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Pietro Speranza | 2019-08-03 06:36:30
LA CADUTA DELL’IMPERO ROMANO ( da la “Storia di Roma” di Indro Montanelli) Come tutti i grandi Imperi, quello romano non fu abbattuto dal nemico esterno, ma roso dai suoi mali interni. La maggioranza degli studiosi sostiene che questa catastrofe fu provocata soprattutto da due fatti: il Cristianesimo e la pressione dei Barbari che calavano dal Nord e dall’Oriente. Noi non lo crediamo. Il Cristianesimo non distrusse nulla, si limitò a seppellire un cadavere, quello di una religione in cui ormai non credeva più nessuno, ed a riempire il vuoto che essa lasciava. Tutto il mondo pagano era in liquidazione e quanto prima lo si sotterrava, tanto meglio sarebbe stato per tutti. Tertulliano l’aveva capito e lo scrisse apertamente. Quanto ai nemici esterni, Roma era abituata da mille anni ad averne, a combatterli ed a vincerli. I visigoti, i vandali e gli unni che si affacciavano alle Alpi non erano più feroci ed esperti dei cimbri, dei teutoni e dei galli. Attila non fu certo un generale più grande di Annibale, soltanto trovò a contendergli il passo un esercito romano composto solo di tedeschi, compresi gli ufficiali, da quando era stato proibito il servizio militare anche ai Senatori. Ma anche la crisi militare non era altro che il risultato di una decadenza morale. La vecchia orgogliosa aristocrazia romana, ch’era stata forse la più grande classe dirigente che il mondo abbia visto, e che per secoli aveva dato l’esempio dell’<integrità>, del <coraggio>, del <patriottismo>, insomma del <carattere>, dopo le guerre puniche, e più ancora dopo Cesare, cominciò a dar quello del <vizio> e degli <egoismi>. E’ in questo vuoto morale che si infiltravano gli <stranieri>, specie d’Oriente, in dosi così massicce che Roma non fece in tempo ad assorbirli ed a rifonderli in una nuova e vitale società. La conseguenza fu, sul piano politico, il <dispotismo> cui Tiberio diede l’avvio e che solo in alcuni casi fu <illuminato>. Ma ci sono delle situazioni in cui il <dispotismo> è necessario. Roma era in una di queste quando Cesare lo instaurò. Bruto, che lo uccise, se non era un volgare ambizioso era certamente un povero diavolo che credeva di guarire il gran malato eliminando non il bacillo ma la febbre. Anche l’esperimento socialista e pianificatore di Diocleziano fu un malanno e non risolse alcun problema, ma le circostanze lo imponevano come ultimo disperato rimedio. Guardando le cose dall’alto e a voler dare loro una ragione, si può dire che Roma nacque con una missione, l’assolse e con essa finì. Questa missione fu di raccogliere le civiltà che l’avevano preceduta, la greca, l’orientale, l’egiziana, la cartaginese, di fonderle e di diffonderle in tutta l’Europa ed il bacino del Mediterraneo. Essa non inventò granchè, né nella filosofia ,né nell’arte né nella scienza ,ma fornì : le strade alla loro circolazione ,gli eserciti per difenderle ,un formidabile complesso di Leggi per garantirne lo sviluppo nell’ordine ed una lingua per renderle universali. Non inventò nemmeno delle forme politiche: monarchia e repubblica, aristo-crazia e demo-crazia, liberalismo e dispotismo erano già stati sperimentati. Ma Roma ne fece dei modelli , ed in ognuno di essi brillò per il suo genio organizzativo e pratico. Abdicando con Costantino, essa consegnò la sua struttura amministrativa a Costantinopoli che ne visse per altri mille anni. E lo stesso Cristianesimo per trionfare nel mondo dovette farsi Romano.!* Pietro aveva capito benissimo che solo infilando la Cassia, l’Appia, l’Aurelia e tutte le altre vie costruite dagli ingegneri romani , non le labili piste che menavano nel deserto, i missionari di Gesù avrebbero conquistato la terra. I suoi successori si chiamarono < Sommi Pontefici> come quelli che avevano presieduto alle faccende religiose dell’Urbe pagana e contro l’austera regola ebraica introdussero nella nuova liturgia molti elementi di quella pagana: lo sfarzo e la spettacolarità di certe cerimonie, la lingua latina e perfino una venatura di <politeismo> nella venerazione dei Santi. Così , non più come centro politico di un Impero, ma come cervello direttivo della Cristianità, essa si apparecchia a ridiventare CAPUT MUNDI e lo è rimasta fino alla riforma protestante. Mai città al mondo ebbe più meravigliosa avventura. La sua Storia è talmente grande da far sembrare piccolissimi anche i giganteschi delitti di cui è disseminata. *NdA.: qualcuno informi di questo papa Francesco ! Complimenti da parte della redazione!