Dopo due personaggi di spicco (Panaro e Battisti) al comando del Consolato Generale d’Italia a Rio de Janeiro, ecco che ad assumere l’incarico, qualche settimana fa, giunge il Dott. Paolo Miraglia Del Giudice.

Dicono che non ci sia due senza tre e che tre sia il numero perfetto. Se davvero è così, allora ci sta proprio bene.

Infatti, il nuovo Console Generale ha già riscosso le simpatie dei primi interlocutori, ovvero delle associazioni italiane; dei Comitati Dante Alighieri (Rio e Nova Friburgo); della Stampa italo-brasiliana; del Comites Rio de Janeiro; del CONI, oltre che, naturalmente, dei propri collaboratori amministrativi.

Noi della Gazzetta Italo-brasiliana abbiamo avuto il piacere di conoscerlo e di intervistarlo.

Esistono meccanismi complessi e inconsapevoli che indirizzano le nostre relazioni e definiscono la nostra prima impressione, positiva o negativa che sia, nel conoscere una persona, per cui si dice che la prima impressione sia quella che vale. Dal calore e dalla competenza, parametri fondamentali nell’ambito della conoscenza, abbiamo subito capito di trovarci di fronte a un gentleman d´altri tempi, cordiale, educato, interessante… insomma, “merce rara” al giorno d’oggi.

Naturalmente, conversando, si scopre, pian pianino, anche l’animo colto e raffinato del Dott. Miraglia, ragion per cui non potevamo fare a meno di porgergli alcune domande, a beneficio dei nostri lettori e della nostra comunità, cui ha cortesemente risposto nell’intervista di cui appresso.

 

L´Avv. Giuseppe Arnò (Dir. La Gazzetta italo-brasiliana) e il Console Generale, Dott. Paolo Miraglia Del Giudice (a dx nella foto)

      

                                                 

D - Signor Console, nel ringraziarLa per averci concesso l’intervista, il cui fine è anche quello di presentarLa alla nostra comunità, ci parli pure di Lei, se ritiene opportuno, della Sua famiglia, dei Suoi studi, della scelta di intraprendere la carriera diplomatica, fino all’attuale incarico a Rio de Janeiro.

R - Sono nato e cresciuto a Napoli, dove ho completato il mio corso di studi, laureandomi in Scienze Politiche presso l'Istituto Universitario Orientale. Ho sempre coltivato il desiderio di entrare in diplomazia, pur non essendoci alcun precedente in famiglia. Decido, quindi, di fare un master in relazioni internazionali e, dopo alcune brevi esperienze all'estero, durante le quali conosco a Budapest anche mia moglie, Andrea, supero nel 1991 il concorso diplomatico. Dopo quattro anni a Roma, arriva il primo incarico all'estero, proprio in Brasile, come Console a Recife, cui ne seguiranno altri a Londra, presso l'Ambasciata, in Cina, come Console Generale a Canton, e, infine, a Caracas, come vicario dell'Ambasciatore. Prima di assumere le funzioni di Console Generale a Rio, sono stato responsabile per 4 anni dei Paesi dell'Europa Centrale presso la Direzione Generale per l'Unione Europea.

D - Sig. Console, dopo aver assunto vari incarichi di prestigio in diversi Paesi del mondo, è arrivato con la funzione di Console Generale nella “Città Meravigliosa”, Rio de Janeiro. Anche se Lei già è un buon conoscitore del Brasile, cosa rappresenta per Lei questa nuova esperienza professionale?

R - Sono molto felice di essere tornato in Brasile, dopo circa 20 anni dal mio primo incarico a Recife, assumendo la guida di un Consolato Generale di grande prestigio e importanza, come quello di Rio de Janeiro. Spero di riuscire nel compito che mi sono prefisso di rafforzare la presenza e l'immagine italiana, nei suoi molteplici aspetti, negli Stati di Rio e di Espirito Santo, e di migliorare l'erogazione dei servizi consolari.

D - Il plesso edilizio del Consolato Generale è imponente e rappresentativo, non pensa che una parte di esso potrebbe essere messa a disposizione di nuovi progetti socio-culturali, atti a promuovere il Sistema Italia, tenuto conto che già esistono strumenti economici, culturali e tecnologici messi a disposizione dalle istituzioni centrali e dalla rete diplomatica per raggiungere tale obiettivo?

R - Lo splendido edificio, Casa Italia, che ospita tra l’altro il Consolato e l'Istituto Italiano di Cultura, e' stato, in gran parte, ristrutturato in occasione delle Olimpiadi, e rappresenta, a mio avviso, un eccellente biglietto da visita del nostro Paese. È quindi mia intenzione continuare nell'azione di valorizzazione di Casa Italia, affinché' possa essere rafforzato il suo ruolo di ¨vetrina¨ delle eccellenze dell'Italia, sia in campo culturale, che commerciale e tecnologico. A tal fine, cercherò di promuovere una maggiore presenza e collaborazione anche delle Regioni italiane.

D - Da una parte, si nota la tendenza ad incrementare i principali servizi consolari online, ma, dall’altra, si avverte la necessità di offrire al cittadino un servizio veloce, personalizzato e pratico. Tecnologia e soddisfazione non sempre coincidono. Cosa pensa in merito?

R - Il Consolato è attivamente impegnato a rendere sempre più efficienti e accessibili i servizi consolari. In tal senso, cerchiamo di essere all'avanguardia per quanto riguarda lo sviluppo, che ritengo imprescindibile, dei processi innovativi e di digitalizzazione dei servizi consolari, facendo comunque sempre attenzione a mantenere un rapporto diretto con i connazionali.

D - La semplificazione amministrativa e burocratica dello Stato, sempre più operante in Italia, avrà riflessi anche sulle attività consolari, in particolare, in termini di organizzazione interna e di erogazione di servizi al pubblico?

R - Accanto all'innovazione tecnologica, il Consolato è altresì impegnato ad attuare, compatibilmente con le normative in vigore, una maggiore semplificazione amministrativa a beneficio dei connazionali. In questo ambito, collaboriamo proficuamente anche con il Comites e le altre organizzazioni rappresentative al fine di individuare le migliori pratiche. Mi fa piacere rilevare che di recente il Consolato di Rio si e' distinto positivamente per alcuni procedimenti virtuosi da esso adottati.

D - La comunità italiana e l’associazionismo presenti nella Sua circoscrizione consolare sono consistenti. Pensa si possa apportare qualcosa di nuovo nelle relazioni con gli stessi oltre a quella protocollare, dal momento che tra il Consolato, che rappresenta lo Stato, e il Comites, che rappresenta i cittadini, esiste già una forma di collaborazione istituzionale, il cui scopo è quello di rendersi utili alla comunità?

R - Credo che l'associazionismo sia una risorsa importante per promuovere il ¨ Sistema Paese¨ e per valorizzare la nostra presenza economica, culturale e linguistica. Con l'obiettivo di individuare insieme nuove forme di collaborazione e possibili sinergie, ho incontrato in Consolato nei giorni scorsi i rappresentanti di tutte le associazioni italiane. È stata una riunione molto utile che ha consentito di porre le basi per lo sviluppo di una proficua collaborazione in vari settori. È quindi mia intenzione continuare a mantenere, tramite incontri regolari, un dialogo costante e costruttivo con tutte le associazioni attive negli stati di Rio ed Espirito Santo.

D - Per quanto attiene alla cultura italiana, Istituzioni come la “Dante Alighieri”, tanto per citarne una, che lavorano non di rado senza fondi e col sistema del volontariato, potranno contare su un sostegno morale - spesso fondamentale – da parte di codesto Consolato?

R - I comitati Dante Alighieri svolgono un ruolo importantissimo nel promuovere la diffusione della lingua italiana, specialmente dove non e' presente l'IIC. La Dante Alighieri potrà quindi certamente contare in futuro sul supporto del Consolato e mio personale. Mi piacerebbe molto poter visitare prossimamente i comitati presenti nella mia circoscrizione e conoscere da vicino le attività che essi svolgono.

D - Ha progetti particolari o, magari, un desiderio che vorrebbe realizzare durante il Suo mandato a Rio de Janeiro?

R - Tanti sono i progetti che vorrei realizzare a Rio nel corso del mio mandato. Come napoletano, mi piacerebbe sicuramente promuovere progetti concreti di collaborazione tra Rio e la mia città, che oltre ad essere unite da note vicende storiche e, in particolare, dalla figura dell’Imperatrice napoletana Teresa Cristina Maria di Borbone, presentano sicuramente molte affinità.