fa parte dell’Istituto da lui fondato, in via San Carlo 5).

   Gioiello tra i gioielli storici della chiesa è l’organo a canne di tipo barocco, collocato sulla cantoria alla sinistra del presbiterio. Realizzato nel 1716 da Giuseppe Bonatti (organaro, Desenzano del Garda, 20 marzo 1668 - Desenzano del Garda, 24 maggio 1752), allievo di Carlo Prati (o Prata, organaro, Gera Lario, Como, 1617 circa - Trento, 1700), fu restaurato ed ampliato nel 1786 da Girolamo Zavarise e sottoposto a nuovi interventi conservativi nel 2002 da parte di Barthélémy Formentelli (Bartolomeo, organaro, Courquetaine, Francia, 1939, definito “l’uomo che salva gli organi”).

   Dotato d’un frontone, diviso in quattro corpi, finemente decorato con intagli e dorature e riportante, al centro, lo stemma nobiliare dei marchesi Saibante, lo strumento musicale ha trasmissione integralmente meccanica, due tastiere di 54 tasti ed una pedaliera a leggio di 19 tasti.

   Venne suonato, nel pomeriggio del 7 gennaio 1770, dal tredicenne (avrebbe compiuto 14 anni il 27 gennaio dopo) Wolfgang Amadeus Mozart (battezzato Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus, compositore, Salisburgo, 27 gennaio 1756 - Vienna, 5 dicembre 1791) nel corso del soggiorno a Verona, tra il 27 dicembre 1769 ed il 10 gennaio 1770, durante il suo primo viaggio in Italia, assieme al padre Leopold.

   La tradizione, se non la storia, afferma che le iniziali impresse con un coltellino sulla cassa dell’organo (W. S. M., Wolfgang Salisburgensis Mozart, cioè Wolfgang Mozart di Salisburgo), ancora ben visibili, siano opera sua. In occasione della permanenza di Mozart nella città scaligera, Saverio Dalla Rosa (pittore ed incisore, Verona, 1° giugno 1745 - Verona, 7 dicembre 1821) dipinse un suo ritratto ad olio su commissione del funzionario della Repubblica di Venezia Pietro Lugiati.