Gli eterni vizi di un paese gattopardesco sono duri a morire, ed ancora una volta riemergono in tutto il loro nauseabondo putridume. L’ennesimo scandalo del malaffare intorno all’imprenditore Parnasi lo ha rivelato di nuovo. Si è scoperto che il costruttore, incaricato da James Pallotta presidente dell’ A.S. Roma calcio di costruire la nuova casa della società giallorossa, aveva corrotto tutto il corruttibile pur di facilitarsi le cose.

Chiariamo subito però che, come ha premesso il Procuratore Ielo, la A.S. Roma è totalmente estranea ai fatti così come il progetto dell’impianto che dovrebbe sorgere a Tor di Valle e, l’assurdità è tutta qua. Come è già emerso dalle indagini, non ci sarebbero vizi di forma o forzature nell’iter che ha portato all’approvazione del nuovo stadio. Parnasi di cui la A.S. Roma sarebbe “cliente” avrebbe solo corrotto funzionari a destra e a manca per accelerare le cose.

Soprattutto per ingraziarsi la macchina burocratica in vista di progetti immobiliari futuri e personali, che nulla hanno a che vedere con il sodalizio calcistico capitolino. In questa situazione c’è tutta la cifra dell’arretratezza del bel paese. Abbiamo un progetto in regola costato decine di milioni, che è dovuto passare sotto l’intollerabile lentezza di tre diverse amministrazioni per essere approvato. Un mare le modifiche richieste fino a pretendere quasi un progetto ex novo, per poi bloccarlo per via di un costruttore che ha pagato per sveltire le pratiche.

Una storia tutta Italiana, che scoraggia chiunque ad investire nel nostro paese. Il tempo cupo ha accompagnato questa brutta storia romana per tutto il mese, infatti a misura d’uomo non si ricorda un giugno così piovoso. Un clima sub tropicale con precipitazioni a carattere temporalesco e giornaliero, ma più che altro un’arietta fresca da far dimenticare nel cassetto il telecomando del condizionatore. Tutti i we sono stati segnati dal maltempo impedendo l’esodo stagionale sulle spiagge del litorale, da parte dei romani armati di panino con frittata ed insalata di riso da asporto.

Il clima dimesso ben si è accorda con il mondiale in corso, che per forza di cose non è vissuto come le altre volte. Ad ogni partita che va in onda la ferita ricomincia a pulsare, rinnovando il dolore per la mancanza degli Azzurri a Russia 2018. Oltre allo spessore calcistico, manca tutto ciò che è legato ad un abitudine che sembrava immutabile come la nostra partecipazione. Ognuno sommessamente e quasi distrattamente, assiste alle gesta degli altri senza troppo entusiasmo.

Testimone passivo della gioia delle altre tifoserie, colorate e festanti inquadrate sugli spalti degli stadi. Nessuna reunion a base di pizza e birra con gli amici per vedere le partite e nessun eccesso “Mundial”. Le uniche contente di questo sono mogli e fidanzate, che per una volta non sono costrette ad assistere allo spettacolo della propria casa invasa da uomini urlanti in bermuda e con il boccale in mano. L’unica gioia ai tifosi Italiani l’ha procurata la Germania, eliminata in maniera imbarazzante dalla Corea non nuova a regalare dispiaceri alle squadre titolate.

Con i teutonici calcisticamente non è mai corso buon sangue, ma non tanto per la rivalità sul campo. La Germania infatti da noi ha quasi sempre preso delle sonore batoste, persino nel loro mondiale casalingo. Le cause della mancata simpatia più che altro, sono da rintracciarsi nelle arroganti esternazioni sull’Italia da parte loro. Battuttine sempre richiamanti i soliti cliché. Dagli spaghetti al mandolino fino a cose ancora meno simpatiche, scadendo nell’ineleganza dal quale non sono riusciti ad esimersi nemmeno personaggi come Schweinsteiger.

Il calciatore tedesco in un'intervista prima dell'inizio dei Mondiali aveva ironizzato sull'Italia “favorita” per la vittoria finale della Coppa del Mondo ed a lui oggi i tifosi rispondono “buone vacanze Bastian”, oppure appellandosi alla storia “In Russia la Germania non vince mai”. Ma è comunque una magra consolazione vivere il mondiale in questa maniera. Meglio allora riversare tutte le attenzioni su questo governo, capace di sollevare entusiasmi di ogni tipo per via della sua insolita composizione e del modus operandi, che almeno in principio sembra essere diverso dai precedenti.

Davanti al nuovo c’è chi si siede ad osservare in maniera critica, cercando di raccogliere elementi per dare un giudizio obiettivo e, chi invece indossa l’ottusità del paraocchi politico per andare contro a prescindere, forte di quel tifo politico che nell’era moderna è diventato sinonimo di stupidità. C’è chi passa giornate sui social network professandosi per la pace ed il dialogo, ma fomentando l’odio più cieco. Gente che fino a ieri era distaccata e non sembrava accorgersi delle condizioni del paese e che invece oggi si sveglia all’improvviso, scoprendosi patriota addolorato prima di ogni cosa.

Gente che ha avallato l’inconsistenza Renziana, salvo poi scagliarsi oggi dalle tastiere di un PC contro chiunque non sia nella sfera del Pd. Un’elite in via di estinzione, incapace di recuperare un credito da parte degli elettori che li hanno cancellati quasi da ogni amministrazione. Capace soltanto di ripetere all’infinito la stessa litania di sempre, che finisce immancabilmente in accuse di fascismo, razzismo ed ogni “…ismo” possibile.

Consueto escamotage per coprire l’inutilità della propria proposta, incagliatasi ormai tanti anni fa nei salotti romani radical chic, quando si è messo di parlare dei problemi della gente comune per dedicarsi ai fatti propri. A chi però vuole staccare la spina e distrarsi da ogni dibattito, la città viene incontro con la sua proposta culturale. Questo mese in occasione della canonizzazione di Paolo VI, annunciata da Papa Francesco per il prossimo mese di ottobre, è possibile vedere la mostra “I Papi dei Concili dell’era moderna” Arte, Storia, Religiosità e Cultura, presso le sale terrene dei Musei Capitolini.

Al MAXXI invece c’è “African Metropolis” una città immaginaria. Panoramica approfondita sulla scena artistica e culturale del continente africano. La mostra presenta i lavori di 34 artisti che riflettono sulle grandi trasformazioni sociali e culturali in atto. Ma forse vista la stagione, la migliore opzione rimane girovagare per la città visitando le bellezze del centro storico. Stando però attenti ad evitare l’acquazzone pomeridiano che quest’anno sembra sempre essere in agguato.