la Pasqua si è allontanata insieme alle ennesime maledizioni per il meteo che l’ha rovinata. Stavolta perturbazioni e fenomeni sono arrivati da sud e hanno rovinato grigliate e pic nic, costringendo ai ripari di fortuna quanti si erano comunque avventurati nei prati per la classica gita fuori porta. Chi è rimasto a Roma si è ritrovato in un clima quasi autunnale con piogge cariche di sabbia Africana, ma almeno si è risparmiato la sciagura del rientro serale in città. Le solite interminabili code registrate su ogni arteria stradale, dalle vie consolari alle autostrade.

Per il resto le solite cose e solite polemiche come quelle sul consumo di carne di agnello, tradizionale cibo Pasquale che però negli ultimi anni è sotto la lente inquisitoria dell’intransigenza Vegana. Una scelta che a fianco dei molti consumatori che in maniera ragionata abbandonano il consumo di alimenti provenienti dal mondo animale, schiera folle di esaltati deliranti che condannano chi non la pensa come loro. Animati da un’insana agitazione questi individui coprono di insulti chiunque riveli la propria passione per costine d’abbacchio e abbacchio alla “scottadito”, rei secondo loro di colpe vicine se non uguali al reato di omicidio.

Una massa che si arroga il diritto di detenere la verità su ogni questione che affronta, incapace di ragionare e confrontarsi sul tema ma che riempie solo i social network di dichiarazioni al limite dell’infermità mentale. Rappresentanti di un oscurantismo alimentare che non tiene conto di tutti gli aspetti del problema, come ad esempio le modalità di allevamento del bestiame, l’equilibrio degli ecosistemi e le economie locali di cui la produzione di bestiame fa parte.

Dalla finestra su Roma sale su dalla piazza un grande baccano ed è quello sollevato dal popolo degli ambientalisti, riunito a Roma per venerare il nuovo Vate dell’ecologia. La piccola Greta Thunberg, che qualcuno vorrebbe già premio Nobel per il suo impegno nella salvaguardia del clima sulla terra. Già un Nobel, proprio come Madre Teresa di Calcutta, Albert Einstein, Martin Luther King, Marie Curie, Jean Paul Sartre. E solo per aver richiamato l’attenzione sull’impegno che la popolazione umana deve avere nella salvaguardia del pianeta. Praticamente come accostare la piccola Greta, meritevole di aver scoperto l’acqua calda, ai grandi personaggi illustri della terra.

È dall’estate scorsa che la ragazza ogni venerdì salta la scuola e si siede di fronte al parlamento di Stoccolma per sensibilizzare l’opinione pubblica sui cambiamenti climatici. Questo suo atto di protesta ha ispirato una serie di manifestazioni mettendo in moto in tutto il mondo un popolo di giovani, pronti ad urlare in piazza ma in larga parte restii a cambiare le loro abitudini di consumo in favore dell’ambiente.

Molti di loro infatti quando intervistati, dichiarano apertamente che non sarebbero disposti a limitarsi nei consumi, da quelli dell’abbigliamento a cui è legata una buona quota di emissioni in atmosfera, a quelli dei viaggi in aereo, sul banco degli imputati per le stesse motivazioni. Insomma fa “figo” fare l’ecologista in piazza, ma nella vita pratica poi è tutta un’altra cosa.

Dietro la 16enne Greta inoltre, c’è chi sospetta la presenza di una macchina di marketing ben orchestrata dalla mamma, la cantante Malena Ernman, già in auge fino a qualche anno fa, per lanciare il suo libro (Scene dal cuore). L’operazione vedrebbe coinvolto anche Ingmar Rentzhog esperto di marketing e pubblicità, che a sua volta avrebbe sfruttato l’immagine della ragazza per lanciare la sua start up. Insomma, anche tralasciando la polemica delle supposte operazione di marketing, qualche ombra sull’ardente vocazione ecologista della piccola Greta rimane.

Per quanto riguarda più strettamente la città invece, prosegue l’interminabile iter per la costruzione dello Stadio A.S. Roma giunta ormai agli sgoccioli. Una vicenda tutta italiana attraverso il quale è stato possibile mostrare al mondo intero, come il malaffare governi la quotidianità della Capitale. Una realtà in cui, anche l’imprenditoria ben intenzionata viene ridicolizzata e umiliata da chi detiene i gangli del potere. Uno spaccato di come ogni appalto e concessione debba essere vessato da una rete di melma, che impedisce a questa città di liberarsi nella grandezza che le è insita da quando è stata fondata. Ma avremo modo di approfondirlo più avanti e sicuramente, attorno a questa questione se ne vedranno ancora delle belle.

Per chi capita a Roma in questa stagione a parte l’offerta immutabile legata alla storia, ai monumenti e al calendario di eventi culturali sempre ricco di possibilità, c’è anche modo di vivere gli spazi aperti di Roma nella loro veste migliore. Il parco dell’Appia antica, della Caffarella o il lungo percorso pedonale di Villa Pamphili, offrono l’occasione per lunghe passeggiate regalando insieme scorci naturali e urbani.

Una visuale forse inconsueta ma ricca di sorprese sconosciute ai più e inoltre, per chi ha avuto un inverno difficile, carico di problemi e angosciato dalle questioni più disparate, è un modo di rinascere e rinnovarsi insieme alla natura. Respirare di nuovo a pieni polmoni, scacciando il buio interiore per assaporare di nuovo il ciclo della vita che si ripete e si rinnova.