L’arte del tempo, della bellezza, condivisa negli occhi di chi guarda

 

Se la realtà, la percezione e rappresentazione di un'opera o di varie opere non sempre avvince la sensibilità delle persone, l'artista Eliasson con la sua splendida mostra: 'Olafur Eliasson nel suo tempo' ospitata a Palazzo Strozzi sino al 23 gennaio 2023, riesce perfettamente a coniugare tutto questo pur trascendendo confini e limiti fisici dello spazio facendo 'suo' il tempo.

Acuto osservatore del 'Rinascimento- spazio' riesce a catturare nel sottile gioco di colori e riflessi, luci ed ombre, ed ancora specchi, donando un taglio diverso all'architettura. Osare è il suo motto! E questo il visitatore lo percepisce ripensandolo fuori dai soliti luoghi comuni. Arturo Galansino, curatore della mostra, racconta delle varie installazioni volute per riappropriarsi del proprio tempo in un lavoro corale tra artista, palazzo e visitatore che prosegue verso anche la Strozzina con la sua realtà virtuale.

Olafur Eliasson danese – islandese residente a Berlino, pacato e tranquillo, dice subito che, sotto insegnamento materno, cercherà d’esser breve in un luogo dove è decisamente piacevole. esserci.

Questa è una mostra di proporzioni civiche di cui la città ne è partecipe. Amo molto stare con gli amministratori e, con piacere, racconto di aver avuto modo di vedere in Accademia l’originale del David di Michelangelo, il Giardino di Boboli, accogliendo piacevolmente il progetto di rigenerazione del giardino. Questo   trovandomi particolarmente sensibile al lascito dell’ultima discendente dei Medici, L’Elettrice Palatina, apprezzando decisamente l’amplissima ricchezza d’arte accumulata tra mecenatismo e collezionismo, donando poi alla città gigliata tutta la collezione di famiglia.

Ritengo che l’esperienza sia ciò che facciamo, scegliendola in un contesto e influenzati dal nostro vissuto. Ognuno di noi vede cose diverse: più largo, più piatto, meno allineato…sta di fatto che in questo percorso si trova acqua, temperatura, luce, fermo restando l’osservazione a modo proprio. Dalle finestre entra la luce e, grazie ad essa, guardiamo la realtà come in una lente, un filtro, un vetro che sussurra la sua storia tra potere e ricchezza. E concludo osservando che siamo noi a scegliere vedendo la realtà a modo nostro.”

Il bel volume della Marsilio Arte inevitabilmente racconta, gioca sul sapiente uso delle ombre nonché sul rapporto tra mente e le emozioni, luoghi e corpo. L'artista fa questo spingendoci a guardare dentro di noi, riflettendo sul modo in cui vediamo ed analizziamo la cosa in maniera strettamente personale.

Il punto di vista di Eliasson è centrato nel non cogliere l'edificio fiorentino come un semplice spazio bensì guardando oltre, pensando e ripensandolo in un contesto dell'habitat. La mostra ha occupato il cortile, il piano nobile fino alla Strozzina, collocandola lungo gli spazi espositivi in modo da creare un percorso altamente coinvolgente. In parole povere lo spazio coltivato, vissuto dall'uomo. Piacevole camminare osservandoci negli specchi posti in alto, sul soffitto, non prima di aver visto la grande installazione “Under the wheather”  , mega struttura elittica sospesa, capace di cogliere  le varie interferenze visive volute, destabilizzando la rigida architettura rinascimentale di cui tuttavia  Olafur è gran cultore.

‘ Beauty ‘ del 1993 riproduce l’arcobaleno grazie alle semplici gocce di acqua con luce volutamente proiettata su di esse, in un gioco di riflessi estremamente piacevole. Proseguendo “Solar compression” fa vedere un disco circolare sospeso con specchio sempre in movimento emanante luce gialla che colora lo spazio. Ed ancora sempre tanta luce che coglie anche quella interna per “Room for One colour”, nella nudità dell’ambiente con luci a monofrequenza trasformando i colori in abili sfumature captanti tonalità del nero, giallo, grigio, azzurrognolo. Da ricordare che Eliasson coltivando i suoi numerosi interessi spazianti dall'architettura alle scienze, fino al rapporto psicologico tra l'essere umano e lo spazio, rappresenta l'artista totale. Il suo pensiero è dato dal fatto che è la presenza dello spettatore che innesca l'arte e la sua esperienza visiva che completa l'opera. Non solo una esplorazione fisica bensì totale! Da metaverso, interagendo in un percorso di luce e colore che si abbracciano combinandosi in un turbine di affinità personali ed emozionali intense unite a sorprese visionarie che tanto arricchiscono la nostra anima.

Già precedentemente l'artista a Firenze, anni fa, non smetteva di osservare gli elementi architettonici rinascimentali, i capitelli e i portali di pietra serena salendo gradini per affacciarsi dalle bifore, volgendo lo sguardo altrove, oltre i vetri piombati spessi e irregolari, sulle strade adiacenti a piazze antistanti. E tutto questo in un continuo dialogo tra Eliasson e il palazzo quattrocentesco, divenendo luogo di incontro tra l'architettura e la sua storia, le opere e le persone, lo spazio e appunto il tempo. Da non dimenticare che egli essendo vissuto a certe latitudini tra l'Islanda e la Danimarca, ha colto una forte sensibilità per i fenomeni naturali protagonisti nelle sue varie opere, sperando di suscitare risposte da parte dei visitatori.

Racconta che le opere stesse ci invitano a divenire consapevoli dei nostri corpi, delle nostre menti, delle nostre emozioni, guardando dentro di noi, riflettendo sul modo in cui ci muoviamo e vediamo, nonché come trascorriamo il tempo con speranza di arrivare alla consapevolezza del nostro vivere.

Tale esposizione, decisamente molto grande, mai realizzata in Italia, tra ombre e luci, riflessi e colori, coinvolge l’architettura rinascimentale in un suggestivo percorso di opere storiche e nuove produzioni. Egli usa la scultura, la fotografia, la pittura, ed ancora installazioni, media digitali e video, in un vortice tumultuoso nonché altamente riflessivo. Il movimento è l'esperienza vissuta legando i propri sentimenti e quelli della comunità, in un percorso aperto volto ad ambiti sociali, ambientali, di forte impatto educational- artistici. Curioso sapere che in Germania, a Berlino, dove egli abita, lo studio Olafur Eliasson riunisce un ampio gruppo di persone: archivisti, architetti, artigiani, cuochi, storici dell'arte, ricercatori, amministratori, nonché tecnici altamente specializzati.

Tra i vari i relatori presenti veniva osservato che il partnerariato è basilare in un costo assicurativo che ha il suo peso: inevitabile avvertire che guerre ed infrazioni agitano venti minacciosi in un contesto tuttavia dove l'arte non ha valori fissi visto che l'estetica è solo una branca.

Cosa significa arte? Significa lanciare messaggi, intuizioni, fantasie, in un unicum totale muovendo l'anima. Questo anche con attenzione all'uomo in un percorso scientifico di quantistica - complementarità.

Decisamente incisivo il primo cittadino, sindaco Dario Nardella definendo Eliasson persona capace di sfidare linguaggi ed epoche in un palazzo ove esistevano rivalità già nel Rinascimento, tra architettura, palazzi e potere segnalando poi di non considerarle Palazzo Strozzi un contenitore, bensì un'opera verso la grandezza del Rinascimento. Il sindaco proseguiva poi osservando che il lavoro di tale artista è un lavoro incisivo, di persona consapevole tra luci, prospettive e linguaggio digitale, tuffato nei secoli trascorsi. “Personalmente amo il contemporaneo e Firenze è viva come insegnano i contemporanei tra passato e odierno. Questa fondazione, la Fondazione Strozzi, ha fatto molto tra sponsor e privati, istituzioni pubbliche, comunità. Da osservare che Galansino è un felice animatore della realtà culturale fiorentina.” Terminava poi Nardella osservando Florentia città protagonista, città contemporanea europea incapace di autocompiacersi.

Prendeva poi la parola il Presidente della Regione Eugenio Giani osservando che Firenze è punto di riferimento nel mondo, citando l'importanza della Fondazione Strozzi, vera e propria realtà come Palazzo Grassi a Venezia.  Inevitabile poi ricordare il Rinascimento Fiorentino, l’anno 1401, nel celeberrimo ‘concorso’ capace di vedere due artisti di enorme caratura quali il Brunelleschi e Ghiberti sfidarsi nella realizzazione della Porta Nord del Battistero, in una gara altamente creativa per la commissione del” Il sacrificio di Isacco”.  Tutto questo a due passi dall’antico decumano romano, e dal cuore del ‘centro’ fiorentino medioevale, che già ospitava il ghetto ebraico poi raso al suolo insieme ad altri edifici nella seconda metà dell’800 per far posto all’attuale piazza Della Repubblica.

“Quanto al contemporaneo - proseguiva - è innegabile parlare dei cambiamenti climatici in corso, delle energie rinnovabili tramite denunce e inviti ad invertire la rotta, come fece Olafur Eliasson nel 2014 tramite i vari pezzi di ghiaccio - iceberg - a forma di orologio, posti nelle piazze delle più grandi città europee per sensibilizzare al rispetto del pianeta.

Ben venga di conseguenza il contemporaneo – terminava Giani - tra rivoluzione e rigenerazione, buon grido di sensibilizzazione.”

Nel parterre dei relatori veniva poi segnalato Palazzo Strozzi caposaldo della cultura Fiorentina: “Un bene da coltivare: Firenze è antichità e modernità e l'occhio è volto al futuro, in compagnia dei giovani di cui ne curiamo la formazione. Grazie pertanto a questo artista che denuncia la fragilità dell'habitat, per la tutela e la salvaguardia dell'ambiente unendo nell’innata sensibilità, cultura e sociale in contesti altamente vitali e cognitivi.”

Parliamo d’una mostra che come main–sponsor ha la Fondazione Cassa Risparmio di Firenze, curata dal direttore di Palazzo Strozzi Arturo Galansino, che si avvale della sponsorship dello spazio "Maria Manetti Sherm Educational Center, nonché della Fondazione Hillary Markus Recordati.

 “Sono davvero lieta di sostenere le arti e la cultura rendendo possibile in particolare l'accesso alle persone più fragili.”

Così si esprimeva la signora Maria proseguendo con: L’arte può aiutare le persone mettendole in relazione attraverso una visione olistica”.

Non a caso parliamo di un punto di partenza dei vari progetti con interazione tra le opere d'arte ed il confronto con i temi proposti dagli artisti, fornendo stimoli per conversazioni, workshop, ed altre attività. Questo segnalando l’alto progetto educativo nonché curativo nei confronti delle malattie, da parte di questa filantropa italo-americana.

Vera e propria chicca, l’energia intelligente e sostenibile senza “Co2 “, in vendita anche a Palazzo Strozzi nel book-shop.  Invenzione sempre di Olafur Eliasson tramite “Littele suns” con generatore. Si tratta di un piccolo pannello che si carica in meno di sei ore d’esposizione che ha trovato uso tra le popolazioni più povere ed indigenti.

Carla Cavicchini