LA “MA REA” PROVOCATA DAL “POETA ERRANTE

E CHIRURGO VISIVO”

 

Andrea Masiero attacca od appende poesie in varie città d’Italia

 

Ma Rea

 

“Scoperto e “smascherato” l’anonimo autore di versi stampati al computer, plastificati ed attaccati con lo scotch, mai con la colla, su supporti d’occasione (a pali della luce, segnali stradali, panchine, alberi ecc. di varie città) e che ha lasciato anche a Verona “tracce” di sé, contrassegnate da un esclusivo logo (nell’angolo in basso, a destra), invece della firma, diventato un po’ il suo marchio di copyright.

Si tratta di Andrea Masiero, in arte Ma Rea, classe 1979, nato a Conselve (Padova), trasferitosi poi a Ferrara (dove nel 2015 s’è laureato in Scienze e Tecnologie della Comunicazione con una tesi proprio sulla street poetry, poesia di strada) ed oggi abitante a Bologna. Sul suo profilo su Facebook si definisce “poeta errante, chirurgo visivo” e rimanda ad un altro profilo “parallelo”, “Lo Stendiversomio”, dove appare il particolare logo-firma adottato, SV stilizzato.

Lascia versi in giro quasi come sfida (e pungolo di riflessione) al passante ma non solo… Come una brava massaia della creatività e nell’adempimento della sua ispirata mission, appende a fili stesi tra alberi sagome (biancheria e vestiti) di carta contraddistinte da sue stimolanti espressioni.

Il suo spirito d’iniziativa, inoffensivo e semmai propositivo, non va giù, talvolta, a solerti vigili urbani che l’hanno multato per comportamento contro “la sicurezza e il decoro della città” e perché “nella località indicata collocava manifestini su beni pubblici. Apponeva su palo della segnaletica stradale un manifesto riproducente un segnale stradale e uno scritto poetico”.

Violazioni ed ammende non hanno scoraggiato Ma Rea dal proseguire nell’apporre poesie su fogli plastificati in tanti luoghi d’Italia dove inscena le sue performances, con vie del centro “addobbate” e poeticamente arricchite.

Poeta clandestino o poeta di strada? Su “Lo Stendiversomio”, Andrea si descrive così: «“Lo Stendiversomio” rappresenta la modalità di scrittura che utilizzo; in questa occasione lo uso per dare il titolo alla pagina dedicata alle mie opere, formando così una specie di raccolta dei miei lavori; all’interno de “Lo Stendiversomio” sono presenti i progetti artistici di poesia errante e le poesie che scrivo. Definisco il mio stile con l'espressione “poetica dell'inconscio”. Partendo da immagini o specifici termini che mi passano per la testa razionalizzo il tutto fino a dare un senso più o meno compiuto all’elaborato. “Lo Stendiversomio” è una metafora che evoca lo stendibiancheria e il versuro; quest’ultimo è un’espressione dialettale veneta usata per indicare l’aratro. Attraverso l’utilizzo del versuro, metaforicamente parlando, rivolto la mia psiche, facendo emergere emozioni, espressioni ed altre immagini dall'inconscio. Da queste immagini o parole inizio a costruire un verso e poi innesto altri concetti fino a dare un senso più o meno esplicito allo scritto».

Andrea Masiero e/o Ma Rea, quindi: eclettico visionario ed itinerante vate, provocatore di ondivaghe reazioni. Anche per il dispendio di tempo e denaro (viaggi, carta, plastificazioni, biadesivo ecc.) che si sobbarca volentieri per condividere quello che si porta appresso, tra pelle ed anima. Ma occhio ai vigili urbani privi di senso poetico e dalla contravvenzione facile…

 

Claudio Beccalossi