SANKT MORITZ: FASCINO NATURALE SENZA LIFTING

 

Foto sopravvissute a ricordi ormai smarriti…

 

di Claudio Beccalossi

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Sankt Moritz (in tedesco, in italiano San Maurizio d’Engadina, in romancio San Murezzan), Kanton Graubünden/Canton Grigioni/Chantun Grischun o Cantung Grischung, (Schweitz/Svizzera/Svizra), 18 aprile 1982 – Non passa di moda, non solo nell’immaginario collettivo di chi guarda e magari invidia da lontano, la suggestiva, cosmopolita e mondana Sankt Moritz, a 1.822 (o 1.853 oppure 1.856, secondo dati… instabili) m s.l.m., nell’Alta Engadina (dal romancio Engiadina, “giardino dell’Inn”), interessata dal corso del fiume Inn, a tu per tu col lago omonimo, il più vasto ed il meno popolato dei bacini svizzeri.

La fama della stazione alpina invernale ed estiva, meta preferita di vip (o presunti tali), è stata amplificata anche dai vari films che l’hanno vista come vincente location: “Il grande agguato” (“Der Rebell”) del 1932, diretto da Curtis Bernhardt, Edwin H. Knopf e Luis Trenker, Deutsche Universal-Film; “L’uomo che sapeva troppo” (“The Man Who Knew Too Much”) del 1934, diretto da Alfred Hitchcock, Gaumont British Picture Corpn. Ltd; “XIV Olympiad: The Glory of Sport” (documentario del 1948 sulle Olimpiadi di London/Londra, regia di Castleton Knight, The Rank Organisation, dove, nel rullo 2, sono registrate le gare delle Olimpiadi invernali appunto a Sankt Moritz); “Vor Sonnenuntergang” del 1956, diretto da Gottfried Reinhardt, Central Cinema Company Film (CCC); “Vacanze di Natale ‘91” del 1991, regia di Enrico Oldoini, produttori Luigi De Laurentiis, Aurelio De Laurentiis; “A Natale mi sposo” del 2010, regia di Paolo Costella, Medusa Film, Mari Film in collaborazione con Radio Italia e Sky Cinema; “L’erede – The Heir” del 2011, regia di Michael Zampino, produttore Frederic Ollier; “Sils Maria (Clouds of Sils Maria)” del 2014, diretto da Olivier Assayas, CG Cinéma, CAB Productions, Ezekiel Film Production, Pallas Film, Vortex Sutra, Arte France Cinema.

Con i suoi 5.067 (al 2015) fortunati abitanti, Sankt Moritz ebbe insediamenti già all’Età del Bronzo (III-II millennio a. C.), lasso di tempo in cui, già allora, venne valorizzata la sorgente termale il cui sfruttamento economico razionale iniziò nel 1832 tramite uno stabilimento connesso alla fonte. Attorno alla metà del XIX secolo s’avviò l’evoluzione della zona dapprima come polo attrattore turistico per il termalismo e poi per le pratiche sportive invernali. La classica “vacanza in montagna” ebbe il suo “battesimo” proprio in questa località, nel 1864.

La lingua ufficiale e più parlata a Sankt Moritz (stando al censimento del 2000) è il tedesco (usato dal 67% della popolazione) mentre l’italiano, a San Maurizio d’Engadina, viene utilizzato dal 22,83% ed il romancio, a San Murezzan, dal 5,4%. Percentuali ben diverse da quelle del 1880, quando il 50,2% s’esprimeva in romancio quale prima lingua.

La cittadina della regione Maloja, intenzionata a proteggere la propria denominazione, è stata dichiarata Top of the world, marchio registrato da parte dell’Ufficio del turismo nel 1987, qualità riconosciuta a livello internazionale per stile, eleganza e classe, peculiarità trasmesse in hôtels e negozi dal lusso esclusivo. Per Sankt Moritz, infatti, la… storia non è acqua: vi venne creato il primo ufficio turistico in Svizzera sulla spinta alberghiera innovativa di Johannes Badrutt dal già citato 1864; poi, fu il primo centro svizzero ad usufruire della luce elettrica, installata presso l’Hôtel “Kulm” nel 1878; seguirono “prime edizioni” europee di curling (gioco simile a quello delle bocce, consistente nel far scivolare sul ghiaccio, da squadre di quattro giocatori, blocchi ovoidali di pietra o di metallo muniti di impugnature o di maniglie metalliche) nel 1880, di pattinaggio sul ghiaccio nel 1882, di golf nelle Alpi nel 1889, di pista di bob nel 1890. Sankt Moritz ebbe, ancora per prima nelle Alpi, tram elettrici nel 1896 e nello stesso anno venne aperto l’attuale Badrutt’s Palace Hôtel; nel 1906 ospitò una corsa di cavalli sulla neve e nel 1907 sul lago ghiacciato; nel 1929 s’attivò la prima scuola di sci del Paese.

Oltre che per i classici sports invernali (comprese corse di cavalli e levrieri su piste innevate) e ad eventi di golf, cricket, polo, la cittadina attira pure per tre musei: il “SegantiniMuseum” (eretto nel 1908) che espone la raccolta più completa e consistente delle opere del pittore Giovanni Segantini (Arco, Trento, 15 gennaio 1858 – Schafberg, monte sopra Pontresina, Canton Grigioni, 28 settembre 1899); il “Museum Engiadinais” (“Engadiner Museum”, “Museo dell’Engadina”, casa-museo aperta nel 1906 ed inerente alla cultura tradizionale della vallata, con arredi, armi, opere d’arte) ed il “Berry Museum”, ubicato dal 2004 nella “Villa Arona”, che conserva dipinti ad olio, a pastello e disegni di Peter Robert Berry (Sankt Moritz, 11 settembre 1864 – Sankt Moritz, 14 novembre 1942), medico e pittore.

Diviso tra Sankt Moritz-Dorf (parte settentrionale) e Sankt Moritz-Bad (parte meridionale), il comune è circondato da natura ed infrastrutture che fecero e fanno gola agli organizzatori di competizioni internazionali. Vi vennero disputate due edizioni dei Giochi olimpici invernali (od Olimpiadi invernali), la seconda e la quinta. Inoltre, ha ospitato ben diciotto campionati mondiali di bob, uno di slittino, cinque di skeleton, undici campionati europei di bob, cinque di skeleton, quattro campionati mondiali juniores di bob, uno juniores di skeleton e varie fasi delle Coppe del mondo di bob, slittino, skeleton, combinata nordica, salto con gli sci. Sempre a Sankt Moritz, si sono svolti i campionati mondiali di pattinaggio di figura (nel 1914) e tre campionati europei. E sempre qui hanno gareggiato per i campionati europei di pattinaggio di velocità (nel 1925) e per quattro campionati mondiali di sci alpino. Il “Kulm Olimpic Ice Ring” (“stadio del ghiaccio”) è teatro di partite di hockey e consente pattinaggio di velocità e di figura.

  1. tante attrattive turistiche, culturali e sportive, Sankt Moritz aggiunge altri interessanti elementi architettonici: la chiesa evangelica (edificata tra il 1785 ed il 1787); le chiese cattoliche di San Maurizio (eretta nel 1867) e di San Carlo (sorta tra il 1886 ed il 1889), la cappella Regina Pacis (del 1928), la curiosa torre campanaria… pendente (XII secolo, parte della chiesa di St. Mauritius demolita nel 1893), semisconosciuta “sorellina” della torre di Pisa.

Insomma, gli “ingredienti” c’erano tutti per soddisfare la mia “voglia di Sankt Moritz” che soddisfai in quel “remoto” 18 a-prile 1982, valicando in auto l’Ofenpass (in tedesco) o passo del Forno o Pass dal Fuorn oppure Süsom Give (in romancio), a 2.149 m s.l.m.) e provenendo prima dalla val Venosta/Vinschgau (Alto Adige/Südtirol) e poi dall’italiana-svizzera Münstertal/val Monastero/Val Müstair. L’allora e l’oggi. Con foto sopravvissute a ricordi ormai smarriti…

Didascalie delle foto:

 

 

Foto 2: sull’Ofenpass (in tedesco) o passo del Forno o Pass dal Fuorn oppure Süsom Give (in romancio), a 2.149 m s.l.m.

Foto 9: sankt Moritz-Bad: kirche St. Karl/chiesa di San Carlo.

Foto 10: la stazione ferroviaria di Sankt Moritz, appartenente alla Ferrovia Retica, capolinea delle linee del Bernina e dell’Albula.

Foto 12 e 13: “Il grande agguato” (“Der Rebell”) del 1932 e “Sils Maria (Clouds of Sils Maria)” del 2014: girati (con altri) anche a Sankt Moritz.