Secondo la definizione corrente, il moralista, in senso generico, è colui che «per carattere, per educazione o per cultura è portato a esaminare e valutare l'aspetto morale di qualsiasi questione o situazione» o chi, nel senso di "moralizzatore", pretende, attraverso le sue parole, presunti insegnamenti e, più raramente, il suo esempio, di dare lezioni di comportamento morale.

A questo punto mi vengono in mente alcuni versi di Trilussa estratti dal sonetto “Er testamento de Meo del Cacchio

“… Lascio a l'Umanità, senza speranza,
quer tanto de bon senso e de criterio
che m'ha ajutato a nun pijà sur serio
chi un giorno predicò la Fratellanza,
eppoi, fatti li conti a tavolino,
condannò Abbele e libberò Caino”.

Purtroppo, nella vita pratica le cose vanno spesso proprio così: si predica bene e si razzola male. 

Poco a che vedere con quanto stiamo per scrivere anche perché, a volte, si predica bene e non si razzola affatto. 

L'attore Richard Gere, con spirito umanitario, a Lampedusa, parla alla conferenza di Open Arms affermando: "La politica tenta di demonizzare i rifugiati".

Definisce, dipòi, bizzarra la politica che riguarda i richiedenti asilo al largo delle nostre coste e aggiunge che l’attuale generazione di politici s’impegna inspiegabilmente a dividere le persone.

Dure critiche, quindi, alla politica italiana nei confronti degli immigrati.

Fin qui nulla di straordinario, tranne il fatto che si tratta di un cittadino americano che s´impiccia in questioni che non gli competono, ma transeat. L´esercizio della critica è un legittimo strumento che il comune cittadino può utilizzare per sindacare scelte politiche o amministrative che non sempre (a suo parere) vengono adottate in favore della comunità, ma quel che più impressiona è che alcuni personaggi di spicco, con tanti Paesi al mondo pieni di problemi peggiori di quelli nostrani, si interessino così tanto alle nostre politiche migratorie!

Ma sì, c’è un perché: nemo propheta acceptus est in patria sua «nessun profeta è gradito in patria». E pertanto, discorsi panegirici come quello di Gere, guai a farli in USA con l’Amministrazione Trump: immaginabili le conseguenze!

Ma v´è di più, vale la pena, all´uopo, ricordare una massima di Ernest Renan: “Nella morale come nell'arte, nulla è dire, tutto è fare”.

In considerazione di ciò, ci chiediamo: perché il milionario Richard Gere, tanto stimato come attore, e autodefinitosi altruista ("Non sono interessato alla politica, il mio unico obiettivo è aiutare le persone" -sic!-) non porta con sé una parte di immigrati della Open Arms a Hollywood o altrove, offrendo ad essa una possibilità di miglior vita?

Grandi parole e pochi fatti?

Scusate… dimenticavo: “Tra il dire e il fare…”

di Redazione