IL PAPA: VIVERE L’OGGI CARICO DI SPERANZA

09/11/2020 - 10:59

IL PAPA: VIVERE L’OGGI CARICO DI SPERANZA

 

ROMA\ aise\ - “Vivere l’oggi, ma l’oggi che va verso il domani”, verso l’incontro con Dio, “l’oggi carico di speranza”. Questo è l'invito che Papa Francesco ha rivolto ai fedeli e pellegrini riuniti ieri, 8 novembre, in piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale con la preghiera dell'Angelus.
“Il brano del Vangelo di questa domenica (Mt 25,1-13) ci invita a prolungare la riflessione sulla vita eterna, iniziata in occasione della Festa di Tutti i Santi e della Commemorazione dei fedeli defunti”, ha esordito il Pontefice. “Gesù narra la parabola delle dieci vergini invitate a una festa nuziale, simbolo del Regno dei cieli. Ai tempi di Gesù”, ha spiegato, “c’era la consuetudine che le nozze si celebrassero di notte; pertanto il corteo degli invitati doveva procedere con le lampade accese. Alcune damigelle sono stolte: prendono le lampade ma non prendono con sé l’olio; quelle sagge, invece, assieme alle lampade prendono anche dell’olio. Lo sposo tarda, tarda a venire, e tutte si assopiscono. Quando una voce avverte che lo sposo sta per arrivare, le stolte, in quel momento, si accorgono di non avere olio per le loro lampade; lo chiedono alle sagge, ma queste rispondono che non possono darlo, perché non basterebbe per tutte. Mentre le stolte vanno a comprare l’olio, arriva lo sposo. Le ragazze sagge entrano con lui nella sala del banchetto e la porta viene chiusa. Le altre arrivano troppo tardi e vengono respinte”.
“È chiaro che con questa parabola Gesù ci vuole dire che dobbiamo essere preparati all’incontro con Lui”, ha proseguito Bergoglio. “Non solo all’incontro finale, ma anche ai piccoli e grandi incontri di ogni giorno in vista di quell’incontro, per il quale non basta la lampada della fede, occorre anche l’olio della carità e delle opere buone. La fede che ci unisce veramente a Gesù è quella, come dice l’apostolo Paolo, “che si rende operosa per mezzo della carità” (Gal 5,6). È ciò che viene rappresentato dall’atteggiamento delle ragazze sagge. Essere saggi e prudenti significa non aspettare l’ultimo momento per corrispondere alla grazia di Dio, ma farlo attivamente da subito, cominciare da adesso. “Io… sì, poi più avanti mi convertirò…” – “Convertiti oggi! Cambia vita oggi!” – “Sì, sì… domani”. E lo stesso dice domani e così mai arriverà. Oggi! Se vogliamo essere pronti per l’ultimo incontro con il Signore, dobbiamo sin d’ora cooperare con Lui e compiere azioni buone ispirate al suo amore”.
“Noi sappiamo che capita, purtroppo, di dimenticare la meta della nostra vita, cioè l’appuntamento definitivo con Dio, smarrendo così il senso dell’attesa e assolutizzando il presente”, ha osservato il Papa. “Quando uno assolutizza il presente, guarda soltanto il presente, perde il senso dell’attesa, che è tanto bello e tanto necessario e anche ci butta fuori dalle contraddizioni del momento. Questo atteggiamento, quando si perde il senso dell’attesa, preclude ogni prospettiva sull’al di là: si fa tutto come se non si dovesse mai partire per l’altra vita. E allora ci si preoccupa soltanto di possedere, di emergere, di sistemarsi… E sempre di più. Se ci lasciamo guidare da ciò che ci appare più attraente, da quello che mi piace, dalla ricerca dei nostri interessi, la nostra vita diventa sterile; non accumuliamo alcuna riserva di olio per la nostra lampada ed essa si spegnerà prima dell’incontro con il Signore”.
Da qui l'invito del Santo Padre: “Dobbiamo vivere l’oggi, ma l’oggi che va verso il domani, verso quell’incontro, l’oggi carico di speranza. Se invece siamo vigilanti e facciamo il bene corrispondendo alla grazia di Dio, possiamo attendere con serenità l’arrivo dello sposo. Il Signore potrà venire anche mentre dormiamo: questo non ci preoccuperà, perché abbiamo la riserva di olio accumulata con le opere buone di ogni giorno, accumulata con quell’attesa del Signore, che Lui venga il più presto possibile e che venga a portarmi con Lui”.
Infine come di consueto Bergoglio ha invocato “l’intercessione di Maria Santissima, perché ci aiuti a vivere, come ha fatto Lei, una fede operosa: essa è la lampada luminosa con cui possiamo attraversare la notte oltre la morte e giungere alla grande festa della vita”.
Al termine dell'Angelus, il Papa ha rivolto un pensiero “alle popolazioni dell’America Centrale, colpite nei giorni scorsi da un violento uragano, che ha causato molte vittime e ingenti danni, aggravati anche dalla situazione già difficile per la pandemia. Il Signore accolga i defunti, conforti i loro familiari e sostenga quanti sono più provati, come pure tutti coloro che si stanno prodigando per aiutarli”.
“Preoccupazione” Bergoglio ha espresso anche per “le notizie che giungono dall’Etiopia. Mentre esorto a respingere la tentazione dello scontro armato, invito tutti alla preghiera e al rispetto fraterno, al dialogo e alla ricomposizione pacifica delle discordie”.
In conclusione la Libia. Ieri si sono aperte infatti a Tunisi le riunioni del “Forum del dialogo politico libico”, che vedranno coinvolte tutte le parti. “Data l’importanza dell’evento”, Fracesco ha auspicato “vivamente che in questo momento così delicato venga trovata una soluzione alla lunga sofferenza del popolo libico, e che il recente accordo per un cessate-il-fuoco permanente sia rispettato e concretizzato. Preghiamo per i delegati del Forum, per la pace e la stabilità in Libia”. (aise)