Una primavera anomala che non scalda i cuori e non significa rinascita

Sembrava dovesse essere un inverno letale ed in effetti la botta artica di qualche settimana aveva convinto più di qualcuno in questo senso. Come al solito però una sorta di scherzo di carnevale ha ridotto i giorni di freddo rigoroso ad una sola manciata, confermando come la Capitale goda di quel clima eccezionale invidiato un po’ da tutti. Ne mai troppo freddo ne troppo caldo, un limbo climatico dove oggetti come guanti, sciarpa, maglione hanno una vita annuale limitatissima quando non addirittura nulla.

Già in questo momento la primavera avanza a passi da gigante, proponendo le prime maniche corte che già qualcuno timidamente esibisce in giro. Più un segnale che un’esigenza termica. Indossate da giovanotti che non vedono l’ora di scrollarsi questo periodo buio per tornare alla vita insieme e all’aria aperta. Un inno alla convivialità, destinato per ora a rimanere negato probabilmente ancora per un bel po’.

Ma c’è anche chi questo clima lo vive come un’eterna tortura, è il caso dell’esercito di allergici cronici riconoscibili dal naso perennemente paonazzo e dal fazzolettino di carta che stringono tra le mani. Per loro questo clima di lunga germinazione in cui pressoché tutto l’anno sono presenti le spore di qualche pianta, è una vera condanna.

Li vedi soffiarsi il naso tutto il giorno, con gli occhi lucidi in una strenua resistenza nel non voler assumere farmaci, salvo poi ritrovarli stravolti dopo notti insonni ad anelare una puntura di cortisone come un tossico in astinenza farebbe con il metadone. Li salverà come sempre la stagione estiva, che mette fine al periodo in cui la natura si risveglia regalando la possibilità di fruire del mare.

Il mare già, ma che mare sarà quest’anno. Forti delle esperienze del passato vorranno riproporre un finto distanziamento negli stabilimenti oppure adotteranno forme diverse? Faranno una “pausa” di ogni tipo di cautela per poi iniziare da capo a settembre? oppure faranno in modo di adottare provvedimenti buoni solo per i creduloni ma che non saranno in grado di controllare?

Di fatto la gente è stanca della “reclusione” ed è un fattore che non può essere ignorato nello stabilire ogni tipo di programma. Di contro il vaccino non viene certo in aiuto. Ancora tanta confusione, non si è ancora capito granché e di certo si sa solamente che i tempi preventivati per una vaccinazione di massa si sono allungati e che quindi, il ritorno ad una pseudo normalità è ancora di la da venire e non si vede nemmeno all’orizzonte con il cannocchiale.

Come nella migliore tradizione italica a corollario non ci siamo certamente fatti mancare i soliti scandali, rivelatori di un sottobosco di maneggioni e traffichini sempre in grado di assicurare un lato sporco e poco chiaro ad operazioni che dovrebbero essere senza macchia, come gli approvvigionamenti di mascherine e presidi medici vari in tempi di emergenza sanitaria.

Ora nell’occhio del ciclone è il turno di Arcuri e dei suoi accoliti, ma la solita stampa asservita lo metterà presto al riparo dalla luce dei riflettori come aveva già fatto con Zingaretti, passato quasi inosservato dopo lo scandalo delle mascherine in cui la Regione Lazio ha regalato diversi milioni di euro a soggetti che tutto potevano essere tranne l’interlocutore giusto per quel tipo di esigenza.

Talmente riabilitato che ha ricominciato a predicare sull’opportunità di sostenere un governo o l’altro, o anche tutti e due, l’importante è rimanere ben saldo, incastrato tra i braccioli della sua poltrona, insieme al resto dei parlamentari italiani ormai giunti in stragrande maggioranza al limite inferiore della credibilità. Ieri con Conte, oggi con Draghi, domani? Chissà. L’importante e rimanere nel palazzo ad ogni costo anche cambiando partiti loghi, nomi, stravolgendo il proprio naturale orientamento stringendo bislacche alleanze. vale tutto e il contrario di tutto, basta esserci ad ogni costo.

In questa situazione del paese certamente le imminenti elezioni per il Sindaco di Roma vedranno una campagna elettorale unica nel suo genere. Ci si aspettano promesse mirabolanti che so, tipo un nuovo vaccino disponibile immediatamente per tutti, mentre invece basterebbe promettere la normalità.

Amministrare la Capitale d’Italia come fanno gli altri paesi con la loro, riservandole le attenzioni che merita come biglietto da visita della propria identità nel mondo, ed evitando così che il primo scribacchino internazionale posti una qualsiasi foto di degrado per ricamarci un poema il più delle volte fuori luogo e basato su luoghi comuni.

Virginia Raggi ha annunciato la sua nuova candidatura sostenuta da una parte del partito con Grillo in testa che nell’annunciarla ha detto: Roma ha ancora bisogno di te. Una bella battuta degna di un comico prestato alla politica, che però per molti romani somiglia più a una minaccia.

Vittorio Sgarbi si è detto pronto a contendere alla Raggi lo scranno più alto nella sala del Campidoglio Romano, sostenuto da liste civiche di varia natura. Vedremo chi altro si farà avanti, quello che sembra però è che in questo periodo di difficoltà nessuno sembra così entusiasta di conquistare una poltrona per cui c’è tanto da lavorare.

Nota positiva è il ritorno alla cultura che anche se in modalità distanziata e nel massimo dell’attenzione ha ripreso a proporre i suoi appuntamenti, consentendo di lasciare da parte quei notiziari pieni di numeri che tanto hanno minato il nostro entusiasmo per il bello e per la vita in questo lungo anno.

Si segnalano la mostra “L’Eredità di Cesare e la conquista del tempo” I Fasti Capitolini, straordinari calendari incisi nel marmo, narrano la storia di Roma dalle sue origini agli albori dell’età imperiale grazie alla multimedialità. Sempre pescando nella storia, ai Mercati di Traiano da vedere “Napoleone e il mito di Roma”, ideata in occasione del bicentenario dalla morte di Napoleone Bonaparte. La mostra lo celebra ripercorrendo il rapporto tra l’imperatore francese, il mondo antico e Roma. Un lento, nuovo approccio alla cultura iniziando dalle epoche passate, sempre fonti di esperienza e visione per disegnare un futuro migliore di questo scialbo, inconsistente, insapore presente.