“Si può essere più furbo di un altro, ma non più furbo di tutti gli altri”. È quanto ci ricorda l’aforista francese, François de La Rochefoucauld. E per rimanere in “Terra Gallica”, giriamo la frase a “monsieur le président” Emmanuel Macron, che fa il furbetto e ci rifila, zitto zitto e di soppiatto, i suoi migranti irregolari.

Certa gente non si rende conto che potrà atteggiarsi a furba nella misura in cui tu sarai disposto a fare il fesso. Ora la musica è cambiata; Macron ha trovato pane per i suoi denti, un abile antagonista dall’aria sorniona, dalla risposta pronta e tagliente che la sa più lunga di lui, Salvini, insomma: “à bon chat bon rat”, come dicono in Gallia Transalpina!

Il confine tra la Francia e l'Italia ha una lunghezza di 515 km e si trova al sud-est della Francia e al nord-ovest dell'Italia. Lungo questo confine, non delimitato da barriere o filo spinato, di tanto in tanto, un furgone della gendarmeria francese invade il nostro territorio e ci scarica, con fare furtivo e come fossero pacchi postali, un gruppetto di migranti irregolari. La più recente di queste bravate è stata registrata venerdì scorso; un furgone della gendarmeria francese è stato infatti avvistato dai nostri poliziotti a Claviere, in provincia di Torino, mentre faceva scendere in una zona boschiva due uomini, presumibilmente migranti di origine africana.

Salvini avverte: “Se qualcuno pensa davvero di usarci come il campo profughi d’Europa, violando leggi, confini e accordi, si sbaglia di grosso”. Il nostro ministro degli Esteri, Moavero ha convocato l’ambasciatore francese per le proteste del caso e sembra che la risposta sia pervenuta con una richiesta di scuse, giustificando l’accaduto con la poca dimestichezza dei luoghi da parte di gendarmi "di primo pelo" che avrebbero creduto di essere ancora in territorio francese. Se così fosse, quest´ultimi per quale motivo avrebbero scaricato i migranti ritornandosene da dov’erano venuti?

Ancora, dopo aver dichiarato essersi trattato di un caso isolato (26 sconfinamenti in 48 ore, naturalmente tutti per colpa di… agenti inesperti), la Francia si fa scudo degli accordi bilaterali che prevedono la possibilità di respingimenti alle frontiere tra Roma e Parigi. Amnesty International e gli organi di stampa sembrano non pensarla così; gli sconfinamenti persistono numerosi nel tempo e i respingimenti registrano i seguenti dati: 10.249 dal 1º gennaio al 31 maggio (una media di 70 persone al giorno); 37.000 nel 2016 e 45.000 nel 2017.

È evidente che Macron, sulla faccenda immigrazione, oltre a voler fare il furbetto, predica bene, ma razzola male. Vedasi il caso Aquarius, allorché il suo partito “En Marche” - aggiungeremmo “arrière”, vista la vertiginosa caduta di popolarità registrata di recente - definì l'Italia vomitevole, chiudendo però i propri porti ai migranti, esattamente come stava facendo il nostro ministro Salvini.

Nel momento in cui scriviamo, ancora alta tensione tra Francia e Italia. A quanto pare i francesi hanno sconfinato di nuovo, proprio questa mattina, nella zona di Claviere. Dopo quest´ultimo episodio, però , la nostra polizia controlla i confini e a Ventimiglia la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, ha lanciato una sfida al presidente francese: «J'accuse Emmanuel Macron di sfruttamento e di neocolonialismo. In questi giorni - ha chiosato - lui fa scaricare di nascosto gli immigrati che tentano di passare il confine con la Francia come se fossero spazzatura. E noi siamo venuti a scaricare in territorio francese il Franco Cfa, il simbolo del neocolonialismo francese in Africa». Non sono mancate le rimostranze di molti nostri politici contro l´insolenza francese e, tra questi, citiamo Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte, che ha dichiarato: "È vergognoso trattare i migranti non come persone, ma come merce e abbandonarli come un tempo si faceva con i cani in autostrada" - aggiungendo: "Si tratta di comportamenti che per certi aspetti sono peggio dell'aver violato le convenzioni esistenti tra gli Stati".

Ci piace immaginare, a questo punto, che Salvini, oltre al galletto, che non mancherà di preparare, secondo le tradizioni dell´alta cucina gourmet, al presidente Macron, farà apporre lungo il confine tra Francia e Italia, nelle tabelle con la dicitura : “BENVENUTI IN ITALIA”, un avvertimento, più o meno, del seguente tenore: “Personne n'est ici crétin!” che tradotto corrisponde al detto napoletano: “Ccà nisciuno è fesso!”.

Così facendo si farebbe presente al giovane presidente, che non si è più disposti a fingerci fessi e che d´ora in avanti dovrà fare i conti non solo col pauroso calo dell´indice di gradimento nel proprio Paese, tanto che al mattino, dopo aver letto i sondaggi, pensiamo di vederlo cantare, in mezzo a ragazzotti di colore che con le dita si esibiscono in gesti osceni: “Que reste-t-il de mes électeurs?”, parafrasando la canzone di Charles Trenet che, però, se ben ricordiamo, cantava e incantava circondato da belle donne.

Ma, dicevamo, ora monsieur le Président dovrà fare i conti col governo italiano del cambiamento, deciso e sovranista, con alle spalle il consenso della maggioranza della popolazione. Un adagio dice: “Se non cambiamo, non cresciamo. Se non cresciamo, non stiamo davvero vivendo” e il popolo italiano ha molta voglia di vivere ancora!

Allora la musica non è più quella di “Allons enfants de la patrie”, ma di Fratelli d’Italia – l’Italia, finalmente, s’è desta!

G.&G.ARNÒ