Insieme, per dire basta alla violenza sulle donne.

 

Di Mambro Dolores

Docente e Pedagogista

 

A pochi giorni dai fatti di cronaca che ha scosso l’intero paese il 25 Novembre in molte città d’Italia migliaia di persone si sono riunite per gridare a gran voce di cessare la mattanza sulle donne.

Una giornata dedicata a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza di genere e a promuovere azioni concrete per contrastarla. L’obiettivo è di portare l’attenzione sulla frequenza e la brutalità degli omicidi di donne, incoraggiando ogni individuo a riflettere su questa forma estrema di violenza di genere.

Il colore esibito in questa giornata è il rosso e un oggetto simbolo è rappresentato da scarpe rosse da donna, allineate nelle piazze o in luoghi pubblici a rappresentare le vittime di violenza e femminicidio.

La violenza di genere è una piaga sociale che bisogna estirpare dalla radice. Circa 106 donne vittime dall’inizio dell’anno, uccise da partner o ex partner   in ambito familiare – affettivo, e proprio i numeri e le analisi statistiche potrebbero fare molto nel sostegno alle azioni di prevenzione.

Notizie e dolorosi episodi di cronaca di questi ultimi giorni evidenziano che il femminicidio è una piaga sociale che ha radici profonde, la mancanza di rispetto verso le donne, che a volte trascende nell’omicidio.

Il femminicidio spesso si compie quando una donna è vittima di un’azione compiuta da un uomo convinto che la moglie, la fidanzata, la compagna sia un oggetto in suo possesso e pertanto non accettando una separazione o una fine della relazione non riesce a esercitare il proprio controllo e ad imporsi come vorrebbe.

Un orribile fenomeno in continua espansione che fa registrare un insopportabile maledetto bilancio, ogni giorno, ogni settimana, ogni mese drammaticamente al rialzo. Non c’è dubbio alcun che i casi mostrano un retaggio culturale che non appartiene solo alle vecchie generazioni, ma che si sta diffondendo anche fra le nuove generazioni sempre più incapaci di rispettare la libertà dell’altro sesso.

Il fenomeno della violenza fisica, psicologica e verbale nei confronti delle donne è in continua crescita e necessita di un impegno concreto poiché rappresenta il risultato di una società malata, allo sbando dove vi è un totale annullamento del rispetto delle regole e della dignità in generale.

Tutte le violenze e abusi sulle donne si accompagnano a sofferenza infelicità frustrazione, disistima e disperazione, ed è ora di agire sensibilizzando ad una cultura del rispetto contro il femminicidio, mediante un rafforzamento dell’impianto legislativo, e con un percorso di prevenzione ed educazione che coinvolge la politica, la famiglia, la scuola e l’intera società.

Solo mediante il coinvolgimento di ogni agenzia educativa potrà esserci un cambiamento radicale nella mentalità affinché la violenza di genere sia effettivamente vinta. Agire sul piano culturale ed educativo per evitare ogni forma di sopraffazione e violenza, denunciando alla prima avvisaglia.

Fondamentale educare i giovani al rispetto e alla parità di genere che nasca dalla famiglia per radicarsi tra i banchi di scuola. Emerge la necessità che il compito genitoriale necessiti di educare i propri figli trasmettendo valori e modelli educativi sicuri, attraverso la comprensione e l’ascolto.

Partire dalla famiglia, nucleo fondamentale in cui l’individuo si forma e apprende le prime regole e principi educativi. La scuola a tutti i livelli dovrà impegnarsi in progetti e iniziative specifiche per educare i propri alunni al rispetto verso le alunne, attraverso la condivisione e l’ascolto.

Il femminicidio è un male dell’intera società e pertanto l’intera società ha il dovere di rimboccarsi le maniche affinché nessun uomo si senta libero di poter usare la violenza contro una donna e non c’è alcun dubbio di ricominciare dalle basi dal rispetto per la vita stessa per porre fine a questa violenza per costruire una società improntata sulla solidarietà, rispetto e condivisione di valori cardine nella quale ogni individuo possa vivere in sicurezza e dignità.