Non confondere l’oro con l’ottone!

“Ammiraglio? - gracchiò il primo ufficiale attraverso il comunicatore – Sì? – Siamo appena usciti dalla bolla luce e procediamo a metà potenza, signore. – Tra cinque minuti sarò lì Dimitri, mantenga la rotta. Non voglio essere di nuovo qua fuori. Indossò l’uniforme cercando d’ignorare mostrine, medaglie, tutti riconoscimenti senza valore. Staccò con cura la Croce di Halley dal petto e la posò vicino alla foto di Valerij”.

Questo è un brano del libro "Il colore del tempo" di Alberto Cola sull’Ammiraglio Viktor Bondasenko, che considerava le medaglie che fregiavano il suo petto un´ostentazione senza valore alcuno, in sintonia con l´antico adagio: “Ciò che è dato con orgoglio ed ostentazione dipende più dall'ambizione che dalla generosità.”

Personalmente ritengo che sia doveroso rendere pubblico omaggio e riconoscimento a coloro che offrono alla nostra città e al nostro Paese i loro talenti attraverso atti di eroismo, di generosità e di utilità sociale, ma sia ben chiaro che bisogna attenersi il più possibile al detto latino: habendum est modus in rebus.

L’Assemblea Legislativa dello Stato di Rio de Janeiro, ad esempio, su proposta di alcuni onorevoli deputati, continua a dimostrarsi prodiga nell’elargire encomi e medaglie alle più svariate categorie di cittadini. La cosa potrebbe essere anche simpatica e sinceramente non ho nulla contro i super medagliati, il cui peso sul petto è affar loro, ma sono contro il criterio di scelta che ben dipinge il ginepraio in cui le istituzioni si sono impigliate.

Infatti, se un onorevole deputato propone una medaglia per tizio, ritenendolo cittadino eccellente, anche un altro onorevole deputato si sente in diritto di proporla per caio, anche questi - secondo il proponente - cittadino eccellente e così di seguito, ma considerando che di deputati l’Assemblea ne conta ben 70, non v’è chi non noti la caterva di medaglie che annualmente sono o potrebbero essere assegnate a dritta e a manca.

Di questo passo, temo che sarà più facile annoverare i non medagliati che i decorati con l’immaginabile felicità dei fabbricanti e dei venditori di onorificenze e medaglie.

Il Principe - ci diceva il buon Nicolò Machiavelli - “debbe mostrarsi amatore delle virtù, et onorare li eccellenti in una arte”.

Eccellente è colui che si erige fuori dal mucchio, sovrasta per capacità e talento e non ha niente a che fare con il furbetto del quartierino, quel che si forbisce per apparire più limpido di quel che in realtà è.

È pur vero che oramai si è abituati a chiudere un occhio e forse anche due difronte all'indecenza diffusa della nostra società, allo sfascio dello stato di diritto e alla deriva della questione morale, ma un bravo politico che svolge correttamente il suo compito sa di essere responsabile delle proprie azioni verso il proprio elettorato, per cui quando premia un illustre cittadino lo deve fare per proporlo meritatamente come esempio alla comunità. Sennò, perché premiarlo...?

Una medaglia offerta da un’amministrazione pubblica, va rilevato, è ben altra cosa che il premio assegnato da una giuria di un club sociale qualsiasi a un proprio associato!

A titolo di cronaca si ricorda: un solo deputato, ha presentato all’ALERJ - anni addietro - progetti per la concessione della Medaglia Tiradentes a perlomeno 22 tra persone fisiche, giuridiche o entità.

E restringendo il discorso all’anno scorso i deputati dell’ALERJ si sono dimostrati ancora una volta più che prodighi: 248 proposte di premiazione, delle quali 184 per la concessione della massima onorificenza statale, la Medaglia Tiradentes.

In definitiva, il proponente la segnalazione di merito e conferimento di una medaglia deve farsi interprete di un sentimento popolare, per cui attraverso quel riconoscimento la città si  sente orgogliosa e si identifica nel talento di un suo cittadino o di chi, cittadino o no, accresce lustro alla stessa.

 

Un meritato omaggio al C.G. Paolo Miraglia Del Giudice

 

Momento della premiazione del Console Generale

 

Tempo fa sono stati lodevolmente premiati a Rio de Janeiro - vado a memoria e solo per citarne alcuni - Barbosa Lima Sobrinho, Sebastião Amoêdo de Barros, José Chacon de Assis, Henrique Bonifácio Gomes da Costa, Marcomede Rangel Nunes e recentissimamente, nell’ambito dei nostri concittadini, lo stimato Console Generale d’Italia a Rio de Janeiro, Dott. Paolo Miraglia Del Giudice.

Tutti personaggi con un curriculum illustre alle spalle, che hanno portato il nome della propria città o del proprio Paese fuori dai loro confini.

È in quest’ottica che vediamo con soddisfazione l’encomio rivolto al nostro Console Generale a Rio de Janeiro, con cui abbiamo avuto modo di congratularci pubblicamente, in quanto le virtù di un illustre cittadino non possono essere confuse con le irrilevanti attività di un quidam de populo (persona qualsiasi). 

Purtroppo, in molte altre occasioni è intervenuta e interviene la politica che fa il proprio gioco a dispetto delle buone pratiche e dei buoi valori e così assistiamo impotenti a tristi scelte, che - purtroppo -  non suscitano né manifestazioni di protesta né la pubblica indignazione degli uomini dabbene e dei bravi cittadini.

La costante malapolitica ha oppiato il senso critico popolare? Parrebbe proprio di si!

Ahimè, che nostalgia dei buoni e vecchi tempi in cui le cose andavano differentemente.

Ma erano davvero altri tempi!

E poi, Rio de Janeiro non è più il grande punto d´arrivo, nonché la capitale dell’impero coloniale. All´epoca il tempo bastava a malapena per trapiantare le conoscenze e i buoni valori europei e, non di certo, per spartire targhe, onorificenze e medaglie. 

Oggi, invece, c´è più attaccamento alla forma esteriore, per cui si trascura o si dà minore importanza a ciò che è sostanziale ed essenziale ed è purtroppo la politica che, all´uopo, propone e dispone, sia nel bene che nel male.

E noi non ci stiamo perché, per quanto anzi esposto e così facendo, si confonde l’oro con l’ottone e la lana con la seta: il mediocre viene premiato, ignorandosi la più elementare scala dei valori, alla stessa stregua dell’eccellente.

O tempora! O mores!

Stando così le cose, non ci rimane che sperare nel buon senso - ammesso che ce l´abbiano - dei politici che eleggiamo, i quali, con speciale riguardo al caso in questione, se vorranno mantenere vivi i valori che una medaglia rappresenta e per i quali è stata concepita dovrebbero ricordarsi di Sant´Isidoro di Siviglia, dottore della Chiesa, che in uno dei suoi tanti scritti affermava: “Tutto ciò che è raro è prezioso e tutto ciò che abbonda è vile”.

Sarebbe pretendere troppo?

G.& G. Arnò