UE, sostegno ai Paesi in ginocchio

Giuseppe Paccione 

 

Dopo tante inutili perditempo, finalmente, una delle più importanti istituzioni europee, cioè il Parlamento Europeo, ha adottato una risoluzione sull’operazione coordinata dell’UE che ha come obiettivo il contrasto alla pandemia del coronavirus o COVID-19.

Ok dall’UE

Semaforo verde, quindi, dell’assise parlamentare europea alla totale flessibilità dell’impiego dei fondi strutturali o, meglio, obbligazioni vincolate alla ripresa e garantite dal bilancio dell’UE. Pertanto, agli Stati membri dell’eurozona verrà consentito di trasferire risorse, in cui verrà inoltre sospeso il vincolo di cofinanziamento nazionale. Ancora, lo stesso organo parlamentare europeo ha proceduto all’adozione di modifica di alcune disposizioni del Fondo europeo di aiuti agli indigenti, con Regolamento (UE) n.223/2014, modificato con Regolamento 2018/1046, del Parlamento europeo e del Consiglio. Tale Regolamento ha come scopo quello di finanziarie la fornitura di dispositivi di tutela per i lavoratori e volontari, come pure l’erogazione di derrate alimentari, gli indumenti e altri articoli essenziali per uso personale. In sostanza, si tratta di un documento che ha come garanzia il rispetto della distanza sociale e della protezione personale. Quindi, il valore dell’eguaglianza ha prevalso su quello dell’egoismo e dell’indifferenza.

Le polemiche sull’UE

Tralasciando le polemiche di alcune forze politiche italiane presso il Parlamento UE che hanno votato contro l’emendamento sugli euro-bond che stabiliva che “una quota sostanziale di debito emessa per contrastare le conseguenze del Covid-19 sia mutualizzata a livello Ue”., credo che sia stato fatto un passo avanti da parte dell’Unione ed aver evitato il suo tracollo in un momento difficile in cui il vecchio continente europeo sta affrontando nella lotta contro uno dei più pericolosi nemici invisibili: il COVID-19.

La preghiera del Papa

Mi permetto di rammentare il discorso del Pontefice Francesco, durante la benedizione apostolica Urbi et Orbi. Quando ha fatto appello all’UE sottolineando che “..ha difronte a sé una sfida epocale. Dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello dell’intero pianeta”. Aggiungendo anche che non deve “perdere l’occasione di dare ulteriore prova di solidarietà”. Messaggio che ha spronato l’UE a mettere da parte ogni forma di egoismo e di interesse particolare. Come pure la tentazione di un ritorno al passato, con il pericolo di distruggere le fondamenta della convivenza pacifica e dello sviluppo delle future generazioni. Credo che l’appello di Francesco abbia scosso molte coscienze di parlamentari UE. Tranne, purtroppo, di una minoranza di essi. Compreso alcuni europarlamentari italiani, che ha solo manifestato la non apertura per favorire la solidarietà fra i popoli degli Stati membri dell’Unione.

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