Si parla tanto di turismo di ritorno, di ritorno alle origini, di rivalorizzazione delle borgate abbandonate dagli emigrati e via dicendo. Poi notiamo che a dar voce a questi nobili progetti sono le associazioni, i governanti regionali, i politici, i ministri competenti e i personaggi di successo del momento. Purtroppo, però, secondo un copione già visto, si rimane sempre nell’ambito delle parole; delle promesse; delle intenzioni; e, se vogliamo essere più diretti, della propaganda come fine a se stessa o come un tentativo di utilizzare una forma di potere sociale nell'interesse del mittente piuttosto che in quello del destinatario.

Correggeteci se sbagliamo e, se così non fosse, si passi dal dire al fare: sconti del 50% sulle strutture alberghiere dei paesi di origine; bonus ristorazione o sconti nei ristoranti di destinazione; agevolazioni per le escursioni turistiche nei siti interessati; e, soprattutto, prezzi di favore sui voli per l’Italia, che ormai costano un occhio della testa. Caso contrario, si rischia di incentivare, e non è un gioco di parole, il turismo senza ritorno: un oriundo italo-sudamericano p.e., tra un po', col basso potere d´acquisto della propria moneta, dovrà impegnarsi l´anima per acquistare un biglietto aereo per l' Italia; di solo andata.

Bando alle fantasticherie e andiamo ai fatti, se vogliamo essere credibili!

Di redazione