In questo che è forse l’unico periodo freddo dell’anno, il tempo scorre lentamente nella capitale. Disorientati dal cambiamento climatico o presunto tale i romani non sono più abituati alla stagione fredda con cui hanno convissuto per una vita, e vivono come un incubo questa seppur ridotta stagione invernale.

 

I miracolati dallo smartworking al mattino accomodandosi ancora in pigiama davanti al PC, si alzano tutti i giorni ringraziando il Signore per non dover mettere il naso fuori casa. Sensazioni che permettono di iniziare la giornata sentendosi dei privilegiati, ma che per molti con il trascorrere delle ore si trasformano in un senso di alienazione, tendente alla depressione verso sera.

 

Per tutti gli altri comincia una lunga giornata che ha come unico scopo solo quello di tornare al caldo delle proprie mura domestiche, tra zuppe, minestre calde, copertina sul divano e serie tv. Per chi dalle periferie si sposta verso il centro, il viaggio verso il posto di lavoro nel traffico leggermente decongestionato rispetto al passato, regala paesaggi imbiancati dalla brina notturna, che gelandosi stende un candido tappeto sugli 85 mila ettari verdi (il 67% del territorio comunale) che incoronano Roma come la capitale più “green” d’Europa.

 

Una piccola consolazione davanti al desolante 33° posto nella classifica delle città nelle quali si vive meglio per lavoro, istruzione, popolazione, reati, reddito, sicurezza sociale, salute e tempo libero. Un grande inganno che da secoli colpisce tutti quelli che subiscono il fascino di Roma e che ne rimangono dipendenti nonostante siano consapevoli delle sue grandi lacune.

 

Le serate casalinghe invernali sono anche il momento migliore per uno degli appuntamenti trasversali più seguiti dalla popolazione Italiana, il Festival di Sanremo ormai alle porte e che quest’anno raggiunge la sua 74° Edizione. La kermesse condotta per il quinto anno consecutivo da Amadeus, snocciolerà ancora una volta il suo programma per cinque serate in diretta dal Teatro Ariston. Trasmissioni interminabili che anche se seguite, per più di qualcuno sarebbe il caso di accorciare, tentando di rendere lo spettacolo più aderente ai tempi moderni.

 

Tra spazi pubblicitari e infinite lungaggini, il programma vive il suo vertice di ascolti a centro serata, che poi scadono inesorabilmente verso il basso, almeno nelle serate che precedono la finale.  A questo contribuisce e non poco l’infinita programmazione di apparizioni ed ospiti, a volte anche fuori luogo messi li giusto per un gradimento di pancia popolare.

 

Con l’intento di spezzare il ritmo della serata in alcuni casi ottengono il risultato inverso e l’addormentano proprio, con monologhi anche discutibili che dispensano una morale da due soldi non richiesta, al popolo italiano.

 

A questo gioco non si è prestato Jannik Sinner, ex promessa e ormai certezza del tennis nazionale, che dopo aver pesantemente contribuito a riportare la Coppa Davis in Italia dopo oltre 40 anni, sta scalando la classifica mondiale ATP a suon di tornei conquistati.

 

Fresco di vittoria degli Australian Open sarebbe stato il personaggio ideale da sparare sul palco del teatro Ariston per garantirsi il picco di ascolti, duettando con il conduttore sul filo della retorica. Ma nel post partita intervistato dal Corriere Sinner ha subito declinato l’invito: "Conoscendomi, io non ci andrei. Canto malissimo, ballo peggio: sono negato. Qui a Melbourne hanno provato a farmi intonare lo jodel… Lasciamo perdere! Devo giocare a tennis, io".

 

In grande simpatia e stile ha saputo rispondere con il carattere che fino ad ora ha contrassegnato la sua giovane carriera, sottraendosi ad un ruolo già scritto per lui da grande Campione qual è. Un Campione che già nel cuore di tutti gli sportivi Italiani raggiungerebbe il gradimento più totale, se invece che a Montecarlo pagasse le tasse nel paese di cui suonerà l’inno ogni volta che alzerà al cielo le tante coppe della fantastica carriera che lo attende.

 

A proposito di ex ospiti Sanremesi Chiara Ferragni non attraversa un grande momento ma ci sarà modo di parlarne in seguito, anche perché probabilmente le sue vicende a partire dal pandoro gate in giù, saranno una pietra miliare per quanto riguarda il mondo influencer. La loro capacità di influenzare il pubblico, i loro metodi, la loro credibilità e reputazione e quanto un’azienda seria reputi ancora necessario ricorrere a queste figure per veicolare i valori della propria qualità.

 

Nessun grosso scossone invece anima la scena politica, anche per la mancanza di un’opposizione che possa reputarsi tale e che sarebbe fondamentale per il processo di crescita del paese. Ad oggi il vertice di questa funzione è rappresentato da Elly Schlein che sembra sempre correre un campionato a parte.

 

In un contesto dominato da guerre e problemi sociali e al minimo dei consensi di partito, tutto il suo impegno è concentrato nell’organizzare un sit-in di denuncia per difendere la libertà di informazione di stampa e del servizio pubblico.

 

Un bel coraggio dopo oltre vent’anni in cui nel campo dell’informazione tv e delle principali testate giornalistiche, ad avere spazio sono stati praticamente solo personaggi e giornalisti afferenti all’area politica di sinistra.

 

In quanto a proposte culturali che come non è ancora chiaro a tutti sono un patrimonio condiviso sia di destra che di sinistra, per quello che oggi possano significare queste etichette, si segnala la mostra ai Musei Capitolini "Goya e Caravaggio: verità e ribellione".

Il progetto espositivo intende mettere in risalto come i due grandi artisti si fecero magistrali interpreti della società del loro tempo e come l’abbiano descritta, introducendo nel loro linguaggio figurativo rivoluzionarie novità iconografiche e stilistiche.