L’estate sembra non voler finire più, tanto ci ha messo ad arrivare ed altrettanto sembra voler attendere per andarsene. Le temperature, che hanno sfiancato quanti per un motivo o per un altro sono stati costretti a trascorrere la bella stagione tra le mura cittadine, non accennano ad attenuarsi. La siccità intanto da minaccia è diventata una cosa reale e la paventata riduzione dell’erogazione idrica e divenuta realtà. Tanto è vero che durante le ore notturne, il flusso dell’acqua viene ridotto per una migliore gestione prudenziale delle risorse. Problemi che sembravano di altri tempi e che si riaffacciano oggi. Forse un avvertimento un monito che la natura ci invia, per metterci in guardia a non sottovalutare mai la potenza delle sue manifestazioni.

In città il ritmo sonnolento dell’estate, è stato scosso dal massiccio sgombero che avvenuto in questi giorni in zona stazione termini. L’evento ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica che ha espresso le opinioni più diverse. I migranti e le forze dell’ordine si sono fronteggiati in Piazza Indipendenza, alle bombole di gas e al lancio di sassi la polizia ha risposto con gli idranti. Brutte scene in cui non c’è mai una parte buone e una cattiva, dove la ragione non sta mai da una parte sola e dove tutti i figuranti sono vittime ed interpreti del proprio ruolo. Senza il bisogno di essere per forza classificati in buoni o cattivi. Ma a parte le scene che obbligano individualmente ad interrogarsi sul concetto di umanità, la cosa più triste è tutto ciò che avviene intorno. Un triste balletto in cui le istituzioni giocano a scarica barile, con la Sindaca che addossa le responsabilità della situazione dei migranti al governo e con quest’ultimo che le rispedisce al mittente. Sullo sfondo intanto spunta lo squallore degli affitti in nero, che qualche organizzazione di infami non ancora identificata chiedeva ai poveri disgraziati. Soldi in cambio di uno spazio in mezzo al degrado anche per una sola notte. Ne scaturisce un profondo senso di abbandono, la sensazione di uno stato lasciato a se stesso che galleggia alla deriva spinto dalle correnti in maniera casuale. Una condizione che spesso annuncia il naufragio imminente.

E’ appena trascorso il we a “bollino rosso”, quello in cui gli italiani si riversano in massa sulle autostrade abbandonando i luoghi di villeggiatura per tornare nelle proprie città. Malgrado le immagini tv degli incolonnamenti sotto al sole martellante, c’è da dire che però Roma non si è ancora riempita. La sensazione è palese recandosi al lavoro la mattina, con il poco traffico e la poca gente in giro. Una città a misura d’uomo ancora senza lo stress da sovraffollamento, con l’isteria individuale ancora sotto il livello di guardia. Ma è solo una condizione transitoria in attesa del circolo vizioso in partenza nelle prossime settimane. Non appena il ritmo di impegni e la pressione saliranno, le persone torneranno rapidamente a beccarsi tra di loro come galline in un pollaio troppo stretto.

Il vero we del rientro sarà questo, il primo di settembre, ed è in questi due giorni che le comode ciabatte estive, icona di libertà e spensieratezza, diventeranno rapidamente fuori luogo trovando di nuovo il loro posto tra le cose estive, da accantonare in attesa di nuovi giorni felici. Lunedì sarà il giorno in cui la macchina del caos verrà di nuovo accesa, anche se ai minimi regimi. Traffico e file nei supermercati lentamente riabitueranno la gente alla frenesia della capitale, in attesa dell’evento che come ogni anno segnerà l’inizio ufficiale della bagarre, l’apertura delle scuole. E’ li che la città si presenterà di nuovo come in un girone Dantesco, con i dannati del traffico tumulati negli abitacoli delle loro autovetture in lunghe code senza fine nelle ore di punta.

Ma per fortuna la stagione del calcio, che come un miracolo si ripete ogni anno, ha avuto un nuovo inizio. Un moderno e mediatico oppiaceo in grado di lenire ogni affanno. La Roma è partita in maniera traballante, vincendo stentatamente a Bergamo e perdendo in casa in maniera rocambolesca con l’Inter dell’ex Spalletti. Ma il tifoso giallorosso sa riprendersi subito. È bastato l’acquisto della giovane promessa Patrick Schick per fomentare gli animi. Il giovane talento della Repubblica Ceca è atteso in campo già venerdì allo Stadio Olimpico, nel match di beneficienza contro la Chapecoense. La compagine Brasiliana colpita lo scorso anno dalla dolorosa tragedia aerea, destino che nella mente dei tifosi italiani la accomuna al grande Torino perito nella sciagura di Superga del 1949.

Sono ancora bellissime giornate per godersi la città e i suoi splendidi tramonti estivi dal Gianicolo. Ma anche dal ponte di Castel Sant’Angelo, orlato dagli angeli marmorei che allungano le loro ombre guidando lo sguardo verso il “Cuppolone” di San Pietro. Chi invece vuole sfruttare l’offerta culturale può spaziare dall’esposizione allestita all’Ara Pacis “Spartaco schiavi e padroni a Roma”, alla visita del cantiere di restauro della Domus Aurea, coadiuvata dalla realtà virtuale per rivivere i fasti dell’antica Roma e scoprire le radici antiche del suo fascino immortale.