Usiamo l’espressione francese in “omaggio” a Emmanuel Macron, grazie - in parte - alle cui battute di cattivo gusto, il nostro Paese è ritornato ad assumere il ruolo che gli è sempre stato confacente, quello di Paese leader, orgoglioso e che incute rispetto.

Il film-commedia, scritto e diretto da Woody Allen, Basta che funzioni (Whatever Works), mostra la relazione tra Marietta, donna di chiesa convertita a estrosa artista, un professore di Filosofia e un Gallerista di Manhattan. A noi è venuto in mente di adattare questa situazione all’attuale scenario politico italiano. Sì, proprio così, ménage à trois! La Lega fidanzata con Forza Italia si relaziona con il M5stelle, col consenso iniziale della prima.

Poco ortodosso, immorale, scandaloso? Diremmo di no, con i tempi che corrono. Quante ne abbiamo già viste! Unioni civili (eterosessuali e omosessuali) con possibili adozioni all'interno delle coppie dello stesso sesso; matrimoni degli over 65 con le rispettive badanti; matrimoni con bambini(e); preti politicizzati e, non ultimo, Papa Francesco, novello Che Guevara della cristianità, che sta letteralmente mettendo la Chiesa in subbuglio, rompendo con la tradizione, contrariando la linea guida seguita dai suoi predecessori e instaurando un, fino a qualche anno fa, inimmaginabile nuovo corso dottrinale.

Beh! Cosa possiamo dire di questa poco ortodossa formazione politica? A questo punto, non contano più le bandiere, gli stereotipi e i pregiudizi politici, ma il bene e il riscatto del nostro Paese dallo strazio provocato da anni di servilismo degli ultimi governi che hanno permesso ai burocrati di Bruxelles di umiliarci e spremerci fino all'osso, senza pietà.

Il popolo italiano il 4 marzo e, ulteriormente, nelle recentissime tornate elettorali ha dato un chiaro segnale, delegando i due partiti, definiti “populisti”, a prendere in mano la guida del Paese, oramai sull’orlo del baratro.

È bastato appuntare sul petto del giusto personaggio, Salvini, la stella di sceriffo per mettere a soqquadro l’equilibrio del vecchio sistema. C’è voluto poco, ma non è poca cosa, da anni non accadeva! Dunque, lasciamo lavorare questo strano connubio di forze politiche, da taluni definito scandaloso, ma da molti, salvatore e, con buona probabilità, determinati risultati infine si vedranno.

Finché dura, va bene, sarebbe il caso di dire dopo tante vicissitudini! E poi, ortodossia politica a parte, basta che funzioni e se il buon giorno si vede dal mattino… parrebbe che funzioni.

Naturalmente c’è sempre chi denigra, critica e schiamazza, ma rientra nell’ordine naturale della politica, vedasi, ad esempio, il recente libro di Antonello Caporale: “Matteo Salvini il ministro della paura”, come il leader della Lega ha conquistato gli italiani. “Matteo Salvini vende la paura al mercato della politica”, è quanto sostiene l’autore del libro, ma - anche se fosse per un attimo vero - che importa? Basta che funzioni!

Le battaglie che contano (immigrazione selvaggia, economia, povertà - cinque milioni di italiani, dei quali due milioni sono donne e oltre uno bambini, vivono nella povertà assoluta – e recupero della sovranità nazionale) sono in corso e con ragionevole previsione di successo.

Quel funesto apparato neo-globalista e planetario che anni di martellante propaganda hanno fatto di tutto perché si trasformasse in un ineluttabile succedersi di eventi ritenuti come preordinati e necessari, si sta lentamente sfaldando.

Il vecchio ordine europeo è entrato in crisi, in queste ultime ore è stata ridimensionata la versione europeista di Macron, che già in un mese crolla vistosamente nei sondaggi e che si è guadagnato il disprezzo del 97,5% degli italiani (dopo l’uso del termine “lebbra”); la Merkel viene messa all'angolo dall'asse Salvini-Seehofer-Kurz; il gruppo di Visegrad (Polonia Ungheria Slovacchia e Repubblica Ceca) rifiuta qualsiasi sanzione imposta da Bruxelles ai Paesi che non accolgono i migranti e un nuovo sistema di rapporti sociali e relazioni internazionali, su un piano paritario, sembra profilarsi all´orizzonte. Si avverte nell’aria, finalmente, un’inversione di tendenza, un cambiamento della fase storica che stiamo vivendo.

I sovranisti - intesi come coloro che desiderano riprendere in mano la sovranità del proprio Stato, del proprio Paese - stanno avendo la meglio dappertutto; la popolarità del presidente degli Stati Uniti è altissima, la Lega inanella vittoria su vittoria e i Pentastellati, a sinistra, hanno ridotto al lumicino quel Pd tanto osannato da quasi tutti i talk show nazionali.

È pur vero che, il recentissimo accordo siglato il 28 scorso, in dodici punti, di cui quattro su base volontaria e gli altri otto su base ambigua, non è stato quello preconizzato; la ridistribuzione dei migranti accolti in Italia e in Grecia, ad esempio, non è stata regolamentata e, senza alcun obbligo, è improbabile che qualche Paese sia disposto all’accoglienza, ma è andata bene sotto l’aspetto diplomatico, non completamente bene sul piano pratico. D’altronde, le strade erano due; o il veto, o portare a casa il 70% di quanto richiesto.

Si è evitata, per il momento, la rottura completa, fiduciosi che non si debba assistere ancora una volta al “viva, viva l’Europa, ma chi paga è poi l’Italia”, perché, in questo caso, si dovrebbe dar atto che esiste tuttora una sola Europa, quella vecchia, quella delle Nazioni, il resto si riduce a parole vane e a fantasie di inveterati burocrati senza meta e senza tema di fracasso.

È lecito, a questo punto, chiederci: andiamo già col vento in poppa e nella direzione giusta? Animo! Raro cade chi ben cammina, si dice, e ricordando una citazione di Oliver Wendell Holmes, ripetiamo: “La cosa importante nel mondo è non tanto dove stiamo, quanto in che direzione andiamo” e sentiamo che, con molta probabilità, stiamo andando nella giusta direzione.

Una considerazione conclusiva: In politica, la diplomazia e il bon ton sono d’obbligo, se è vero che la stessa si basa anche sull’arte del mediare. Tuttavia, la partita non è finita e quando si arriverà ai tempi supplementari, il gioco si farà duro e riteniamo che il “fair play” sarà ignorato, perché non si potrà sottostare ad ulteriori angherie e prese di posizioni prepotenti di Macron & C. E poi, Non v’è chi non sappia che una rottura dell’Italia con gli Stati membri, avrà conseguenze negative per tutti, ma soprattutto per la stessa Europa e ciò farà comprendere a coloro che sino ad oggi hanno elargito false promesse e sorrisetti maliziosi, che sono finiti anche i tempi supplementari e la licenza  è anch´essa finita. Pensiamo, ritenendo di non sbagliare, che Salvini, con il consenso della maggioranza dell’elettorato, esclamerà al Visconte di turno: “giusto, al fin della licenza… io tocco!”

G & G Arnò