Stamattina, appena sveglio, vengo informato dai soliti bollettini sui fatti avvenuti ieri al Senato americano. Da qualche parte leggo: una pagina nera, uno sfregio alla più grande democrazia del mondo etc. etc.

Detto commento, ancorché l’accaduto debba certamente essere ripudiato, mi ha preoccupato per un duplice motivo.

Primo motivo: Black Bloc o gruppi similari, che compiono atti vandalici, devastazioni, disordini e scontri con le forze dell'ordine, agiscono dappertutto. Dai fatti del G8 di Genova (2001) alle più recenti proteste a Parigi gli esempi non mancano, quindi non vedo perché simili accadimenti debbano essere dipinti come orripilanti e in tonalità più scura in America (pagina nera) e meno scura in Europa (pagina grigia).

Secondo motivo: “Lo sfregio alla più grande democrazia del mondo” mi ha fatto capire come l’indottrinamento provocato dai mezzi di informazione politicizzati e la sovrastruttura ideologica compatta e unitaria che non ammette antagonisti politici e culturali facciano perdere ai cittadini “dominati” il senso della realtà.

Si sproloquia sulla “Democrazia”, ma si perde la nozione della stessa, così come veniva concepita nel pensiero filosofico dell’antica Grecia, anche se risalgono, ancora oggi, al pensiero greco alcuni concetti collaterali che hanno profonda importanza nelle moderne democrazie, ad esempio, quello dell´ isonomia, della libertà, dei diritti fondamentali del cittadino e dei popoli.

La più grande democrazia del mondo”. Da che parte si trova?

Una nazione imperialista per eccellenza, che vuole dominare il mondo economicamente, che con la falsa bandiera della democrazia viola la libertà e la sovranità degli altri popoli, destabilizzando mezzo pianeta e che, cosa ancora più grave, non sa cosa sia la democrazia dentro le proprie mura, non può essere definita, se non umoristicamente, come la maggiore democrazia del mondo.

Quando la democrazia pura degenera e in essa non dominano più la volontà del popolo, i principi dell’uguaglianza, della libertà e della solidarietà, ma gli interessi di gruppi istigati da demagoghi e abbindolati dall’Alta Finanza, si trasforma in “oclocrazia”.

Dall’oclocrazia alla tirannide il passo è breve: Aristotele esplora sapientemente questo concetto nel suo trattato Τὰ πολιτικὰ (Politica), ma chi si interessa più alla filosofia?

Oggi si vive con i paraocchi e parafrasando Isaiah Berlin concludo con questa citazione: “Beati coloro che accettano senza discutere la disciplina in cui vivono, che obbediscono liberamente agli ordini dei capi… o coloro che sono pervenuti, per vie proprie, a convinzioni chiare e incrollabili… Coloro che riposano su questi comodi letti dogmatici sono vittime di forme di miopia autoindotta e portano paraocchi che possono anche dare l'appagamento, ma non certo la comprensione di cosa significa democrazia.“

Di Redazione