Nel discorso al Congresso USA, Macron ha dato l´impronta di quello che è, allo stato delle cose, il suo pensiero in politica internazionale.

Il giorno precedente, in occasione della visita alla Casa Bianca, il leader francese, con atteggiamento poco protocollare, aveva assicurato a Tramp che avrebbe rivisto qualche aspetto del patto nucleare con l´Iran, forse per evitare che il suo omologo rompesse (com´è solito fare) unilateralmente l´accordo, creando, così, una serie di problemi internazionali.

Infatti, Russia, Cina, Germania e Inghilterra, anch´essi firmatari dell´accordo, ne difendono l´esecuzione, perchè con esso, l´Iran è obbligata a sottostare alle ispezioni internazionali, che controllano la non proliferazione di armi nucleari, in cambio della fine delle sanzioni economiche.

Sin dalla campagna elettorale, Trump, dal canto suo, aveva criticato l´accordo con l´Iran sul nucleare, definendolo un grave errore di Obama, non tanto per le clausole in esso contenute, che potrebbero pure , con qualche modifica, essere accettate, ma principalmente per il fatto che, con detto accordo, gli USA avevano provocato e continuano a provocare risentimenti ai loro alleati mediorientali, cioè a dire Arabia Saudita e soprattutto Israele, che, com´è noto, con la sua lobby, in America, influenza in forma determinante la politica estera.

A molti, però, appare strano come Israele, uno dei Paesi più piccoli al mondo, possa determinare la politica interna e soprattutto quella estera, con relazione al Medio Oriente, della prima economia del pianeta.

La spiegazione è semplice; essa sta nell´ordine delle cose. Non c´è chi non sappia, infatti, che i contributi finanziari ai candidati politici in America sono considerati leciti e per ciò il sistema politico americano è diventato un sistema in cui primeggiano le costosissime e interminabili campagne politiche, nonchè un sistema condizionato dai desiderata di coloro che supportano i politici prima e dopo la loro elezione

Detta libertà di finanziamento, di conseguenza, è capace di far proteggere “interessi particolari”, arrivando, così, alla realizzazione di una specie di corruzione legale, attraverso la quale si condiziona la politica del Paese.

Non a caso, Will Rogers attore, comico e giornalista statunitense, autore di adagi quale : “Non è difficile essere umorista quando tutto il governo lavora per voi”, affermava che l'America ha il migliore Congresso che il danaro può comprare. Quest´affermazione spiega, appunto, il sistema politico americano e molte altre cose!

Per approfondire l´argomento segnaliamo un interessante libro sulle lobby economiche nelle politiche nazionali americane, scritto da Lee Drutman “Il Business dell´America è Lobbying: come le corporation sono diventate politicizzate e la politica è diventata più aziendale”.

Ritornando all´incontro franco-americano, ci sono ancora differenze sull'accordo nucleare con l'Iran tra Trump e Macron, è vero, ma la tattica di un colpo al cerchio e uno alla botte del secondo, sembra aver ammansito l´irruente ospitante, anche perchè l´attenzione degli astanti era più attratta dalla sfida di eleganza tra first lady che dalle dichiarazioni più o meno divergenti dei due leader. Si è parlato, poi, dei difficili rapporti commerciali tra USA e UE e tra USA e Cina, nonchè del futuro incontro tra Trump e il leader nord coreano, definito da Trump, adesso, dopo avergliene detto di tutti i colori, personaggio "molto aperto" e "molto rispettabile"; peculiarità della politica!

Ci sarebbe ancora da pensare che forse quest´incontro non sarà più tanto eclatante ai fini della pace tra le due Coree, per sopravvenuti eventi; Kim Jong-un va già di mano in mano con Moon Jae-in, promettendogli: “Non ti sveglierò più all'alba (con i lanci dei missili)". Una promessa che è tutto un programma!

Si prospetta, finalmente, una penisola coreana pacificata e denuclearizzata, cosa impensabile fino a qualche settimana fa? Certamente sì; sorprese della politica!

Senza dubbio, gli USA esercitano tuttora una forte influenza politica e militare nel Sud-Est asiatico e, in particolare, nella Corea del Sud, ma l´inaspettata approssimazione dei due leader coreani con la "benedizione" cinese, spiana di molto la strada a Trump e a Kim Jong-un nell´incontro, che  potrebbe rivelarsi un autentico successo, specialmente se suggellato da un tanto atteso (65 anni) trattato di pace tra le due Coree.

Attenzione, però, I due leader coreani e Trump sembrano puntare tutto su quest´incontro, ma gli innumeri precedenti tentativi di trovare un accordo, andati immancabilmente a vuoto, così come la diffidenza delle parti in causa, consigliano molta cautela.

Conoscendo i personaggi in causa, ci vien da dire che una rondine non fa primavera e un solo atto simbolico (l´aver Kim Jong-un messo piede in suolo sud coreano) non giustifica un eccessivo ottimismo. È necessario attendere e se sono rose... fioriranno!

Mason Coley diceva che l’umorismo non ci salva dall’infelicità, ma ci consente di scostarcene di qualche passo. È vero! E per sdrammatizzare la situazione dianzi esposta, un particolare ameno: la bilatarale Usa-Francia ha rivelato molti punti di convergenza tra i due leader e pochi di divergenza, tra questi ultimi, uno insolito, forse sfuggito ai più; a Macron piaccione le meno giovani, mentre a Trump le più giovani. E vi pare poco?

G & G Arnò