Ventimiglia (Imperia) - Se Lampedusa è stretta d’assedio per i continui arrivi via mare dal nord Africa e la rotta balcanica di provenienza medioorientale ed asiatica sta stravolgendo l’ordinato assetto mitteleuropeo di Trieste, il collo di bottiglia di Ventimiglia è sempre più precluso a quanti intendono entrare in territorio francese, magari per ricongiungersi con parenti ed amici.

   Considerata come la porta occidentale o fiorita d’Italia e da sempre in stretta relazione economico-sociale con la Costa Azzurra, la cittadina presso la foce del fiume Roia ed a circa 8 km dal confine, è da sempre soggetta al pendolarismo e, ormai da anni, all’arrembaggio di stranieri, soprattutto magrebini e subsahariani, afghani compresi, arrivati irregolarmente su barconi o raccolti in mare da navi di soccorso, accolti in hospot, trasferiti in centri per l’immigrazione altrove e poi sgusciati via dalle maglie larghe delle strutture di permanenza.

   I (cosiddetti) cugini d’Oltralpe, persistendo ed anzi incentivando i controlli alla frontiera, alla faccia del trattato di Schengen, stanno schermando il territorio francese dalle entrate illegali di “migranti” economici e supposti “richiedenti asilo”, minorenni compresi. Il governo di Parigi ha pressoché militarizzato i sette passaggi di confine, controllando a campione auto e camion (causando code e malumori tra i frontalieri) ed a tappeto i convogli ferroviari (passeggeri e merci) diretti in Francia. Niente viene lasciato al caso, men che meno alla compassione.

   I clandestini tendono a sfuggire alla vigilanza in ogni maniera, anche tramite i cosiddetti passeur su pericolose vie di montagna dove vengono magari abbandonati, ma i dati su quanti ci riescano veramente sono ignoti. In 7 anni (secondo stime probabilmente in difetto) sono stati purtroppo 28 i morti nel tentativo di passare dall’Italia alla Francia.

   Dall’inizio dell’anno al 23 marzo, hanno raggiunto il picco di ben 5.554 gli stranieri respinti dalle autorità di confine francesi (cioè una media di più di 60 al giorno). Tra questi anche donne e minori spesso spacciati come maggiorenni per eludere doveri istituzionali, contravvenendo appunto al diritto internazionale (ma, tanto, si sa che l’Eliseo può fare il bello ed il cattivo tempo, sia in Europa che varcando in modo arbitrario la frontiera italiana per lasciarvi immigrati sgraditi). Nel periodo indicato ammontano a 363 i minorenni stranieri “riconsegnati” alla Francia dopo il loro irregolare respingimento da parte della Police Nationale. Cugini? Sì, serpenti…

   Perfino Medici senza frontiere accusa l’arrogante Ville Lumière. Il responsabile dell’ambulatorio mobile che fornisce assistenza ai “migranti” in bilico tra Italia e Francia conferma l’allarme per il rigetto della gendarmeria francese ai posti di confine di Ventimiglia anche di minorenni soli. Le autorità si giustificano affermando l’incapacità ad inglobare nel loro sistema d’accoglienza un numero maggiore di minori non accompagnati. Allora, non sapendo come risolvere, attuano la tattica del rimandarli in Italia, scaricando ulteriori responsabilità su una nazione alle prese con un’incontrollata immigrazione dal preoccupante aggravarsi.

   E, intanto, dopo aver lasciato sola l’Italia alle prese con pressanti flussi migratori che impoveriscono il bilancio nazionale a scapito di priorità endemiche, l’Unione Europea di Ursula von der Leyen, con fedele coiffeur al seguito, s’occupa di rifornire di soldi, armi e munizioni l’Ucraina senza mai nemmeno sussurrare termini come diplomazia, compromessi, accordi, cessate-il-fuoco, pace…